APS non ci sta: la responsabilità del lodo è tutta del Comune!

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11 Giugno 2013, 10:45 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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È stato immediato, da parte di APS, il “riscontro alle notizie apparse sul Giornale di Sicilia lo scorso 7 giugno” nell’articolo firmato da Mario Macaluso.

APS non ci sta.
Nessuna responsabilità vera, o presunta, le può essere addebitata
in merito al mancato pagamento delle spettanze del Comune negli anni 2009-2010”.

Ciò perché APS è stata nella impossibilità tecnica di corrispondere al Comune gli importi della potabilizzazione per la mancata emissione, da parte del Comune, delle relative fatture.

Ciò nonostante “la notevole corrispondenza intercorsa fra le parti” con la quale APS ha sollecitato tale emissione:

Nella vicenda che ha portato al lodo Sorgenti Presidiana-Comune, le due note con le quali, il 16/12/2009 ed il 22/3/2010, APS ha “richiesto la comunicazione degli importi di esclusiva competenza del Comune con l’emissione di apposite fatture + IVA”, sono, per noi cittadini di Cefalù, un fatto nuovo.

Un fatto nuovo di gravità assoluta perché configura gli estremi del danno erariale per l’ente Comune.
Infatti, se il Comune avesse emesso le fatture con la regolarità e con la sistematicità con le quali le ha emesse prima del 29 aprile 2009 e dopo il 26 gennaio 2011, non si sarebbe arrivati al lodo o, comunque, vi si sarebbe potuti arrivare per gli importi relativi alle fatture del mese di dicembre 2010 e del mese di gennaio del 2011.
Gli unici che avrebbero costituito “competenze pregresse” alla richiesta di ammissione a concordato preventivo e che, “a norma di legge”, APS sarebbe stata nella impossibilità di liquidare.

Un fatto nuovo sul quale, sinora, nessuno degli uomini delle istituzioni del quinquennio 2007-2012 ha ritenuto di informare la cittadinanza.
Perché?
La risposta è ovvia: emergerebbe più chiara che mai la paternità delle responsabilità, politiche e morali, dell’errore amministrativo più grave che sia stato mai commesso a danno della cittadinanza.

Detto ciò, alcune domande all’avvocato Antonio Casilli nella qualità di Commissario Straordinario di APS in amministrazione controllata, non possono non esserGli rivolte.

, signor avvocato, è vero: APS per la mancanza delle fatture emesse dal Comune è stata, per 20 mesi circa, nella impossibilità di corrispondere gli importi dovuti al Comune medesimo per il servizio di potabilizzazione.

, signor avvocato, è vero: APS, con due note, ha sollecitato al Comune l’emissione delle fatture medesime.

, signor avvocato, è vero: il Comune ha emesso le fatture soltanto quando APS, per avere chiesto l’ammissione alla procedura di concordato preventivo, è stata nella impossibilità di liquidarle.

Però, signor avvocato, è proprio vero che, nella vicenda del lodo, APS sia immune da responsabilità?

Forse che, “per la perdurante assenza della documentazione fiscale”, APS non avrebbe avuto il dovere morale di accantonare in apposito fondo l’importo che, per il servizio di potabilizzazione andava incassando, regolarmente, ad ogni bimestre, dagli utenti del servizio idrico di Cefalù?

Forse che, non sarebbe stato corretto e giusto che APS avesse tradotto il dovere morale nei confronti del Comune e dei cittadini di Cefalù, in regola di corretta gestione aziendale?

Saro Di Paola, 11 giugno 2013

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Commenti

... non si guarda in bocca"! E, poi che c'entra il "dovere morale" con le "regole di corretta gestione?
Ma dove vivi, Saro? I soldi sono soldi, comunque te li ritrovi in cassa!