Cefalù, chiude il punto nascite

Ritratto di Quale Cefalù

9 Luglio 2013, 14:26 - Quale Cefalù   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

Fonte: La Sicilia.it

Cefalù, chiude il punto nascite

Il Tar ha respinto il ricorso presentato dal Comune, salva la struttura di Termini Imerese: "Privilegiato quello esistente presso un ospedale pubblico"

PALERMO - Il Tar della Sicilia conferma la chiusura del punto nascite di Cefalù (Pa) e salva quello di Termini Imerese (Pa). Viene quindi respinto il ricorso presentato dal comune di Cefalù e da altri otto del circondario: Pollina, San Mauro Castelverde, Campofelice di Roccella, Lascari, Isnello, Castelbuono, Collesano e Gratteri.

Nell'ambito del piano di riordino e di razionalizzazione delle strutture sanitarie, l'assessorato regionale alla Salute aveva tagliato nel dicembre 2011 alcuni punti nascite siciliani nei quali non era stata raggiunta la soglia minima di 500 parti all'anno. Dal piano di chiusura erano stati esclusi i centri delle isole minore e delle zone disagiate.

Nel caso di Cefalù decisive sono state la breve distanza da Termini Imerese e il carattere della struttura dell'ospedale San Raffaele Giglio che, essendo gestito da una fondazione, "non può essere totalmente assimilato a una struttura pubblica in senso stretto qual è il presidio ospedaliero di Termini Imerese".

"Ne deriva - scrive il Tar - la non irragionevolezza della scelta operata dall'amministrazione regionale, la quale, dovendo mantenere in vita un solo punto nascita, ha privilegiato quello esistente presso un ospedale pubblico".

Tratto da: http://www.lasicilia.it/index.php?id=101770&template=lasiciliait

Commenti

Essendo ormai quasi specializzato in (forse inutili) ricordi e avendo appreso dalle pagine del “Corriere delle Madonie”  tutto ciò che ha portato all’attuale ospedale - delibere, manifestazioni, assemblee cittadine che hanno riempito i circa 15 o più anni che ci vollero per avere un nuovo ospedale - , ecco un articolo del 1965, non puro esercizio di ricerca storica o indice di rassegnazione ma piuttosto da leggere come un pressante  invito, rivolto non so bene a chi.

“COME LA METTIAMO CON L’OSPEDALE ?

Attraverso   le   colonne   di   questo giornale    abbiamo    sottolineato,    or non  è molto, la  nostra  viva  soddi­sfazione  e  il  nostro  legittimo  entusiasmo per le imminenti realizzazioni che si apprestano a darci i responsabili della amministrazione dell'Ospedale Cìvico di Cefalù.  Co­me abbiamo già detto presto Cefalù avrà un ospedale moderno, più razionalmente    ubicato,    più   confacente   ai   bisogni   della città  e   del   circondario. Ma ci sia consentito anche senza ombra di riserve, e senza malcelate ed ingiustificate prese di posizione di sottolineare l’attuale sta­to di disagio in cui tutti ci tro­viamo per le gravi carenze fun­zionali dello stesso ospedale, par­ticolarmente da qualche settimana a questa parte. Ci viene segnalato insistentemente da più parti che si sono verificati fatti che addolo­rano, e che non possono essere passati sotto silenzio. Infatti in questi ultimi giorni ben otto persone sono state trasportate a Pa­lermo, per fortuna senza altre gravi conseguenze per la perizia dei nostri autisti in stato di urgente necessità. Tra i casi più eclatanti quello di una donna in stato interessante e soggetta a paurosa emorragia. Perchè tutto questo? Andato in licenza l’ostetrico  tito­lare, l'ospedale di Cefalù si trova nell'infelice situazione di non averlo    sostituito con   alcuno.   Orbene mentre    peroriamo    la    causa   della nostra   popolazione,    che    dire   dei paesi della  zona che trovano sbocco   a   Cefalù?   Come   provvedere  a casi   di   urgenza  per   quanti   venuti dai monti o addirittura  da Mistretta, da Tusa si son trovati nella grave situazione    di    non    trovare    forse nemmeno lo stesso medico dì guar­dia?   Sappiamo  che la   provvisoria sostituzione dell'ostetrico o di qual­siasi  altro  medico  comporta per le striminzite   casse   del   nostro   ospedale un onere non indifferente; ma pensiamo  di  continuare   a   mettere   a repentaglio la vita umana in questa maniera?  In attesa degli  ammoder­namenti degli impianti e di tutto il resto   vogliamo   seriamente   pensa­re al problema del personale?  Casi come quelli poc'anzi descritti se ne sono   verificati   e  potrebbero   ancora verificarsene. Vogliamo proprio  “vedere il miracolo   per  credere  ai  Santi? “ dobbiamo    arrivare    per forza    alla chiusura    che    è    stata    minacciata proprio  in  questi  giorni? “

Corriere delle Madonie , n° 13 del 01-07-1965

Così si legge nella sentenza: “In altri termini, se si fosse trattato di due presidi ospedalieri pubblici, sarebbe stata censurabile la mancata valutazione del servizio offerto alla donna gravida. Trattandosi, però, di strutture aventi diversa natura, gli elementi indicati sono di carattere recessivo”.

Soltanto questo brano è indicativo delle argomentazioni, che hanno condotto i Giudici alla loro sentenza. In effetti, essi hanno detto: l'ospedale di Cefalù offre un migliore servizio anche per quel che riguarda il servizio di ginecologia, ma non è pubblico quanto quello di Termini, che è da preferire, perché invece pubblico lo è. Le garanzie, anche igieniche, oltre che sanitarie, non contano nulla di fronte a questo divino principio.

Chi vuole, può leggere l'intera sentenza (clicca per aprirla), ricca nelle sue motivazioni di altre chicche. Sarebbe stato opportuno che il Sindaco dicesse qualcosa, ma forse temeva di essere ripetitivo con quanto detto nel suo intervento in piazza Duomo del 30 giugno u.s. in occasione di una sfilata organizzata pro centro nascite. (http://www.qualecefalu.it/node/2544)

... mai come in questo caso un modo di dire suggerirebbe di non dire, data la mia attuale "location" lavorativa di ritorno.

Ma una cosa mi scappa: il problema non è la sentenza del TAR che, almeno nella forma, mi sembra ineccepibile.

Per quanto riguarda la sostanza essa ha consistenza grossolanamente farinosa, sfuggente, impalpabile, volatile, insomma: canigghia!

Ecco il vero problema, in tutti questi mesi i sapientoni impegnati e competenti hanno parlato di canigghia e di canigghia si sono fatti sommergere.

La proposizione che segue, però, a mio parere, è un po' più conistente della canigghia.

Se domani, come per miracolo, si decidesse di adottare le norme di sicurezza in maniera rigida e rispettare le regole dell'accreditamento istituzionale, probabilmente l'unico ospedale agibile ed accreditabile nell'ambito dell'ASP sarebbe quello di Cefalù. Dove lasci il punto nascita? Ovviamente a Termini Imerese!

L'ho detta! 

Ma i sapientoni, secondo me, non l'hanno neanche capita.

Pardon, sono io che forse non mi so spiegare.

Alla luce della sentenza del Tar con cui si avvalora la chiusura del centro nascite di Cefalù, la Politica Regionale deve dare risposte ai cittadini.

Avanziamo alla Segreteria Regionale del PD e all’intero Gruppo Parlamentare dell’ARS la richiesta di un urgente incontro pubblico da tenersi a Cefalù alla presenza del Presidente della Regione, On. Rosario Crocetta, e dell’Assessore alla Sanità, Lucia Borsellino, al fine di assumere impegni sul futuro dell’Ospedale Giglio di Cefalù, che garantiscano pienamente i diritti della comunità e le potenzialità della struttura.

Non possiamo tollerare il disagio e il rischio per la salute che centinaia di donne e nascituri correrebbero in assenza di una struttura a breve distanza chilometrica e facilmente raggiungibile.

Non possiamo accettare che l’attuale status giuridico della Fondazione “Ospedale Giglio” di Cefalù (peraltro sostenuta totalmente con denaro pubblico) possa essere elemento penalizzante tale da negare un servizio imprescindibile per una struttura ospedaliera territoriale, quale il centro nascite.

Non possiamo lasciare che l’identità cefaludese sparisca dai certificati anagrafici.

Il Circolo PD di Cefalù è pronto ad assumere ogni ulteriore iniziativa di protesta che può risultare utile a sostenere le ragioni della difesa del nostro Ospedale. 

                                                                                            Il Circolo del Partito Democratico di Cefalù
                                                                                      - La Segreteria Cittadina -
                                                                                     - Il Gruppo Consiliare -

Dopo la lettera aperta ai cittadini, apprendiamo sempre da facebook, ma in questo caso dalla pagina del gruppo "Saro Lapunzina Sindaco di Cefalù", la dichiarazione del sindaco in merito all'annunciata chiusura del punto nascite di Cefalù:

PUNTO NASCITE CEFALU'

Una sentenza ingiusta ed irragionevole alla quale non ci rassegniamo. Continueremo a rivendicare il diritto di questo territorio ad avere un punto nascite. Lo faremo ricorrendo al Cga e perseguendo altre iniziative di protesta che inducano la politica regionale ad ascoltarci .

(Post pubblicato Mercoledì 10 luglio 2013 alle ore 01:23)

La chiusura del centro nascite del Comune di Cefalù e' la palese dimostrazione sia della irrilevanza politica del Sindaco Lapunzina, incapace di tutelare il nostro territorio e di ergersi come tramite tra il nostro Comune ed il Governo Regionale del suo stesso colore politico, sia dell'esistenza di una volontà scellerata e architettata da palazzo d'Orleans, volta all'azzeramento delle eccellenze che con grandi sacrifici resistono stoicamente sul nostro territorio. Un territorio pieno di storia, un territorio ieri privilegiato ed oggi declassato per dare forza e respiro alla città del Senatore Lumia. Termini Imerese, grazie ai suoi rappresentanti, vuole infatti assumere ruolo di guida di un'area di cui non è, e non potrà mai essere, se non grazie ai solito giochi di palazzo, naturale capofila. A breve interrogazione all' Ars del gruppo PdL verso il ppe.

di dovermi trovare in una breve, anzi strozzata pausa pranzo, a condividere almeno il 90% di un comunicato del PDL. 

Il 10% che non condivido?: nei dintorni delle parole "eccellenze" e "privilegiato", molto ci sarebbe da considerare sulla "genesi" della fu Fondazione.

Per il resto ineccepibile!

Che mi tocca dire!

Fonte: Blog di Gianfranco Miccichè

“La giustizia in Italia non e’ uguale per tutti”

Il punto nascita di Cefalù e quella legge da irresponsabili…

Mettere a rischio la vita delle persone, costringendole a percorrere strade di montagna malconce e pericolose per poter raggiungere un ospedale munito di punto nascita, per soddisfare i requisiti di una legge è da irresponsabili.

Non esiste altra definizione per una legge del genere, se non “da irresponsabili”.

Se Cefalù perde il proprio punto nascita, chi spiegherà ad una partoriente di Gratteri o di Isnello che dovrà farsi chilometri di una scassatissima strada provinciale per arrivare al punto nascita più vicino, ovvero Termini Imerese?

Chi si assumerà la responsabilità di aver messo a rischio la vita di una futura mamma, del nascituro e di chi gli sta accanto, per un’operazione di spending review?

Mi auguro che l’assessore regionale alla Sanità riveda quanto prima i criteri della legge a riguardo e che, conseguentemente, vengano mantenuti operativi i punti nascita presenti su quei territori che pagano la carenza di collegamenti e di infrastrutture.

Per quanto ci riguarda, Grande Sud si sta già battendo con ogni mezzo a disposizione dei nostri rappresentanti nelle aule consiliari dei comuni del circondario e in quella del parlamento regionale affinché si ottenga la deroga per il punto nascita di Cefalù.

Tratto da: http://www.gianfrancomicciche.net/2013/07/11/il-punto-nascita-di-cefalu-e-quella-legge-da-irresponsabili/

"Mettere a rischio la vita delle persone per soddisfare i requisiti di una legge è da irresponsabili".
Certamente!
La motivazione per la quale, secondo MICCICHè, lo spostamento da Cefalù a Termini Imerese metterebbe a rischio la vita di partorienti e nascituri di Gratteri e Isnello è, invece, irrazionale!

Chi spiegherà al sottosegretario che L'AUTOSTRADA CEFALU'-GRATTERI-ISNELLO non esiste ?

Chiusura punto nascita di Cefalù.
Alongi (Pdl) annuncia un'interrogazione all'Ars

“E' inconcepibile sacrificare i diritti dei cittadini madoniti in nome della spending review; non si può farne una questione meramente numerica. Se Cefalù perdesse il proprio punto nascite, i cittadini dovrebbero affrontare una situazione davvero paradossale e di disagio vista la distanza da Termini Imerese.
L’Assessore regionale alla Sanità, riveda quanto prima i criteri della legge a riguardo. Presenterò una interrogazione parlamentare sulla chiusura del punto nascita di Cefalù e chiederò in merito un incontro urgente sia con l’Assessore sia con il presidente della Commissione Sanità all’Ars. Ritengo, che la politica territoriale madonita e i cittadini debbano insieme lottare e non arrendersi, senza distinzione di colore politico”.

Palermo, 13 luglio 2013                                                                                                                                                                       On. Pietro Alongi