Consulenze costose e proficue o gratuite e inefficaci?

Ritratto di Angelo Sciortino

17 Luglio 2013, 18:01 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Il concetto di lavoro e quello della sua retribuzione hanno ricevuto, persino da parte di uomini intelligenti, non poche opinioni sbagliate. Si pensi, per esempio, alle (sbagliatissime) pagine, che Marx gli dedicò nel suo Il Capitale o alla definizione della retribuzione da parte dei sindacati degli anni '70 del secolo scorso, che la descrivevano come una variabile indipendente della produzione.

Tutte queste idiozie pseudo scientifiche sono morte ormai da tempo, per cui fa meraviglia sentirle ripetere ancora per bocca del Sindaco, come se si fosse riesumato un cadavere. Egli dimentica, quando fa riferimento alle consulenze delle passate Amministrazioni Vicari e Guercio, che il giudizio non può esprimersi in forza del loro costo, ma in forza di ciò che hanno reso. Come accadeva in passato, quando il genitore pagava l'artigiano presso il quale il proprio figlio faceva apprendistato, cosciente che egli perdeva tempo per insegnargli a essere a sua volta un artigiano. Quel genitore si rendeva conto che quell'apprendistato avrebbe dato un futuro al proprio figlio e che il suo prezzo non poteva essere pagato con l'ancora incompetente prestazione gratuita.

Oggi al Sindaco sembra che una prestazione, se gratuita, è un risparmio per il dissestato Comune. E non solo, crede pure che le passate consulenze siano state tutte un eccessivo dispendio, che ha contribuito all'aumento dell'esposizione debitoria del Comune.

Non nego che talora ci sia stato un dispendio, ma credo che sia irresponsabile esprimersi con pericolose generalizzazioni e non considerando, caso per caso, se la prestazione abbia comportato una perdita o un guadagno per la comunità.

Come avviene nel caso di un addetto stampa, reo di aver percepito in dieci anni ben 400.000 euro, pari a 40.000 euro all'anno, pari, a sua volta, alla tariffa minima stabilita dall'Ordine dei Giornalisti.

Ora, se l'addetto stampa non ha dato una proficua prestazione, il giudizio del Sindaco nel caso specifico è corretto e l'addetto stampa dovrebbe risarcire la comunità. Ma se l'addetto stampa ha dato quel che dalla sua professionalità dovevamo aspettarci, allora il giudizio del Sindaco è sbagliato ed espone al ludibrio chi non lo merita.

Si dà il caso che ci troviamo in questo secondo caso. Il vituperato addetto stampa per ben dieci anni ha fatto comparire sui giornali nazionali e internazionali Cefalù e ha sempre offerto una risposta a tutti i giornalisti, che ponevano domande sull'attività amministrativa (cosa che oggi accade poco). Ne ha promosso l'immagine, ne ha fatto parlare come della Repubblica delle Donne, ha ricevuto giornalisti stranieri ed è stato un perfetto cerimoniere, parlando sia in italiano e sia in inglese e francese.

Io non condividevo il suo stretto legame con Simona Vicari, che avrebbe potuto fare di più per Cefalù, se non avesse fatto la fine di non pochi sindaci, che sono stati colpiti da un pericoloso delirio di onnipotenza. Ma questo mio giudizio negativo non m'impediva di riconoscere i meriti dell'addetto stampa e di considerare il suo emolumento meritato.

E' questo il motivo per cui sono rimasto come basito alle parole del Sindaco. Lo stesso motivo che mi spinge a esprimere questa breve correzione, a difesa del buon nome di una persona, che stimo per la sua professionalità.

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