Addio Cavaliere, vecchio cuore e vecchia anima della Democrazia Cristiana di Cefalù

Ritratto di Saro Di Paola

19 Febbraio 2014, 17:59 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

Ieri, 18 febbraio, Saverio Portera ha risposto alla chiamata del Padre.
Era nato a Cefalù il 20 febbraio 1924.

Iscritto, sin dal 1945, alla Democrazia Cristiana ne è stato il Segretario della sezione “Lorenzo Spallino” di Cefalù.
L’unico Segretario Politico, che, a Cefalù, ha avuto il più grande Partito della sua storia politico-amministrativa.
Dal 1961 al 1993, per oltre trenta anni, Saverio Portera è stato il Segretario ed il Cavaliere, per antonomasia, della Politica di Cefalù.

Eletto Consigliere comunale il primo dicembre del 1962, ha ricoperto questa carica, ininterrottamente, sino al marzo del 1988.
Quando, il commissario provinciale del partito, on. Mommo Giuliana, decise per il ricambio totale della rappresentanza consiliare.
Una decisione, che il Cavaliere, da Sindaco uscente e da Segretario in carica, accettò.
Con compostezza.
Per quell’innato senso del Partito che ha, sempre, contraddistinto la Sua azione Politica.

Il Cavaliere, oltre che segretario, era, anche, capogruppo consiliare della D.C. il 19 dicembre del 1963, quando, il Consiglio comunale elesse Sindaco, per l’ultima volta, il dott. Giuseppe Giardina.

Nelle amministrative del 10 dicembre 1967, il partito dello Scudo Crociato, con 16 consiglieri su 30, ottenne la maggioranza assoluta in Consiglio comunale e Saverio Portera, per la prima volta, venne eletto Sindaco di Cefalù, alla guida di un monocolore democristiano.

Quella giunta durò, soltanto, dal gennaio al giugno del 1968, quando il Cavaliere rassegnò le dimissioni.

Venne rieletto Sindaco nel 1972

E poi, ancora una volta, nel 1987.

Le tre sindacature del Cavaliere sono state, tutte, di breve durata.
Ciò perché a Lui, che anteponeva il ruolo di Segretario della D.C. a quello di primo cittadino, il partito fece ricorso nei periodi della vita amministrativa di Cefalù, dal 1962 al 1988, più delicati e più difficili da gestire.

Dopo le amministrative del 1988, con encomiabile spirito di servizio e di sacrificio, continuò, da segretario a guidare il partito.
Sino al 1993.
Quando, amato e “odiato”, decise di uscire, definitivamente, dalla scena politica di Cefalù.
Rassegnò le Sue irrevocabili dimissioni da segretario della sezione “Lorenzo Spallino” con una accorata lettera-appello, che inviò ai vertici nazionali e provinciali della Democrazia Cristiana.
Il Cavaliere uscì in punta di piedi.
Dalla Politica e dalla Democrazia Cristiana.
Senza che nessuno dei destinatari della Sua lettera Gli abbia, mai, accordato quell’incontro che Egli, nella stessa lettera, aveva chiesto.

Egli, che negli ideali di Libertà, di Giustizia e di Democrazia, dello Scudo Crociato aveva fortemente creduto.
Per oltre mezzo secolo.

Egli, che quel partito, a Cefalù, aveva rappresentato e guidato.
Per oltre trenta anni.
Con grande dignità e con elevatissimo senso di responsabilità.

Egli, che, da segretario sezionale, aveva onorato il Suo ruolo.
In tutte le occasioni.
Istituzionali e di partito.
Oratore, a braccio, di rare capacità, comiziando a Piazza Duomo o in qualsiasi altro luogo, mai, sfigurò al fianco di illustri parlamentari nazionali e regionali.

(6 giugno 1971 : il Presidente del Consiglio On. Emilio Colombo ed il Presidente della Regione On. Mario Fasino in visita a Cefalù)

(1968 : Il Presidente della Regione On. Vincenzo Carollo e l'On. Paolo Iocolano a Cefalù)

(10 marzo 1968 : Celebrazioni per il centesimo anniversario dell'Azione Cattolica)

Personalmente, ho avuto l’onore di essere stato, insieme al Cavaliere, consigliere comunale della D.C., negli anni dal 1978 al 1988.
Per circa tre anni, ho avuto l’onere ed il privilegio di starGli al fianco, come capogruppo di 14 consiglieri comunali.
Ricordo che, in quegli anni, durante i dibattiti consiliari, anche i più accesi,  mai, ho avuto momenti di scoramento di fronte agli attacchi politici degli esponenti della nostra controparte.
Esponenti, illustri e qualificati, che, in certi periodi si sono chiamati : Giuseppe Corsello, Gioacchino Ventimiglia, Domenico Portera, Alfredo Mario Lagrua, Giovanni Cristina, Michele Filippone, Vito Punzi, Vincenzo Guarcello …….

Da semplice consigliere e da capogruppo, ad evitarmi lo scoramento era la certezza che a rispondere a quegli attacchi sarebbe stato Lui, il Cavaliere.
Lui, il segretario del partito di maggioranza relativa, a cui, in quegli anni, veniva concesso di chiudere i dibattiti.
Lui, che con il dono dell'oratoria che si ritrovava sapeva trovare, sempre, le parole, gli argomenti ed i toni giusti.
Per rintuzzare le critiche della controparte.
Per fare uscire a testa alta la Democrazia Cristiana e le Amministrazioni che, di volta in volta, la Democrazia Cristiana esprimeva.
Con decisione e con fermezza.
Ma, senza scadere, mai, nell' invettiva, nell'offesa  e nel dispregio della controparte.

Oramai, sono troppi gli anni che guardo al Cavaliere come ad un gigante della Politica di Cefalù.
Un gigante , che mi appare più gigante, oggi che il Cavaliere è passato nel Regno dei Giusti.

Con la Sua scomparsa si chiude una pagina della storia Politico-amministrativa di Cefalù.
Una pagina lunga, lunghissima.
Una pagina, che, nel bene e nel male, dopo il suo congedo dalla Politica, nessuno, sinora, ha avuto la capacità, l’abilità, la forza e la continuità di riaprire.
Per continuarla a scrivere.

Addio Cavaliere!
Addio vecchio cuore e vecchia anima della Democrazia Cristiana di Cefalù !

Saro Di Paola, 19 febbraio 2014

La foto dell'anteprima dell'articolo è tratta da Cefalunews

Commenti

Ho avuto molte volte l'onore ed il piacere di intrattenermi, sulla pubblica via, con "il cavaliere" Portera, com'era da tutti conosciuto, traendone ogni volta spunti di riflessioni e pensieri che riguardavano la nostra Cefalù.

Lui che è stato, davvero, "un protagonista" della vita politica cefaludese (così come egregiamente ricordato dall'amico Saro Di Paola) amava, in quei pochi momenti, esternarmi la sua simpatia ed il suo compiacimento per il medesimo voler bene a questa città.

Alla Sua famiglia, ed ai Figli in particolare, esprimo le mie più sentite condoglianze.

Rosario Fertitta

e non posso che unirmi al dolore di tutta la comunità cefaludese.

Da oggi sarà un'altra memoria da coltivare, senza il conforto della Sua radiosa presenza.

Esempio di cittadino e di politico democratico di spessore. Gentile e corretto nel tratto, esperto e saggio nelle decisioni,  gioviale nei rapporti.

Apprendo, oggi, la ferale notizia da questo Giornale.

Ho avuto l'opportunità, sette anni fa  (3 Giugno 2007),  di stilare un commento  sul testo "Lettera aperta alla cittadinanza";  memoria   che il Cav. Portera scrisse e che mi ha voluto dare:  nell'incipit  l'ho definita  "..accorato e appassionato sfogo politico--letterario di una Persona onesta che, negli anni passati, ha dedicato una non breve parte della propria esistenza a gestire la Cosa Pubblica in Cefalù...."

Oggi, abusare di frasi fatte come  "...i Migliori se ne vanno.."  mi sembra retorico e superfluo.

Mi unisco al cordoglio di quanti lo conobbero e lo stimarono ed esprimo sentite condoglianze alla Famiglia.

Se n'è andato un Uomo che ha rappresentato Cefalù con passione politica, cultura e onestà. Un Uomo d'altri tempi, di quei tempi in cui si ricostruì l'Italia e la stessa Cefalù. Si saranno pur commessi errori, ma si è ricostruito un Paese non soltanto materialmente, ma anche moralmente e politicamente.

Saverio Portera era un Uomo che aveva una meta e, per dirla con il saggio, "erra sempre chi tende a una meta". "Erra", ma va avanti e contribuisce a fare andare avanti il proprio Paese. Tutto questo dobbiamo a Saverio Portera: essere andati avanti anche con il suo aiuto. Abbiamo smesso di andare avanti, quando si è ritirato stanco per l'età e forse deluso.

Nel dolore sono vicino ai figli e li abbraccio affettuosamente.

Cari Familiari,

Gentili voi tutti,

Quando si è chiamati a svolgere il ruolo di Primo servitore della propria città, occorre prendere coscienza del fatto che questa funzione comporta anche il dovere di presenziare a momenti di grande tristezza, che toccano profondamente l’animo, ma dinnanzi ai quali si avverte la chiara consapevolezza di non potersi sottrarre.

Mi addolora immensamente partecipare ad una circostanza come quella che ci vede raccolti oggi, per dare l’ultimo saluto al caro Saverio. Il mitico, ineguagliabile, Segretario politico della Democrazia Cristiana. Una legenda, che richiama in me il ricordo di quegli anni in cui mi affacciavo alla vita politica, affascinato dalle straordinarie capacità oratorie del Cavaliere Saverio Portera.

Tuttavia, non intendo svolgere un elogio funebre, né, tantomeno, tratteggiare la grande figura umana di colui che ci ha lasciati. Altri, qui presenti, sono ben più titolati di me per farlo, in quanto hanno trascorso molti anni della loro vita al suo fianco e hanno condiviso con lui la passione per l’impegno politico e il servizio nei confronti della comunità cefaludese.

Intendo, dunque, dal profondo del mio cuore (certo di interpretare il comune sentimento di tutti), rivolgere semplicemente un grazie all’abile Amministratore, all’appassionato politico, al grande uomo, Saverio Portera.

Ci sono dei momenti in cui ci si sente assaliti da un senso di vuoto e di spaesamento a seguito di una grave perdita. Penso che, oggi, questa sensazione di smarrimento sia condivisa dall’intera città; da coloro i quali hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di apprezzarne le qualità umane e la grande lucidità del suo impegno politico e amministrativo, e da quanti per ragioni anagrafiche non hanno avuto la fortuna di conoscerlo a fondo.

Penso, infatti, che questo sentimento derivi dalla sensazione di vuoto che la sua dipartita ci lascia. Da oggi la nostra città è più povera perché Il nostro concittadino ha rappresentato insieme e, forse, più di altri, la voglia di riscatto, di sviluppo e di benessere della nostra città.

Al mondo ci sono persone che rappresentano esse stesse una intera epoca. Penso che Saverio fosse tra questi. La sua parabola umana e politica si identifica con quella di un periodo storico nel quale la nostra Cefalù ha vissuto una crescita senza eguali passando dall’essere un piccolo paese di provincia, dalla grande storia ma da una economia legata alla pesca e all’agricoltura, ad una rinomata meta turistica di livello internazionale.

Certamente ciò fu reso possibile dalla grande visione politica di tanti uomini che ebbero l’intraprendenza di osare e di sapersi scommettere. Saverio fu tra loro e seppe assumersi sempre, con coerenza, onestà, lucidità, coraggio, il compito di assumere scelte determinati.

Egli seppe interpretare pienamente le dinamiche sociali e politiche proprie del suo tempo, creando opportunità di sviluppo, lavorando incessantemente per contribuire a creare le basi per un futuro migliore.

Egli, con il suo operato e con l’esempio offertoci dalla sua umana esistenza, ci ha insegnato che fare politica vuol dire perseguire una precisa etica che sta alla base di ogni scelta, e che svolgere al meglio il ruolo di servitori della comunità vuol dire saper ascoltare e interpretare i bisogni della gente, portando avanti, a testa alta, le proprie scelte.

E se lui non abbassò mai il capo davanti alle critiche, alle difficoltà, alle amarezze, alle delusioni, io, a nome della città, sento vivo il dovere di chinare il capo dinnanzi al suo feretro e di rivolgere alla sua memoria un grazie sentito e commosso per l’instancabile opera da egli svolta per la crescita umana e materiale della nostra Cefalù.

Grazie Saverio.