Russia vs Ucraina

Ritratto di Enzo Rosso

3 Marzo 2014, 17:26 - Enzo Rosso   [suoi interventi e commenti]

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Egregio Direttore,

a proposito della partecipazione alla Fiera del Turismo di Mosca da parte del nostro Comune, vorrei modestamente dire la mia. Sono d'accordissimo con il nostro Sindaco Lapunzina circa la esigenza di partecipare a questa importantissima Fiera. Per quanto riguarda l'opinione di coloro che si oppongono, opinione naturalmente rispettabilissima, vorrei obiettare quanto segue:

1) Come dice giustamente il Sindaco, non tocca a noi intraprendere iniziative che riguardano piuttosto la politica estera, senza per questo non provare solidarietà per il popolo ucraino;

2) Se noi dovessimo misurare la nostra partecipazione a eventi esteri solo attraverso parametri politici e dei diritti civili, mezzo mondo ci sarebbe precluso (in Cina c'è la pena di morte, il Tibet è tiranneggiato come tutti sanno, eppure, quando gli imprenditori cinesi vengono in Italia, i tappeti rossi si sprecano);

3) La crisi del turismo a Cefalù ha fatto, e purtroppo ancora farà, molte vittime. Se noi ci impantaniamo in questioni politiche che potrebbero pregiudicare l'arrivo di tanti turisti russi, il risultato sarà un'occasione mancata, l'ennesima;

4) Poi, siamo proprio sicuri che la mancata spedizione a Mosca della nostra delegazione contribuirà alla soluzione del problema ucraino? Non credo che il mondo attenda con trepidazione la presa di posizione dei nostri amministratori!

O sbaglio?

Commenti

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Come scritto nella sezione “Chi siamo” i “curatori” «si sono inoltre dato il compito di animarlo, con continuità, con propri contributi di opinione e informazione nella speranza che lo stesso facciano molti altri cittadini, enti ed associazioni.»
Nel ringraziare, dunque, il Sig. Enzo Rosso per la partecipazione giriamo la sua domanda agli iscritti di Quale Cefalù.

Se è vero che per avere un euro i Russi devono versare poco più di cinquanta rubli; se è vero che dopo la crisi ucraina la GazProm ha perso in borsa oltre il 14% del suo valore; se è vero che proprio noi Italiani riceviamo dall'Ucraina oltre il 30% del gas consumato e che è prevedibile un aumento del suo prezzo; se è vero, infine, che tali costi non potranno mai essere coperti dall'incasso di un auspicabile afflusso turistico russo a Cefalù; se sono vere queste riflessioni economiche, allora la risposta alla domanda del signor Rosso non può che essere SI'!

Se poi vogliamo passare dalla riflessione economica a quella etica, non credo che sia moralmente accettabile sedersi al tavolo con chi della libertà e del diritto all'autodeterminazione dei popoli ha una quantomeno scarsa consapevolezza e ancor più scarso rispetto, la risposta è ancora SI'!

La considerazione politica, infine, spinge ancora di più al SI': tutto il Mondo libero ha protestato contro la politica di Putin, per cui, se anche Cefalù fa parte di una Nazione libera, che condivide le prese di posizione dell'ONU, andare a Mosca soltanto per fare turismo equivale a fare "politica contro" piuttosto di non fare politica estera, come dice il Sindaco. Non è, infatti, un'associazione privata ad andare a Mosca, ma un'Istituzione della nostra Repubblica, per di più senza  la compagnia delle associazioni private, che dal turismo potrebbero trarre vantaggio.

E' senz'altro vero che non è eticamente accettabile sedersi allo stesso tavolo con chi dimostra poca consapevolezza dei diritti umani, noi che siamo un popolo che a spada tratta li supportiamo;

è anche vero che l'ipotetica partecipazione alla fiera di Mosca della nostra Delegazione non garantirebbe un congruo flusso turistico nel nostro comprensorio, atteso il particolare precario momento economico internazionale che ci sovrasta;

è pure notoria la presa di posizione di tutto il mondo libero contro la politica di Putin, soprattutto nei riguardi dell'attuale problema ucraino.

E in quanto a ciò sono d'accordo con Angelo.

Ma è pure vero, come propone Enzo, che il non andare alla fiera di Mosca non favorirebbe di certo la soluzione pacifica dell'anzidetto problema, risultando soltanto un condivisibile atto di dignità.

Poichè, ancora, politicamente, eticamente e moralmente, noi siamo per la distensione, andarci potrebbe forse assumere la connotazione di un gesto liberale, rappresentativo dei nostri più radicati valori;

e, infine, perchè precluderci una ipotetica possibilità commerciale, senza che la nostra astensione porti a qualcosa di concreto?

Il dissenso può anche essere espresso su altri livelli.