Uno scellerato misfatto al Comune

Ritratto di Angelo Sciortino

21 Aprile 2014, 15:55 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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La data dell'ultimo Consiglio comunale passerà sicuramente alla storia, per essere stato esso l'artefice di un atto scellerato, i cui effetti rischiano d'essere gravissimi anche in futuro, perché altri potrebbero apprendere la lezione sbagliata impartitaci da ben otto consiglieri.

Essi hanno dimenticato che i primi due commi dell'articolo 21 della Costituzione così recitano: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Non so se per ignoranza dell'articolo o per misconoscimento dei sacri principi, che sono alla base dell'intera intelaiatura della nostra Carta Costituzionale – per la cui affermazione morirono non pochi uomini – ma sta di fatto che durante l'ultimo Consiglio comunale ben otto consiglieri su venti hanno presentato quella che erroneamente hanno definito pregiudiziale, mentre invece era soltanto un bavaglio, perché aveva il solo scopo d'impedire di discutere un punto all'ordine del giorno.

Tutti, e fra essi Piero Calamandrei, si saranno rivoltati nella tomba, prendendo atto di quanto siano cattivi discepoli questi consiglieri. Lo stesso sarà accaduto ai tanti indimenticati cefaludesi, come Spinuzza e Mandralisca, che si batterono per la libertà. E dire che fra gli otto ce n'è uno che dichiara di avere la passione per la storia!

Fa specie, infatti, pensare che tale finta pregiudiziale sia stata presentata in un consesso democraticamente eletto per essere un baluardo proprio a difesa della democrazia, della libertà e del “diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero”. Eppure è accaduto, a dimostrazione che qualunque siano le ignoranze sommate, il risultato non potrà non essere che ancora un'ignoranza!

E quando l'ignoranza è sostenuta dalla forza dei numeri, s'impone alla sapienza, come s'impose a Socrate e a Gesù. Nulla di strano, dunque, che essa si sia imposta in Consiglio, impedendo di discutere su una questione, dalla quale deriveranno forse danni ingenti alle casse comunali.

Come ci ha insegnato un grande uomo di cultura, una democrazia non ha bisogno di oratori, ma di ascoltatori. Come credere che in Consiglio ci sia democrazia, se non soltanto non si vuole ascoltare, ma vi si toglie persino la parola?!

Ancora più specie fa il fatto che la cosiddetta pregiudiziale abbia avuto il parere favorevole del Segretario comunale, che, secondo la normativa, dovrebbe avere il compito, tra l'altro, di essere colui che esprime il parere sul rispetto delle norme giuridiche e, in particolare, della Costituzione!

Insomma, dobbiamo prendere atto che il problema del Consiglio non sarà risolvibile, finché non sarà imposto il rispetto dei principi basilari della Costituzione. Il resto, tutto il resto, sarà soltanto il prevalere dell'arroganza, che purtroppo fa rima con ignoranza.

Commenti

Temevo che le solite chiacchiere da bar e il vaniloquio tipico dei social network avrebbero distorto quanto successo sull'ultimo punto all'odg del Consiglio Comunale scorso; certamente non me l'aspettavo da parte di Angelo Sciortino, che molto spesso, anche quando è agli antipodi delle mie opinioni si sa far apprezzare per acume di ragionamento e per rispetto almeno del criterio di verisimiglianza nel riportare le notizie, a meno che non inventi una delle sue paradossali ricostruzioni storiche in cui come l'antico Luciano di Samosata preannuncia ai suoi lettori che l'unica cosa vera è che "non dirà mai la verità". Stavolta, invece, andando a scomodare addirittura la Costituzione Italiana e, ancor più addirittura, Socrate e Gesù Cristo, ha montato una ricostruzione dei fatti che nulla ha a che vedere con la verità: piuttosto che averla ascoltata in radio sembra averla origliata ad intermittenza nel suo quotidiano procedere fra Via Matteotti e Piazza Garibaldi, mentre almeno stavolta, prima di scrivere il suo intervento, si sarebbe dovuto astenere persino dal transitare dalla prima, quanto meno per evitare un palese fumus di "incompatibilità ambientale" ironicamente sparso su tutta la strada! Non entro in polemica sul contenuto del punto all'ordine del giorno né sulle conseguenze possibili o immaginarie derivanti dalle scelte già compiute dai Consiglieri Comunali: sono già agli atti miei ampi interventi pubblici e in Consiglio, nonché soprattutto mie espressioni di voto, che rivelano senza infingimenti e senza ipocrisie la mia posizione, negli anni più che coerente. Quel che mi disturba e te lo dico, Angelo, senza peli sulla lingua è la tua arbitraria intenzione, anche questa volta, di disegnare l'aula consiliare di Cefalù come un "non-luogo", abitato da esseri subumani senza controllo del cervello, se si eccettua qualcuno che, a tua assoluta discrezione, intercetta i messaggi telepatici della tua superiore e infallibile mente e, come un automa da te manovrato, esprime in parole e gesti il tuo pensiero, tragicamente però destinato a rimanere minoritario poiché appunto i superiori e gli infallibili sono così pochi da essere travolti dalle fiumare di incolti, dissennati o, come ami dire tu, "minus habentes" comandanti in forza dei soli e ottusi numeri. In verità, tu accusi di mancanza di saggezza ma la dissennatezza è la tua; tu accusi di mancato rispetto delle regole ma l'eversione dalle regole è la tua; tu accusi di mancanza di democrazia ma l'antidemocrazia è la tua. Più volte è successo che tu abbia approfittato proprio di quell'Art. 21 della Costituzione, che ora tu richiami a sproposito, per offendere il Consiglio Comunale, in toto o in parte; una tantum voglio risponderti perché il Presidente di quel Consiglio non è diventato né sordo né muto né imbecille dopo la sua elezione e sente il dovere di difendere la dignità sua e degli altri Consiglieri soprattutto dalle falsità, come quelle che tu hai tentato di raccontare maldestramente. Mi sono dilungato perché in realtà c'è bisogno di poco per smentire la maldicenza del bavaglio posto alla democrazia consiliare con una pregiudiziale, che anch'io ho votato: non so se ti riferivi a me con la battuta sulla "passione per la storia", anche se per me la Storia oltre che passione è professione, ma ti assicuro che, quando vorrai qualche lezione gratuita sui più vari argomenti di Storia, troverai, fra quegli otto Consiglieri, almeno tre persone che te le possono fare con titoli certificati e verificati, senza millantare conoscenze o competenze da docente. La pregiudiziale è stata presentata dai Consiglieri di maggioranza alla fine di una sessione in gran parte dedicata alla trattazione di punti richiesti dai Consiglieri di opposizione e che hanno avuto un'ampia trattazione nel pieno rispetto delle regole democratiche: è questo il contesto in cui si pone e non certo in un ambiente intriso di intimidazione o di arroganza da parte dell'Amministrazione, della maggioranza o del sottoscritto, che ha il compito di presiedere i lavori. La pregiudiziale è normata dall'Art. 30 del Regolamento Consiliare, che è stato applicato alla lettera e nella sostanza: il Segretario Generale non è tenuto ad esprimersi sull'ammissibilità della pregiudiziale, perché compete al Presidente, ma quest'ultimo non si è sottratto all'invito di qualche Consigliere e ne ha chiesto l'intervento per ulteriore serenità dei lavori. Comunque, va detto ed è questa l'unica verità dei fatti, ben ricostruibile dalle registrazioni, che la questione pregiudiziale è stata correttamente posta dal Consigliere Prof. Garbo solo dopo che era stato dato modo al Consigliere Avv. Riggio di introdurre il punto richiesto sulle Ex Poste, direi più che ampiamente avendo egli parlato per oltre 17 minuti, in cui ha ricostruito la vicenda e l'ha, a suo dire, aggiornata e riproposta. Dopo l'esposizione della pregiudiziale, a norma di Regolamento, sono intervenuti, in rappresentanza dei loro gruppi, i Consiglieri Cassata e Liberto che, parlando contro la pregiudiziale, hanno anch'essi ampiamente esaminato il punto delle Ex Poste, pur dovendosi - a rigor di norma - attenere alla espressione di voto sulla pregiudiziale: il mio atteggiamento è stato di palese elasticità, ben capendo l'attesa che c'era su tale punto da parte dell'opposizione. D'altronde, se avessi voluto mettere un bavaglio, come dici tu, Angelo, alla discussione sull'argomento, avrei potuto trovare già io - te l'assicuro - tanti motivi di inammissibilità di tale punto proposto dai Consiglieri Riggio + 3: invece, malgrado le personali perplessità, l'ho messo all'odg della sessione consiliare convocanda, senza neanche attendere i 20 giorni di cui ho diritto prima di inserire un punto all'odg, rinviando di chissà quanto tempo la trattazione della questione; ho votato, però, la pregiudiziale perché le motivazioni esposte dal Consigliere Prof. Garbo hanno rafforzato le mie perplessità sulla possibilità di deliberare su tale argomento, del resto già oggetto di più dibattiti consiliari e di conseguenti deliberazioni. Quindi, Angelo, ti esprimo tutto il mio indignato disagio nel sentirti affermare di carenza di democrazia, di scelleratezza o, addirittura, di pregiudiziale d'incostituzionalità, per tacere della tua squallida "rima" fra arroganza e ignoranza, su una porzione di dibattito consiliare che è stata del tutto diversa da come tu la rappresenti; sei stato offensivo e ingeneroso verso quella parte di Consiglieri Comunali che, attenendosi con scrupolo alle regole, hanno proposto e votato una pregiudiziale dopo essere stati ampiamente "ascoltatori" degli ampi "oratori" d'opposizione su vari punti all'odg e anche su quello richiesto; sei stato offensivo e ingeneroso verso di me, che ho presieduto la seduta con altrettanto scrupolo nel totale rispetto delle regole e con il più comprensivo spirito democratico. Questo ti volevo dire ... e te l'ho detto!

Caro Toni, voglio prima ringraziarti per avermi degnato della tua attenzione e poi per avermi considerato degno del tuo commento.

La mia gratitudine, però, non può esimermi dal commentare a mia volta alcune tue affermazioni.

Comincio proprio dalla prima, quella in cui fai riferimento a Luciano di Samosata. Se mi conosci bene, sai che non è Luciano un mio maestro, ma Senofane con l'affermazione che “la realtà è soltanto una ragnatela di opinioni”. Sì, caro Toni, perché io non so, come qualunque uomo non può sapere, qual è la verità. Inutile che ricordo a te, che ne sei un convinto seguace, il silenzio del Cristo, quando Pilato gli chiese di dirgli che cos'era la verità. A questo principio mi attengo da sempre e considero le mie non verità, ma soltanto opinioni. Specialmente quando esse sono condivise da un grande numero di uomini, perché ognuno di essi è soltanto soggetto che erra.

Così tu, io e tutti gli altri uomini non possiamo considerarci possessori di verità, anche quando dovessimo esserlo davvero, perché la nostra debole ragione potrebbe ingannarci.

Quando faccio riferimento a un consigliere auto definitosi “innamorato della storia”, non mi riferisco a te, che come me non sbandieri il tuo “innamoramento” per la storia, avendo per oggetto del tuo sentimento la “cultura” e non sue parti. E questa considerazione di te in quanto uomo di cultura mi rende inaccettabile il tuo riferimento a “titoli certificati e verificati”. Verificati da chi? Ogni giorno, tu lo sai bene, se vogliamo essere uomini, dobbiamo metterci in discussione con noi stessi e soprattutto con coloro che non pensano come noi.

Se alludi ai titoli accademici, lasciami dire con forza che essi, tra i tanti, hanno il difetto di avere un valore legale e in forza di questo imprimatur devono ricevere il riconoscimento di tutti, anche quando la ragione di questi tutti si ribella a simile riconoscimento. A te, che mi sovrasti in cultura e intelligenza, non voglio ricordare che la più antica università del mondo nasce come universitas magistrorum e non come universitas studiorum, come accadde con quella di Napoli, creata con decreto reale da Federico II. I Paesi Anglosassoni, che non hanno mai creato università con decreto reale, non danno valore legale ai loro titoli accademici. Il merito acquisito con la laurea gli studenti devono dimostrarlo ogni giorno della loro vita. In questo senso, pertanto, i tre consiglieri dei quali parli potrebbero darmi lezioni, ma non in forza di “titoli certificati e verificati”, ma della loro apertura mentale, che purtroppo continuano a non dimostrare, come chiunque potrà ascoltare nel video del Consiglio comunale oggetto della nostra polemica (http://www.qualecefalu.it/node/10532).

Non voglio aggiungere qual è il significato di “pregiudiziale” sia nella lingua italiana e sia nella procedura giudiziaria e nel dibattito politico, perché mi sembra evidente come essa non possa essere uno strumento per impedire il dibattito su qualsiasi opinione sul tappeto della polemica. Proprio com'è accaduto nel Consiglio del 15 aprile.

Comunque, credo che l'ascolto o il riascolto della seduta potranno dare ai lettori tutti gli argomenti per valutare su questa nostra polemica, depurata dalle tue consuete ironie, come quella in cui fai riferimento alla via Matteotti e a un “palese fumus di incompatibilità ambientale”. Se lascio il mio eremo di Testardita, caro Toni, ciò accade soltanto per affetto, lo stesso affetto che costringe a restare accanto a una persona cara in agonia, come io preferisco restare accanto al mio Paese in agonia.

Amo le chiacchiere da bar
e i vaniloqui,
ovunque si muovano tra le brezze
fresche delle libere coscienze.
Amo gli antipodi, gli ossimori e le contraddizioni
perché fanno comprendere il mondo.
Da nulla mi astengo se non per mia volontà.
Diffido da quelli che dicono
“non ho peli sulla lingua”
perché, sempre,
lo dicono tra i denti
e con la voce impastata.
Amo le minoranze perché sono
sale nelle ferite purulente
delle maggioranze
tronfie solo dell’essere maggioranze.
Mi danno làstima quelli che "trattano punti"
specie se lo fanno nell’ordine
del niente.
Ma di pregiudiziali nutro il mio edonismo
e le cerco, e le bramo,
praticamente
ne faccio collezione.
Le più belle,
le più ardite
le più corrusche
amo riporre sotto campane
di cristallo
e guardarle brillare
alla luce orizzontale
del tramonto
regalandomi
il piacere sublime
di chiamarle cazzate!