Un urlo per chiedere la salvezza della Sicilia

Ritratto di Deborah Maranto

18 Agosto 2014, 10:13 - Deborah Maranto   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

 

Un monotono sabato cefaludese si anima e diventa un importante momento di riflessione grazie alla presenza dello scrittore Pietrangelo Buttafuoco e alla presentazione del suo bellissimo libro "Buttanissima Sicilia".

Un libro di appena duecento pagine, che soltanto chi ama veramente quest'isola, ma che è, soprattutto, stanco di vederla quotidianamente mortificata, poteva scrivere. Lo scrittore con maestria riesce a denunciare e a fornire un'analisi lucida e realistica dell'attuale situazione siciliana, mettendo in luce le criticità che stanno portando alla rovina l'intera Isola. La Sicilia, isola sedotta e abbandonata, che della sua autonomia, non ha saputo trarre alcun beneficio, ha oggi, però, la sfortuna di essere governata dal "Pappagone di Sicilia", un uomo che trascorre le sue giornate a organizzare conferenze stampa, a fare comunicati e contro comunicati, a criminalizzare i problemi che necessitano di una soluzione, piuttosto che a realizzare la tanto sbandierata e promessa rivoluzione. E , così, l'Isola dall'importante patrimonio artistico-culturale, che potrebbe "campare di turismo e cultura" oggi non funziona più ed è stata ridotta in "una fogna di potere". Per rendersi conto di quanto l'analisi di Buttafuoco sia veritiera e realistica non serve andar lontano, perché basta rivolgere il proprio sguardo a Cefalù. Un paese incantevole, ricco di cultura, che, però, come tutta la Sicilia, "non funziona più se non come marchio" per ospitare fiction, talent show o per diventare la pubblicità anonima in un aeroporto.

Dopo la lettura del libro, e soprattutto dopo aver ascoltato le parole di Buttafuoco, mi sono chiesta più volte perché i siciliani non solo non sono in grado di valorizzare le bellezze che possiedono, ma, soprattutto, perché non sono neppure in grado di difenderle da chi con incompetenza sta distruggendole. Ho faticato a darmi una risposta, fino a quando mi sono tornate in mente le parole del Gattopardo, il quale, rifiutando la nomina di senatore, disse che ciò che volevano i siciliani era il sonno e lo desideravano così tanto che non si sarebbero svegliati neppure alla presenza di bellissimi doni. È triste ammettere che ancora oggi sia così, ma questo popolo sembra davvero desiderare soltanto il sonno. Forse, per svegliare i siciliani dal torpore in cui da troppo tempo giacciono e per poter consegnare la Sicilia allo splendore che merita, bisogna seguire il consiglio di Buttafuoco e nominare, quindi, un commissario dello stato al posto del governo regionale. Soltanto così questa "buttanissima Sicilia" potrà diventare bellissima. Perché al momento, così come disse Enzo Maiorca, dopo aver visto le brutture della Sicilia, quest'isola, nonostante le sue bellezze, può essere considerata soltanto bella e non bellissima come meriterebbe. Spero che tanti leggano questo grido d'allarme di Buttafuoco, anche perché il libro tocca tanti altri argomenti importanti.
Io, dopo la presentazione, me ne sono tornata a casa con l'amarezza di chi si accinge a guardare con sguardo obiettivo la realtà che la circonda, ma allo stesso tempo con la speranza che qualcosa ancora per questa terra possa cambiare, e magari proprio grazie alle persone che hanno ancora il coraggio di dire le cose come stanno.

Grazie, quindi, a Pietrangelo Buttafuoco per aver espresso senza remora alcuna il suo pensiero e per aver deciso di condividerlo con noi tutti.

Commenti

Questa è una terra meravigliosa, ma per quanto tempo ancora?

Tutto si ripete immutabile, cambia soltanto la scena e gli attori, ma il fuori scena, l'osceno, cristallizzato, rimane sempre uguale, perchè uguale rimane il copione del dramma che stiamo recitando.

Comincio ad amare sempre meno questa terra, perchè amo sempre meno i siciliani, popolo che non ha mai imparato nulla dalla sua drammatica storia. Votato al compromesso, al servilismo, senza memoria...... Pochi quelli che hanno gridato, ostinatamente queste parole: libertà, onestà, rispetto, coraggio, giustizia, amore, sensibilità, altruismo, e non hanno mai trovato risposta.

Il futuro, in questa terra non esiste, perchè è già difficile sopravvivere al presente.

Caro Salvatore, ero alla presentazione del libro e presenti c'erano pochissimi cefalutani e nessun giovane, tranne l'Autrice dell'intervento, che di anni non ne ha ancora venticinque. Tutto ciò dovrebbe farci disperare per il futuro, ma questa sola presenza ci costringe a sperare e, soprattutto, a combattere per il suo futuro.