Nuove procedure giudiziarie

Ritratto di Angelo Sciortino

16 Ottobre 2014, 18:27 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Il Sindaco ha rilasciato a Cefaluweb (http://www.cefaluweb.com/2014/10/16/cefalu-lapunzina-preso-sprovvista/) la seguente dichiarazione a proposito della questione relativa all'albergo, rimasto incompiuto, del Lungomare: “Stavamo portando avanti una transazione con la società Cfc, quando l’accordo sembrava stesse per andare in porto il legale della società ha deciso di mandare in decisione la causa. Non potevamo pertanto costituirci. Adesso invece in seguito alla decisione del Tar di indire una nuova pubblica udienza ci costituiremo. Delibereremo oggi. L’accordo prevedeva un passaggio in consiglio comunale – ha concluso il primo cittadino – per determinare da parte dell’ente la delimitazione delle nuove aree che la Cfc avrebbe lasciato ad uso pubblico. Purtroppo gli accordi erano solo verbali perché altrimenti oggi non staremmo a discutere di queste cose. Preferisco non commentare il comportamento della Cfc”.

Anche a non riportare quanto risponde la controparte a questa dichiarazione, non sarebbe male che la giudicassimo per ciò che essa afferma di sbagliato sia sotto il profilo della procedura di diritto amministrativo e civile e sia sotto il profilo degli errori di natura politica, quale il passaggio “in Consiglio comunale, per determinare da parte dell'Ente la delimitazione delle aree...”.

È la prima volta che accade che a decidere di “mandare in decisione la causa” sia un avvocato e non il Tribunale, sia esso amministrativo, civile e penale. Forse è un difetto mio, che non ho letto i trattati giuridici del Sindaco, ai quali devono attenersi i giudici di ogni ordine e grado.

Ma, pur ammettendo questa nuova lettura delle procedure, non vedo come una causa possa andare in decisione, se prima non viene data alle parti la possibilità di essere ascoltate e di presentare memorie e quant'altro esse riterranno utile a sostenere le loro ragioni.

E, infatti, proprio per questa ragione era stata fissata un'udienza per il 9 maggio 2014. A questa udienza il Comune non si è presentato e non si è costituito, perdendo ogni opportunità di difesa. I Giudici del TAR, come se riconoscessero una sorta di minorità della nostra Amministrazione, non sono andati dritti alla sentenza, ma con un'ordinanza inusuale hanno posto alcune domande, nella speranza che fosse superata tale minorità e concedendo un'altra possibilità al Comune di costituirsi in giudizio fuori termini.

A queste domande ha risposto l'ingegnere Duca, che però non vuole riferire in Consiglio e alla Città. Un rifiuto che ha molto di uno schiaffo e uno sputo in faccia metaforici.

Questa premessa per indicare su quali incerti ragionamenti poggia una verità innegabile: Cefalù ha nel suo Lungomare, nel suo salotto, un'opera ferma da quattro anni, che suona come rimprovero a un'Amministrazione e a una burocrazia, che in forza di arzigogoli giuridici o fantagiuridici escludono la creazione di posti di lavoro e sviluppo turistico, ma rovinano ancor più ciò che hanno rovinato e continuano a rovinare in nome del non conforme ma compatibile.

La Società CFC ha risposto alle mie domande che qualunque sua ragione sarà ormai compito dei Giudici darla. Essi sono tranquilli di essere nel giusto e non solo non temono qualunque sentenza, ma persino la auspicano, per liberarsi finalmente dalla ragnatela burocratica in cui sono impigliati.

Commenti

Questa la precisazione pervenutami: "da quindici giorni non facciamo più parte della cfc". Spero soltanto che questo ritiro non sia dovuto alla stanchezza per gli esagerati  ostacoli burocratici e che comunque il gruppo ritiratosi ne abbia il meritato tornaconto economico e morale.