Il PQD, il Partito della Querela Democratica.

Ritratto di Angelo Sciortino

28 Novembre 2014, 16:37 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Quando questa mattina ho letto che la Giunta ha votato una delibera, con la quale si stabilisce che l'Amministrazione presenta una querela contro il giornale La Repubblica e contro il giornale online Cefaluweb, sono rimasto esterrefatto, ricordando che la stessa Giunta non era stata altrettanto solerte nell'impegnare l'Amministrazione a costituirsi parte civile in un procedimento per voto di scambio, la cui prima udienza si è tenuta la settimana scorsa.

Se, infatti, le dichiarazioni sui due giornali, che riportavano la notizia di una presunta lettera del Prefetto, inviata a diverse Amministrazioni comunali, fra le quali quella di Cefalù, per avvertire del pericolo che alcuni appalti diretti avrebbero potuto favorire la mafia, tale notizia avrebbe offeso, se i fatti non fossero stati veri, l'onorabilità di questa Amministrazione e della stessa Città.

Sono convinto, però, che anche quel voto di scambio segnava un'offesa per la nostra Città, perché era un esempio di un pericoloso uso del metodo democratico.

Come mai, allora, la Giunta non ha preso alcuna iniziativa? Non era importante che quel terribile sospetto di voto di scambio si allontanasse dall'Amministrazione e dalla intera Città?

Sia come sia, c'è un altra riflessione da fare su questa delibera. Essa, anche se accolta e non archiviata dai magistrati, pospone la risposta dovuta ai cittadini, perché essa non potrà che venire, in maniera definitiva, soltanto dopo che saranno stati superati i tre gradi di giudizio previsti dal nostro sistema giudiziario. Troppi, se si considera che la risposta potrebbe essere immediata, se soltanto il Sindaco e il Prefetto chiarissero il contenuto della nota citata dal giornale La Repubblica e da questo stesso giornale attribuita al Prefetto.

In verità il Sindaco aveva dichiarato di avere scritto al Prefetto per chiedere di conoscere se la nota era vera e, nel caso lo fosse stata, quali contratti stipulati dalla nostra Amministrazione erano sospettabili di una così grave accusa. Della nota del Sindaco al Prefetto non si è saputo altro, se non che essa è stata scritta; della risposta del Prefetto si continua a non saper nulla.

In assenza di queste doverose risposte, che cosa fa la Giunta? Delibera di querelarsi contro i due giornali, rei di aver riportato la notizia della nota del Prefetto! Dalla Giunta, però, i cittadini si aspettano una difesa diretta, pronunciata da essa al gran completo, compreso quindi il Sindaco e il Segretario comunale.

Ma forse Cefalù e i suoi cittadini non meritano risposte, ma querele!

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Interventi correlati sulla vicenda della presunta nota della Prefettura di Palermo:

Interventi correlati sul procedimento penale per voto di scambio:

Commenti

Il comunicato diffuso dal sindaco nel gruppo facebook "Saro Lapunzina Sindaco di Cefalù" circa otto ore fa:

L'Amministrazione comunale di Cefalù ha affidato il mandato di procedere, in Sede giudiziaria, nei confronti del quotidiano “La Repubblica” e della testata online “Cefaluweb”, per le notizie diffuse nella giornata di venerdì 17 ottobre, circa ipotesi di infiltrazioni mafiose nell'affidamento di lavori pubblici da parte dell'Ente.

Riteniamo inaccettabile che si possa parlare, in maniera del tutto arbitraria ed infondata, di “ombra della mafia” sulla nostra Città, creando... danno all'immagine di Cefalù e mettendo in dubbio la correttezza dell'operato della Pubblica Amministrazione.

La diffusione di detta “notizia” trarrebbe spunto da una ipotetica lettera, che sarebbe stata inviata dalla Prefettura di Palermo ad alcune Amministrazioni comunali, tra cui quella di Cefalù, per informarle di un rischio di infiltrazioni mafiose.

Abbiamo a più riprese affermato che al Comune non è giunta alcuna lettera di tal genere e abbiamo scritto a S.E. il Prefetto per chiedergli di confermarci l'esistenza di un allarme di infiltrazioni mafiose negli appalti.

Anche in questo caso, nessuna allarme ci è stato segnalato.

Nonostante ciò, c'è chi, per evidenti ragioni di interesse politico, continua a speculare sulla questione. Ragion per cui, abbiamo ritenuto opportuno e necessario che la vicenda si sposti nella sede deputata all'accertamento della verità e delle conseguenti responsabilità.