Dove fare i Fuochi d'artificio?

Ritratto di Pino Lo Presti

1 Agosto 2012, 12:16 - Pino Lo Presti   [suoi interventi e commenti]

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2008

Uno dei più grossi problemi, emerso l'altra sera, nella organizzazione della ‘ntinna a mari è (come lo è stato dal 2010) la invalicabilità di un certo limite di orario per lasciare spazio e tempo agli operatori dei fuochi d’artificio di predisporre tutto quanto, e bene, per la sera.


Giusto che ogni cosa abbia un limite di tempo; talvolta si è arrivati a terminare quasi all’inizio della solenne Processione!
 Ma, in questo caso, si è dovuto anticipare l'inizio dalle solite ore 17 alle ore 16 (con buona pace per il solleone), pare che per rientrare si faccia addirittura qualche giro in meno dei soliti del pre-gara (mi pare 4 anzichè 5), pare pure che vi sia stato qualche danno a qualche vetro di qualche finestra prospicente il Molo, in qualche caso, nelle recenti edizioni.
Qualcuno mi ha, per spiegarmi, chiesto se pensavo a cosa sarebbe successo se facendo i Giochi sul Lungomare (dove si facevano una volta) prendesse a fuoco il tetto del Malik o una delle tante strutture in legno dei Lidi, e mi ricordava, in proposito (siamo coetanei), quando qualche volta è successo che, per un ritorno di vento, hanno preso fuoco le sterpaglie di qualche zona oggi adibita a parcheggio.

Io ricordo pure che una volta, tanti anni fa, il vento portò il fuoco persino sulla Rocca piena di sterpaglie, più o meno come ora.

E’ chiaro che parliamo di movimenti dell’aria imprevisti.

Ma quale è la differenza se un brandello di cartone infiammato cade su un balcone o un vicolo del Centro storico o nelle immediate zone, ai fianchi del lungomare?


Prima che riflettessi sulla sua domanda, mi è stato prontamente (lui ha fatto la domanda e lui si è ...) risposto che il danno sarebbe stato maggiore nel secondo caso! E, poi, ha aggiunto: pensa a dovere sgomberare due o tre lidi ... (oltre alla perdita del lavoro, la fatica e complessità della cosa)!

Qualcuno, in quella occasione, mi rassicurò sui possibili rischi per le case del centro storico, per il fatto che “i pezzi” sarebbero stati sparati verso il mare.

Un altro - di cui ancora conservo stima - si è sorpreso della questione che intendevo porre: “Ma come - mi ha detto -, lì, in quello specchio di acqua circondato dalle case, è più suggestivo!”
E, quasi gli brillavano gli occhi vedendo la “cartolina” della cosa.

Ma è stato anche attento - devo dire - quando gli ho proposto una diversa prospettiva della cosa.

Scrivevo su Laltracefalu, l’8 agosto del 2010:

E' possibile che i proprietari dei lidi (tra cui lo sponsor, quest’anno, proprio dei "giochi d'artificio") abbiano, per una loro duplice convenienza, determinato questa sceltà?
Con essa non solo si evitano i fastidi (ed anche i danni economici) della posa del materiale pirotecnico, collocato per tempo, sulla spiaggia; ma anche si può offrire ai clienti di tutti i locali del lungomare una vista - da sorseggiare con un drink - del centro storico, "da cartolina": un pò come, per i clienti di piazza Duomo, è stato per la "Processione"!
Se la festa è per la città, è più giusto che la città stia dalla parte della platea e lo spettacolo da quello del palco, posto di fronte; questa soluzione nulla toglie a chi volesse godersi lo spettacolo dal lungomare stesso.
Quell’altra soluzione sembra pensata invece più in ragione di una "immagine" di una Cefalù notturna da cartolina, ad uso e consumo dei turisti e dei clienti del lungomare.
Quanto, in questa Festività, resta pensato per essere “la Festa della Città”, e non una occasione di “animazione” per i turisti; una “animazione” alla quale la città fornisce solo la cornice e si fa carico di tutti gli oneri?
Qualcuno ha considerato che quanti nel Centro Storico prima potevano goderseli da casa, i "giochi", ora non lo possono fare più? E, penso soprattutto a coloro - specie i più anziani - che non vogliono o non possono uscire o andare in mezzo alla confusione sul lungomare.
In ultimo, ma non meno importante, una considerazione dell’avv. Rosario Fertitta: “già nel 2007, in occasione di quei Festeggiamenti, le autorità competenti ci vietarono di far brillare i fuochi proprio dalla zona del "Molo" per evidenti ragioni di sicurezza pubblica ed al di là della presenza o meno di "vento" . Prendo atto atto della evoluzione dei tempi
".

Le ragioni - ebbe a spiegarmi un Funzionario della P.S. - stavano nel “calibro”; riducendo il calibro, si riducono le distanze di sicurezza e, quindi, aumenta la discrezionalità sul luogo.

Ecco dunque un’altra considerazione: prima, i Giochi erano indubbiamente di un altro livello rispetto a quelli di questi ultimi tre anni; di nuovo c’è che vi sono più giochi sull’acqua. Peccato che le cose si vedano meglio, e da più parti (anche lontane tra loro), quanto più sono alte!
Sicuramente i capolavori della ingegneria artistica dei Fuochi si esprimono quanto più hanno spazio attorno, cioè esplodano in alto.

Così concludevo e così concludo ancora:

Abbiamo bisogno di gente di governo che ami, in primo luogo, i cittadini di Cefalù e non viceversa una città “oggetto-turistico”, da vendere!

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Se i costi non si elevassero in maniera eccessiva, la soluzione sarebbe senz’altro quella di spararli da opportune zattere sufficientemente al largo.

In altro modo (vedi mare mosso), penso che, dal punto di vista della qualità dei Giochi e dal punto di vista “sociale”, la soluzione migliore sia quella di farli partire - più o meno - da dove sono sempre partiti, sino al 2009.

Commenti

Credo sia sempre più urgente cominciare a parlare dei principi del cosidetto Turismo sostenibile ( nonchè ad applicarli). Una Amministrazione che abbia a cuore in primo luogo il benessere dei suoi cittadini non può permettere che si continui con l'attuale andazzo dei cosidetti operatori turistici per i quali Cefalù è soltanto qualcosa da vendere per il proprio esclusivo tornaconto. Non vorrei esagerare ma, guardando spassionatamente il fenomeno "turismo" a Cefalù, ci si dovrebbe accorgere che esso è applicato soltanto come fattore economico, non capendo che è invece oggi un fenomeno "culturale". E di un nuovo approccio al problema, superando tanti piccoli esempi di "turismo da rapina", sempre secondo me, deve farsene carico l'Amministrazione in primo luogo con l'appoggio di tutte quelle associazioni libere, "culturali" e di quei mezzi d'informazione realmente indipendenti.