Contro i mali, sempre più audace!

Ritratto di Angelo Sciortino

15 Dicembre 2014, 12:48 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Tu ne cede malis sed contra audentior ito (Tu non cedere ai mali, ma va loro incontro più audace).

Nel momento in cui l'atmosfera a Cefalù era cupa, come può esserla quella di una società dominata dal male mafioso e dalla paura di esso, mi sono attenuto a questo principio di Virgilio, quando ho dato il mio contributo per rendere più chiara tale atmosfera. Ne sono testimoni i verbali dei Carabinieri, i verbali del dibattimento in Tribunale durante il processo alla mafia delle Madonie, i verbali dell'Alto Commissariato per la lotta alla mafia diretto dal giudice Domenico Sica, i miei tre cani avvelenati contemporaneamente, quello che ho perduto materialmente e affettivamente, e, infine, Questori, Ufficiali e Sottufficiali dei Carabinieri, Giudici dei Tribunali di Palermo e di Termini Imerese.

Mai ho parlato di queste cose, perché il mio racconto sarebbe equivalso a una semplice sfilata di parole, mentre invece servivano, per ridare speranza alla nuova società libera, fatti e non parole. Così m'insegnò, in uno dei pochi colloqui, il giudice Borsellino. Se ora vengo meno a questo silenzio, ciò è dovuto al fatto che qualcuno si erge oggi a campione antimafia e non si rende conto che attorno a lui sta risorgendo proprio quell'atmosfera di venticinque anni fa. Non se ne rende così tanto conto, che accusa coloro che lanciano un grido d'allarme di sguazzare nel fango!

A questa persona voglio ricordare che, visto che non siamo sepolcri imbiancati rimproverati da Gesù, non abbiamo alcun timore di essere sporcati dal fango e che siamo pronti a sporcarcene pur di aprire gli occhi a quelli che non sanno vederlo. E chi mi ha rimproverato, è fra costoro che non sanno vedere.

Non mi si può dire, come mi si è detto: le carte erano a posto. Questo non toglie la responsabilità per l'errore commesso. Uno dei miei critici è stato il Presidente del Consiglio comunale. Egli è un cultore della lingua greca, che insegna nel nostro liceo, ma non dimostra di esserlo altrettanto della cultura greca. Se lo fosse, infatti, ricorderebbe Edipo, che andò a letto con la propria madre, ignorando che fosse tale. Quando se ne accorse, non disse: io non sapevo e quindi non sono colpevole, ma si auto punì, accecandosi.

Lo stesso dovrebbero fare coloro che hanno votato, ritenendo le carte a posto. Sotto l'aspetto tecnico erano sicuramente a posto, ma il Consiglio non è un organo tecnico. Esso raccoglie i rappresentanti dei cittadini e ai cittadini non si può dire di non aver esaminato anche sotto il profilo politico ed etico le ragioni della variante al PRG e chi ne sarebbe stato il destinatario. Così come è stato possibile a me, semplice cittadino, fare una facile ricerca su internet e scoprirvi cose che mi hanno fatto inorridire e preoccupare, a maggior ragione avrebbero potuto e dovuto farlo i rappresentanti dei cittadini, per deliberare con cognizione di causa una variante al PRG, che è pur sempre un cambio di regole, che finisce con il trasformare un bene agricolo, rivolto al servizio pubblico, in un bene edificabile, che finisce con il rappresentare un vantaggioso bene in favore di un privato. Se, poi, questo privato è uomo discusso, allora appare in tutta la sua gravità il non essersi attenuti, questi rappresentanti dei cittadini, al principio di Einaudi, da me recentemente ricordato, di conoscere per deliberare.

Questo l'aspetto generale della questione. Quello particolare è, invece, quello relativo alla nuova atmosfera, che giorno dopo giorno si offusca. Un'atmosfera in cui si usano le querele come se fossero lupare, per intimidire chi esprime opinioni o preoccupazioni per il futuro di Cefalù, dove intanto avanzano false accuse rivestite di dotte parole contro chi esprime opinioni contrarie a quelle di questa Amministrazione.

Facciano pure, perché mai questi nani dissennati non potranno colpire coloro che sono persone normali, ma giganti di fronte a loro. Sappiano, però, che questo loro silenzio o le loro deviazioni logiche di fronte ai nostri timori mi spinge a trasmettere questa mia riflessione al Prefetto, chiedendo che accerti se i timori espressi hanno ragion d'essere e perché, in questo caso, prenda le dovute iniziative a difesa della società e dei cittadini.

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Intervento correlato:

Che bisogno c'è di sapere se esiste una nota del Prefetto? - Angelo Sciortino - 12 dicembre 2014 (http://www.qualecefalu.it/node/15744)

Commenti

Mi chiedo quante manifestazioni e proteste nonché richieste alla magistratura avrebbero sfoggiato sul blog l'altracefalu i vecchi consiglieri del gruppo PD dopo l'articolo incriminato di Repubblica. O forse come molti di noi più correttamente hanno fatto sì sarebbero limitati a provare sincera preoccupazione per la notizia e allarmato il sindaco perché provveda a fare luce?