Avviata la procedura per la dichiarazione del dissesto

Ritratto di Comune di Cefalù

18 Dicembre 2014, 13:26 - Comune di Cefalù   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

 

Il Sindaco ha partecipato oggi all'udienza convocata dalla Corte dei Conti.

In tale contesto, dopo avere relazionato sul piano di riequilibrio, che ha visto nel primo anno il raggiungimento degli obbiettivi prefissati, considerato con rammarico che le numerose azioni esecutive intentate dai creditori nonché la revoca di alcune rateizzazioni non consentono di proseguire nell'attuazione del piano, ha depositato la delibera di Giunta del 17 dicembre con la quale l'organo esecutivo ha preso atto dell'esistenza dei presupposti per la dichiarazione del dissesto finanziario avviando la relativa procedura.

Commenti

“Alla base del progetto di rilancio della Città, si impone una forte azione di risanamento, che non si limiti a mettere ordine nella finanza comunale, ma che rinnovi la macchina amministrativa, orientandone il funzionamento ai principi di efficacia, efficienza ed economicità, ponendone l’azione al servizio dei Cittadini”.
Non sono parole mie ma dell’allora candidato sindaco Lapunzina, eletto nel maggio 2012.
Oggi il Primo Cittadino ha issato la bandiera bianca.
In segno di r...esa di fronte ad una inclemente matematica che, forse, in questi lunghi 30 mesi è stata ostinatamente sfidata con ricorsi al TAR ed in Cassazione ritenendo superflui e non convenienti gli altri “salvagenti” normativi creati dal Legislatore per evitare che il nostro – insieme a tanti altri Comuni – precipitasse nel baratro del dissesto finanziario.
Rimane il rammarico di non esser riusciti ad evitare questa ONTA - perché politicamente di onta si tratta – sconosciuta, fino ad oggi, alla nostra Città.

Adesso inizierà la caccia alle streghe, la ricerca di un potenziale responsabile di tutto ciò, una nuova stagione di accuse e, magari, di altre querele.
Non servirà a Nessuno !
La Città ha pagato e pagherà un conto che non le appartiene !
E non sarà la Magistratura Contabile o, finanche, quella Penale a scrivere la verità su questa vicenda.
No, la colpa – se di colpa dobbiamo parlare – è esclusivamente della “POLITICA” (tutti inclusi e nessuno escluso) che in questi lunghi anni non è riuscita a fronteggiare un lento quanto inesorabile count down finanziario lasciando ai sopravvenuti una graziosa eredità, via via sempre più ingombrante.
La “politica” comporta regole e responsabilità, a volte non scritte, che i singoli attori conoscono molto bene già per il solo fatto di farne parte.
E a volte, se si è davvero un buon politico, bisogna avere il Coraggio di assumere Decisioni e Determinazioni consequenziali alle dichiarazioni di sconfitta.
Dichiarare di aver iniziato la procedura di Dissesto è l’amara presa d’atto di non esser riuscito a mantenere gli impegni politici presi con gli elettori.
Il nostro Primo Cittadino dimostri di essere un buon Sindaco e ne tragga le dovute conclusioni.

Dalla pagina facebook del gruppo "Saro Lapunzina Sindaco di Cefalù" riportiamo integralmente il post pubblicato dal sindaco 1 ora fa circa:
 

AVVIO DELLA PROCEDURA DI DISSESTO FINANZIARIO

DELIBERA DI GIUNTA N°284 DEL 17/12/2014

Visto il Dlgs n. 267/2000;
Vista la L.R. n. 48 dell’11.12.1991;
Vista la L.R. n. 30 del 23.12.2000;
Visto il regolamento di contabilità in vigore;
Visto lo Statuto Comunale;
Visto l’art. 151 del Dlgs n. 267/2000, il quale dispone che gli Enti Locali deliberano entro il 31 dicembre il bilancio di previsione dell’anno successivo;
Visto il Decreto del Ministero dell’interno del 18.07.2014 , il quale stabilisce che il termine per la deliberazione del bilancio di previsione per l’anno 2014 da parte degli EE.LL. è stato differito al 30.09.2014;
Visto l’art. 163, c.2 del Dlgs n. 267/2000 che stabilisce i limiti entro i quali è consentita la gestione provvisoria;

Considerato quanto segue:

a) Il Comune di Cefalù è stato più volte destinatario di deliberazioni adottate dalla Corte dei conti – Sezione di controllo per la Sicilia – ex art. 1, commi 166 e ss., della legge n. 266/2005 e s. m. i., con le quali sono state evidenziate gravi irregolarità contabili e gestionali;

b) Con deliberazione n. 1/2013/INPR, all’esito del procedimento previsto dall’art. 6, comma 2 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 149, veniva accertata nei confronti dell’Ente la sussistenza delle condizioni per la dichiarazione del dissesto finanziario di cui all’art. 244 del TUEL; tale deliberazione faceva seguito a quelle nn. 202/2012 e n. 243/2012, con le quali la sezione, in sede di esame della relazione – questionario sul rendiconto 2010, riscontrava gravi irregolarità contabili e gestionali ed analizzava le misure correttive adottate dall’Ente;

c) Le gravi irregolarità contabili su cui si è basata la valutazione della sussistenza delle condizioni per la dichiarazione di dissesto sono le seguenti:

- presenza di rilevanti e reiterati squilibri nella gestione di competenza, per la parte corrente, che hanno costretto l’Ente a fare continuo ricorso negli anni ad entrate straordinarie per finanziare le proprie spese correnti con riflessi negativi sulla disponibilità di cassa;

- scarsa capacità di riscossione delle entrate correnti, con particolare riferimento ai titoli I e III;

- mantenimento nel conto di bilancio di residui attivi insussistenti o di dubbia esigibilità risalenti nel tempo per un rilevante ammontare (in parte eliminati per effetto delle recenti procedure di riaccertamento) che, per essere stati destinati nel corso dei passati esercizi a finanziare spese reali, hanno contribuito a determinare la crisi di liquidità dell’Ente;

- significativo squilibrio nella gestione per cassa dei residui che, nell’ultimo triennio, ha fatto registrare un tasso di smaltimento dei residui passivi decisamente superiore al tasso di realizzazione dei residui attivi con inevitabili conseguenze negative sulla disponibilità di cassa;

- gravissima crisi di liquidità che ha portato l’Ente a fare ininterrottamente ricorso, già a partire dall’esercizio 2004, all’anticipazione di tesoreria destinata a rimanere inestinta a fine esercizio per un importo medio, riferito agli ultimi cinque esercizi finanziari, di oltre due milioni e mezzo di euro;

- presenza di debiti fuori bilancio da riconoscere per rilevante ammontare di euro 12.332.244,04, somma verosimilmente destinata ad aumentare per effetto della maturazione di interessi ed oneri accessori;
- presenza di impegni già liquidati ed in attesa di pagamento per oltre 1 milione e mezzo di euro;

- elevato ammontare dei residui passivi del titolo I provenienti dalla gestione di competenza che negli ultimi 5 esercizi finanziari ha sempre fatto registrare un valore medio superiore ai nove milioni di euro a riscontro della difficoltà dell’ente a provvedere tempestivamente al pagamento delle spese impegnate nell’esercizio;

- presenza di reiterate esecuzioni forzate sul patrimonio comunale per un importo, riferito all’ultimo triennio, di euro 668.160,85 (151.253,29 nel 2001) ad ulteriore riscontro dell’incapacità dell’ente di provvedere al pagamento dei propri debiti nei modi e nei tempi stabiliti dalla legge;

- presenza di passività potenziali costituite dalle somme che l’ente potrebbe essere costretto a definizione dei numerosi contenziosi in atto, per far fronte ai quali non risulta essere stata accantonata alcuna somma nel bilancio di previsione;

- condizione di ente strutturalmente deficitario riscontrata anche per l’esercizio 2011 per effetto del superamento di 6 dei 10 parametri previsti dal Decreto Ministeriale 24 settembre 2009 a conferma della sussistenza dello stato di dissesto dell’Ente ed in particolare della sua condizione di insolvenza;

d) al fine di porre efficacemente rimedio alla situazione problematica, l’Amministrazione comunale, insediatasi nel maggio del 2012, ha avviato la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. La formalizzazione di tale decisione è avvenuta con Delibera di Consiglio Comunale n. 114 del 15.12.2012, ritualmente comunicata alla Corte dei conti – Sezione di controllo per la Sicilia – e al Ministero dell’Interno con nota prot. n. 31734 del 17 dicembre 2012. Con successiva Deliberazione Consiliare n.11 del 12 febbraio 2013, l’ente ha deliberato un piano di riequilibrio finanziario pluriennale di durata novennale ai sensi dell’art. 243 bis, comma 5, del TUEL, anch’esso trasmesso (nota prot.n5452 del 21 febbraio 2013) alla Corte dei conti – Sezione di controllo per la Sicilia – e al Ministero dell’Interno;

e) Il Comune di Cefalù, con nota prot. 10715 del 2 maggio 2014 ha relazionato alla Corte circa le criticità rilevate, facendo presente, tra l’altro che: “ Il bilancio dei previsione dell’esercizio 2013 è coerente con il piano di riequilibrio, superandone per certi versi le aspettative e contenendo ulteriormente i costi. La gestione del bilancio sia nel 2013 che nell’esercizio in corso è stata improntata al rispetto delle previsioni di piano, utilizzando tutte le risorse proprie disponibili per l’estinzione dei debiti. Ciò che ha impedito all’Ente durante l’esercizio 2013 di estinguere i debiti preventivati è stata proprio la mancata approvazione durante lo stesso esercizio del piano di riequilibrio, infatti le iniziative relative alla dismissione del patrimonio disponibile e l’accensione dei mutui risultano fortemente influenzate da tale accadimento, trattandosi di attività che prevedono la diminuzione del patrimonio e/o l’attivazione di un prestito fruttifero, attività ambedue che risulterebbero imprudenti nella presente fase, oltre che impossibili, relativamente all’assunzione del mutuo. Infine il lungo tempo trascorso sino ad oggi in assenza del piano di riequilibrio ha fatto si che alcuni creditori lamentando il mancato pagamento delle rate scadute, manifestassero l’intenzione di ritenere risolto l’accordo di rateizzazione. Per tale ragione l’Amministrazione, al fine di poter contare con certezza su accordi di rateizzazione ha formalmente richiesto ai creditori l’espressa revoca dell’intenzione di voler ritenere risolta la convenzione di rateizzazione, assegnando il termine di giorni cinque. Le note trasmesse sono le seguenti: Prot. n. 9976 del 23.04.2014 indirizzata a Sorgenti Presidiana s.r.l., prot. n. 9954 del 23.04.2014 indirizzata ad avv. Restivo per conto degli eredi Bongi, prot. 9953 del 23.04.2014 indirizzata all’avv. Restivo per conto della ditta Forti Giovanni e Giovanna e avv. Cuva, prot. n. 9977 del 23.04.2014 indirizzata all’avv. Pasqualino di marco. Ad oggi solo la ditta Pasqualino Di Marco ha risposto confermando la volontà di mantenere fermi gli accordi siglati con il Comune”;

f) La Corte dei Conti, Sezione di controllo per la Regione Sicilia, nella citata Deliberazione n. 69 dell’08 maggio 2014, nell’approvare il Piano di Riequilibrio presentato dal Comune di Cefalù evidenziava come “le misure proposte dal Piano e le risorse individuate appaiono sufficienti a coprire le passività rilevate e ad assicurare il graduale riequilibrio strutturale del bilancio” e, tra le misure indicate nel paragrafo 7.2 della Delibera evidenziava che: “ L’Ente ha già contattato i creditori per addivenire alla rateizzazione dei pagamenti dopo l’eventuale approvazione del Piano”.
Considerato che, alla data odierna, il bilancio di previsione e pluriennale 2014/2016 non è stato ancora approvato a causa dei debiti fuori bilancio derivanti dai decreti ingiuntivi non inclusi nel Piano di riequilibrio e dalle sentenze non incluse nel medesimo Piano;

Vista la nota del Sindaco di Cefalù, prot. n. 661 del 5.11.2014, con la quale si relaziona circa l’aggravarsi della situazione finanziaria dell’Ente, che pone in grave difficoltà il rispetto degli obiettivi del Piano di riequilibrio pluriennale, e si evidenzia che:

a) In data 1° agosto 2014, la società “Sorgenti Presidiana” ha notificato al comune di Cefalù copia del lodo arbitrale del 31.05.2013, pari ad euro 2.604.688,10 munito di formula esecutiva. Successivamente la medesima società ha ritenuto di instaurare il giudizio di ottemperanza innanzi il Tribunale Amministrativo Regionale di Palermo di un lodo arbitrale del 2009, pari ad euro 1.000.000,00 circa giudicando risolta la convenzione di rateizzazione che era stata inserita nel Piano di riequilibrio pluriennale;

b) Con l’approvazione del Piano di Riequilibrio, da parte della Corte dei Conti, è caduto il divieto di intraprendere azioni esecutive nei confronti dell’Ente, ai sensi dell’art. 243 quater, comma 5 del D.Lgs 267/2000. A seguito di ciò sono stati notificati al Comune e messi in esecuzione decreti ingiuntivi e titoli esecutivi non inclusi nel Piano.

Atteso che il Collegio dei Revisori, nella nota del 12.11.2014, prot. n. 27064 ha ritenuto opportuno invitare l’Ente a convocare un’apposita seduta del Consiglio Comunale nella quale dibattere ed, eventualmente, determinarsi circa la possibilità di rimodulazione del piano di riequilibrio. Il Consiglio Comunale riunitosi, in sessione straordinaria, in data 20.12.2014 ha votato una pregiudiziale con la quale escludeva in fatto e in diritto di potersi determinare;

Vista la nota del Ragioniere Generale del Comune del 18.11.2014, n. 388, con la quale il responsabile del settore economico – finanziario, dopo una analisi sulla possibilità dell’Ente di rimodulare il Piano di riequilibrio conclude che: “Si rileva, pertanto, che l’elenco dei debiti fuori bilancio derivanti da Decreti ingiuntivi non inclusi nel Piano di riequilibrio, pari ad un importo di euro 778.310,73 (aggiornato alla data dal 23.10.2014), nonché l’elenco dei debiti fuori bilancio derivante da sentenze non incluse nel Piano di riequilibrio (aggiornato al 23.10.2014), pari ad un importo di euro 4.018.482,78 (aggiornato al 23.10.2014) per come allegati alla nota del Sindaco di Cefalù, prot. n. 661 del 05.11.2014, è, di per sé, sufficiente a constatare che, ove per tali debiti non sia possibile bloccare le azioni esecutive nei confronti dell’ente, diviene del tutto insostenibile coprire tali importi dovendo, in questo caso, inserire questa somma nel bilancio dell’esercizio 2015, e che in tal caso non si può garantire uno dei principi fondamentali del bilancio di previsione che è quello del pareggio tra entrate e spese. Pur provvedendo ad aumentare le residue entrate tributarie, proponendo al consiglio comunale l’approvazione della variazione delle aliquote per l’anno 2015, comunque non si potrebbe garantire il pareggio di bilancio, anche perché nell’ambito di una revisione complessiva del piano di riequilibrio non si può solo tenere conto delle passività sopravvenute dopo l’approvazione del piano ma si deve valutare lo stesso nella sua complessità, valutando la congruità di tutte le misure inserite sia come entrate che come riduzioni di spesa che garantivano in previsione l’equilibrio pluriennale. Del pari, in presenza di tali azioni esecutive, si ritiene contabilmente impossibile procedere alla rimodulazione del Piano di Riequilibrio Pluriennale nel rispetto di quanto previsto dall’art. 243 bis del D.lgs. n.267/2000, introdotto dall'art. 3, comma 1, lettera r), legge n. 213 del 2012, inserendo già tale somma tra gli oneri straordinari che dovrebbero trovare copertura nell’esercizio 2015, e dovendosi inoltre garantire il reperimento di tutte le risorse necessarie alla rimodulazione complessiva del piano stesso. Lo scrivente, a seguito delle deliberazioni assunte dal civico consesso, sulla rimodulazione del Piano, assumerà tutte le proprie ed autonome determinazioni di competenza;

Visto il primo monitoraggio semestrale del Piano di riequilibrio pluriennale effettuato dal Collegio dei Revisori dei conti, ai sensi dell’art. 243 quater, comma 6 del D.LGS n. 267/2000, prot. n.29040 del 02.12.2014 in virtù del quale l’organo contabile conclude che: “sebbene i dati del monitoraggio semestrale siano confortanti e suscettibili di una favorevole previsione alla fine della prima annualità (86% circa dell’intervento annuale), i fatti intervenuti, meglio narrati negli allegati alla presente, sono tali da inficiare le previsioni del piano approvato e il raggiungimento degli obiettivi intermedi e finali del piano medesimo”;

Vista la nota del Collegio dei Revisori dei Conti del 11.12.2014, prot. n. 97 con la quale, alla luce della impossibilità di rimodulare il Piano di riequilibrio pluriennale, approvato dalla Corte dei Conti, sez. di Controllo per la regione Siciliana, con Delibera n. 69 dell’08 .05.2014, si esprime parere non favorevole alla proposta di bilancio di previsione e pluriennale 2014/2016 e suoi documenti allegati;

Considerato che in presenza di quanto sopra evidenziato è divenuto “contabilmente impossibile” procedere alla rimodulazione del piano di riequilibrio pluriennale e che “ i fatti intervenuti sono tali da inficiare le previsioni del Piano approvato dalla Corte dei Conti e il raggiungimento degli obiettivi intermedi e finali”;

Preso atto dell’esistenza dei presupposti di fatto e di diritto, di cui all’art. 244 del D.lgs 267/2000, che comportano la dichiarazione del dissesto finanziario dell’Ente;
Visto il vigente O.A.EE.LL nella Regione Siciliana;
Visto il parere di regolarità tecnica;
Visto il parere di regolarità contabile;

DELIBERA:

PRENDERE ATTO dell’esistenza dei presupposti per dichiarare il dissesto finanziario dell’Ente, ai sensi dell’art. 244 del D.lgs 267/2000;

TRASMETTERE la presente Deliberazione all’organo di revisione contabile al fine di procedere alla stesura della relazione di cui all’art. 246, c.1 del D.lgs. 267/2000;

TRASMETTERE la presente deliberazione al Responsabile del Settore Finanziario al fine di presentare la proposta al Consiglio Comunale, ai sensi dell’art. 246 D.lgs. 267/2000, per l’adozione del provvedimento di dichiarazione dello stato di dissesto finanziario dell’Ente, previa acquisizione della relazione di cui al punto precedente ;

ALLEGARE I SEGUENTI DOCUMENTI :
elenco sentenze e Decreti Ingiuntivi inclusi nel Piano;
elenco dei debiti fuori bilancio derivanti da Decreti Ingiuntivi non inclusi nel Piano di riequilibrio (aggiornato alla data del 15.12. 2014);
elenco dei debiti fuori bilancio derivanti da sentenze non incluse nel piano di riequilibrio (aggiornato al 15.12.2014);
nota del Sindaco del 5.11.2014, n. 661;
nota del Collegio dei revisori dei Conti del 12.11.2014, prot. n. 27064;
nota del Ragioniere Generale del Comune del 18.11.2014, n. 388;
primo monitoraggio semestrale del Piano di riequilibrio pluriennale effettuato dal Collegio dei Revisori dei conti, ai sensi dell’art. 243 quater, comma 6 del D.LGS n. 267/2000;
nota del Collegio dei Revisori dei Conti del 01.01.2014, prot. n. 97 - parere non favorevole alla proposta di bilancio di previsione e pluriennale 2014/2016 e suoi documenti allegati.

DICHIARARE, con separata ed unanime votazione, la presente deliberazione immediatamente esecutiva.

LA GIUNTA

Vista la superiore proposta di deliberazione;
Visto il parere di cui all’art. 12 della L.R. 23\12\2000 n.30
Con voto unanimi favorevoli espressi palesemente nella forma di legge:

DELIBERA

Approvare e far propria la superiore proposta di deliberazione. .
Dichiarare il presente atto, con voti unanimi favorevoli espressi palesemente con la modalità di legge, immediatamente esecutivo.

Dalla pagina facebook "Comune di Cefalù" riportiamo integralmente il post pubblicato 1 ora fa circa:


La delibera di Giunta che avvia le procedure per la dichiarazione del dissesto finanziario è un atto di “verità”, che abbiamo voluto assumere perché da sempre operiamo con senso di responsabilità, adottando scelte, non sempre facili, ma comunque prese in modo coscienzioso e consapevole.

Il Comune, al nostro insediamento, era in una situazione disperata. Tutti lo sanno e chi tenta di negare questa evidenza ben sa di dire il falso. Nel maggio 2012, avremmo potuto da subito scegliere la via del dissesto finanziario. Era una strada assai semplice e politicamente conveniente, che si presentava spianata innanzi a a noi. Saremmo rimasti totalmente fuori dal gioco delle responsabilità nella gestione finanziaria. Se abbiamo rinunciato a percorrerla, se abbiamo deciso di metterci la faccia, è perché ritenevamo giusto giocare una carta, sfruttare una unica possibilità che la legge ci ha dato: il piano di riequilibrio finanziario decennale.

Oggi, ce lo dicono gli Organi tecnici, quel piano non è più percorribile, perché i creditori hanno ritenuto di non potere aspettare. E' nel loro diritto. Noi ne prendiamo atto, e, pur senza esservi tenuti, diamo la nostra indicazione al Consiglio, unico Organo che ha la facoltà di dichiarare il dissesto, in piena sovranità, non essendo vigente alcuna norma che possa obbligarlo.

Condividiamo la responsabilità di una scelta, che riteniamo comunque, inevitabile. A chi ci accusa di non avere rispettato gli impegni, rispondiamo che non ci siamo certo impegnati a fare miracoli. Abbiamo fatto ciò che era impossibile fare, risanando le finanze correnti, riducendo la spesa pubblica, e non contraendo debiti, subendo il contestuale taglio dei trasferimenti. Siamo pronti a sottoporci, assieme agli altri, all'accertamento, che verrà compiuto sui conti, da soggetti terzi. Non è allegro dichiarare il disseto finanziario. Ma siamo certi che la Città, alla fine di questo percorso, ne uscirà rafforzata