Quando il rimedio è peggiore del male

Ritratto di Salvatore Culotta

23 Febbraio 2015, 16:58 - Salvatore Culotta   [suoi interventi e commenti]

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Giorni fa era stata fatta l’ennesima scritta al Bastione, questa volta sul muro della chiesa. Per stanchezza, per la ormai radicata convinzione che è inutile chiedere un po’ di manutenzione, avevo trascurato di segnalare la cosa. Ma altri lo hanno fatto.

Miracolo ! “E' intervenuto subito il sindaco Lapunzina che ha fatto ripulire il muro…” come si può leggere su un giornale telematico. Lodevole risposta, senza dubbio, ma io (che sempre ho lamentato l’inciviltà di chi scrive sui muri) devo questa volta ammettere che sarebbe stato meglio lasciare quella scritta che perlomeno esprimeva un sentimento mentre mi chiedo cosa può esprimere il rimedio effettuato.

Bisogna ammettere che era più curata la scritta "deturpante"

Ovviamente, avendo voglia di essere sarcastici, ci si potrebbe chiedere il perché sia stata coperta (?) quella scritta lasciando tutte le altre, o anche si potrebbe ironizzare su un ineffabile contiguo cartello ( fratello di tanti altri da poco nati qua e là).

 

Altra domanda che, spontaneamente,  ci si potrebbe porre è perché al Bastione si provvede ( si fa per dire) e a Porta Pescara no? Però si deve ammettere che, alla luce della suddetta prova di manutenzione,  forse è preferibile tenersi Porta Pescara così com’è.

Porta Pescara il giorno dell'apertura dopo i restauri (Luglio 2001)

Impianto elettrico (a norma)

Dulcis in fundo : vista, da Porta pescara, sull'antica chiesa di S. Anna

Il Borgo più bello ???????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????

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Commenti

Questo accade quando a rimediare non si ha competenza o capacità. Oppure quando si è troppo impegnati a proporre la nostra Città, pensando che essa sia bella, soltanto se si nascondono le brutture che creiamo noi. L'inganno, però, dura lo spazio di un mattino e subito dopo si distingue l'azione dall'agitazione.

Senza spirito di polemica.

Anni addietro (era la primavera del 2009 se i ricordi non mi ingannano…) l’ennesimo “poetada strapazzo” che usa frequentare quei luoghi dedicò il proprio sentimento alla amata di turno imbrattando quei sacri muri con vernice e pennello.

Mi interessai personalmente di quello scempio (ero assessore con il Sindaco Guercio) e, dopo aver realizzato a mie cure un servizio fotografico riproducente il “prodotto di quell’artista”, mi preoccupai di far rimuovere il tutto.

 Ricordo che in quella occasione l’amico Salvo Di Giorgi (anche quale Presidente Rotary) e la Dott.ssa Flora Rizzo (ArcheoClub) si misero immediatamente e gentilmente a disposizione dell’Amministrazione offrendo una validissima collaborazione.

 L’Amico Salvo, poi, si premurò di contattare alcuni suoi amici che manifestarono l’intendimento di offrire gratuitamente particolarissimi e costosissimi colori idonei ad operare il relativo intervento di RESTAURO.

 Sì, di RESTAURO !

Perché quel Bastione, quelle Mura e tutto il territorio comunale è sotto vincolo paesaggistico ed ogni intervento, anche minimo, deve essere autorizzato dalla Soprintendenza alle Belle Arti.

 Ricordo, pure, che in quell’occasione presentammo una denuncia per “danneggiamento aggravato” contro ignoti.

 Mi fermo qui……..perché le foto parlano da sole…………..

Non per infierire su quell'operazione commerciale della RAI riguardante arcane presentazioni e votazioni, ma per contribuire alla conoscenza di Cefalù e dei suoi abitanti, per mio piacere, propongo la lettura di una poesia, scritta nel 1926 da Filippo Agnello di Ramata, nome conosciuto sì ma forse non come prolifico autore di versi:

CIFALU’
 
Si beddu si simpaticu si dduci
Sutta la Rocca chi ti sta d’incapu
Comu la scorcia di lu babbaluci
Chi forma lu to nomu e lu to capu.
 
‘Ntra l’unni si rispecchiano li casi
E muntagneddi cu vadduna e vaddi
Di frascini,d’alivi e di cirasi
Di virdi t’arriccamanu li spaddi.
 
La praia villuttata è ‘nna musia
Di supra l’orti chini di virdura,
nfunnu la chiesa di Santa Lucia,
a livanti assa bedda è la Calura.
 
Lu naviganti quannu passa a rasu
Ti scancia pri lo Bosfiru e guardannu
La bedda Chiesa chi nun fici a casu
Ruggero lu munificu Nurmannu,
 
dici ccu l’occhiu umitu e vilatu,
mentri t’ammira e siccu ti talia:
Paisi senza macchia di piccatu,
tranni lu mali di la sparracia!
 
La lingua veramenti pirciulia
E tagghia comu forbici ammulati,
ma tranni di sta tinta malatia
è chistu lu paisi di li fati.
 
Paisi d’oru, bonu e pasienti
Ccu li so genti di la pasta antica
Moddu comu ‘nna badda di criscenti,
si fida a cumannarlu ‘nna furmica.
 
F. Agnello di Ramata, 1926 ca.

E' inconcepibile quello che è stato fatto. ma chi sorveglia chi fa questi lavori?......

Ho ancora vico il ricordo, qualche anno fa, delle riparazioni di un basamento di un Pisantuni du turniali delle Cattedrale...

per gli italiani...il basamento di una statua del sagrato delle Cattedrale.

fatto con mattoni pressati " Pantuofuli" 

in mezzo a pezzi di lumachella.....sistema cusi e scusi 

sempre per gli italiani....sistema cuci e scuci

una cosa raccapricciante...