Le cicogne ghermite dalle aquile

Ritratto di Angelo Sciortino

27 Febbraio 2015, 15:19 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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L'assordante silenzio della Chiesa sulla triste vicenda del “centro nascite” dell'ospedale di Cefalù è, secondo la mia opinione, più grave della dichiarazione del Sindaco, che preannuncia un ricorso, come se amministrare equivalesse a coinvolgere le Autorità Giudiziarie a cose fatte.

È più grave, specialmente se si pensa che proprio questo Vescovo disse un giorno che Cefalù doveva volare alto come un'aquila. Sembra che così è accaduto, ma l'aquila, che ha volato alta, ha fatto il suo mestiere di rapace, uccidendo le cicogne in cielo. Finora ci siamo salvati noi gufi, coperti dalle fronde degli alberi, ma adesso siamo in pericolo anche noi.

In pericolo non per la minaccia del rapace, ma per quella degli Amministratori e dei capi partito, che si dicono inorriditi di fronte alla decisione dell'Assessore della Sanità di chiudere il centro nascite, dimenticando i loro due lunghissimi anni di silenzio, sebbene in tanti, e io fra costoro, avessimo lanciato più di un grido d'allarme.

Questi Amministratori e questi capi partito hanno lasciato che impunemente le loro fantasie di uomini con i piedi ben piantati sulle nuvole si trasformassero in aquile e cancellassero ogni possibilità di futuro. E ora che sono riusciti in questo intento di distruggere il futuro, dedicheranno la loro pervicace fatica a colpire noi poveri gufi, che abbiamo e abbiamo avuto soltanto il torto, dal loro incolto punto di vista, di dire sempre la verità e di proporre di sostituire l'agitazione con l'azione. E, abituati come sono a stare in basso, sono in questo momento le piccole formiche rosse carnivore, pronte ad attaccarci.

Io non so che cosa ci si può attendere da simili esseri, ma dubito che ci si possa attendere qualcosa di buono. In questo momento si sono formati gruppi e si sono pubblicate locandine allo scopo di dare alla protesta una parvenza di azione, ma temo che anche qui si tratti soltanto di agitazione, che avrà il solo merito di soddisfare ego personali dei promotori, perché privi di una vera strategia.

Salvare il reparto ginecologico del nostro ospedale significa battersi per la vita, per ogni nuova vita, che non può considerarsi soltanto un oggetto passivo di battesimo, ma semplicemente una vita. Questo vorrei che sottolineassero il Vescovo e i Parroci di ogni chiesa. Questo, perché è questo il vero messaggio di Gesù, che seguono loro soltanto a parole, ma non nei fatti.

Continuerò come prima, con la legge morale nella mia coscienza – e non in una fede – a battermi da solo per ciò che ritengo giusto e non cercherò in nessun caso di aggregarmi in qualsivoglia gregge. Non sono una pecora e quindi, pur accettando le opinioni di quanti sfileranno l'8 marzo contro la chiusura del punto nascite, non sarò con loro, sebbene io mi auguri che abbiano successo e che il punto nascite rimanga a Cefalù.

Commenti

Come cittadino, sebbene celibe, sono anch'io amareggiato per la chiusura del centro nascite che poi altro non è che l'ennesimo colpo di piccone volto a smantellare Cefalù per quanto concerne la presenza di pubblici uffici e servizi a favore della collettività. Potrei in questa sede ricordare per l'ennesima volta che la marginalizzazione di Cefalù è iniziata anni or sono con la chiusura di un corso di laurea del quale a tutt'oggi si omette persino il ricordo, ma voglio tranquillizare i miei concittadini: non intendo intonare un interessato De profundis per tessere le mie lodi passate e presenti (ammesso che io abbia qualcosa di cui vantarmi); diciamo che fin quando c'era l'Università a Cefalù ci manciaiu pure io e che è stato bello per le mie tasche (eufemismo) fino a quando è durato.

Ciò detto, dissento totalmente da quanto sopra affermato dal sig. Sciortino che, con un salto logico spiegabile solo con il suo (legittimo, ci mancherebbe) anticlericalismo cita in ballo l'attuale Vescovo e tutta la chiesa cefaludese colpevole, a suo dire, di peccaminosa omissione sulle vicende che penalizzano il San Raffaele. Sig. Sciortino, Lei è libero di pensarla così, siamo adulti e ci assumiamo la responsabilità delle nostre parole, più o meno in libertà, ma per caso è a conoscenza di quante volte nel corso dell'anno il nostro Vescovo entra ed esce dall'Ospedale San Raffaele? E, come lui, ogni giorno nel silenzio, diaconi, sacerdoti e ministri straordinari della comunione? E non ci entrano per le raccomandazioni o le bustarelle! Tutto questo per dire che la situazione complessiva del San Raffaele non è solamente conosciuta, è persino vissuta dalla locale chiesa - incredibile a dirsi, da quelle parti ci sono persino medici cattolici, l'ho appreso lo scorso 11 febbraio. A neanche 24 ore dalla firma di un inopinato e penalizzante decreto Lei con un dito indica i (presunti) rei di tacita connivenza mentre, per converso, ne approfitta per ricordare al gregge (non mia definizione) che Lei non è massa ma inascoltato profeta, Laocoonte disprezzato...in una parola: uomo libero, il solo che passeggia a testa alta per le vie di questa città: cosa dire in conclusione? E così sia, mi pare che il liturgico Amen abbia anche questo significato fra i tanti. 

Per concludere, mi permetto unicamente di rettificare una sua affermazione: i bambini sono la Vita, verissimo, ma il Battesimo come sacramento non viene imposto a forza e nessuno lo riceve contro la sua volontà - soggetto passivo è definizione giuridica che definisce un titolare di diritti e doveri nell'ambito di un rapporto giuridico, non certo desunta dalla Scrittura. Il Battesimo viene chiesto dai genitori per i loro figli ed essi, unitamente ai padrini, si impegnano (e dovrebbero farlo coerentemente senza risparmiarsi o deleghe) a crescere le nuove generazioni in un contesto familiare cristiano. Il Battesimo non è costrizione, semmai dono gratuito di Dio, mentre la fede cristiana è libera scelta che da adulto si può anche abiurare. Presumo che anche lei abbia ricevuto quel dono che poi, da adulto, ha inteso respingere. Me ne duole ma è sua precisa, volontaria e consapevole scelta. Io auspico solamente che per costruire un futuro migliore a/per Cefalù ci si unisca, senza contrapposizioni o ideologiche esclusioni di parte. Ma a Cefalù vogliamo realmente unirci tutti per progettare e (iniziare a) realizzare un futuro migliore per chi verrà dopo di noi oppure ci interessa solamente curare i nostri interessi?

...non ho interessi da curare e sono pronto a unirmi anche con la Chiesa, se essa fa sentire alta la sua voce in difesa della Vita.

Cosa diversa sono le visite all'ospedale, se da tali visite non deriva la difesa di un diritto di un cittadino che soffre o di una donna che fa nascere "con dolore" una nuova vita. Simili visite non hanno altra utilità, che il conforto personale a chi soffre.

I bambini, se a decidere sono i genitori, sono soggetti passivi, a meno di non voler cambiare la legge, che regola la loro emancipazione con la loro maggiore età.

Per il resto vale il liturgico amen.