Dodici angeli per un sindaco santo

Ritratto di Angelo Sciortino

11 Marzo 2015, 11:45 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Dio Onnipotente ce lo ha salvato! Ha mandato ben 12 Angeli a proteggerlo, che gli hanno fatto scudo contro 7 Luciferi. Lo ha salvato, ma non sembra che l'abbia guarito di quel male terribile, che chiamiamo protervia, altrimenti detta arroganza ostinata, sfrontata, petulante, spesso accompagnata a ira e a rancore.

Pazienza, ce ne faremo una ragione e riusciremo a sopportarlo ancora. Dopotutto lo abbiamo scelto per amministrarci e non è colpa sua se, avutone l'incarico, non lo ha fatto bene. La colpa, semmai, è nostra, perché non abbiamo saputo valutarne correttamente le sue capacità e abbiamo confuso il suo attivismo di consigliere d'opposizione con tali sue capacità amministrative.

Ricordo di avere scritto, subito dopo la sua elezione, che un giacobino ministro non è mai un ministro giacobino. Glielo scrissi quasi per spingerlo a distinguere il suo vecchio ruolo di consigliere d'opposizione da quello di amministratore, che l'avrebbe obbligato a fare, lasciando ad altre occasioni le vuote parole. Fu inutile. Anzi, di fatti se ne sono visti pochi in quasi tre anni, ma le parole, i proclami e le promesse non sono mancate. Cefalù perdeva pezzi - come il tribunale, l'Agenzia delle Entrate, il Centro Nascite – ed egli non faceva mai mancare la sua parola di conforto. Al conforto aggiungeva la promessa che tutto si sarebbe risolto.

Per circa tre anni, poi, ha insistito a dire di essere il chirurgo capace di guarire le ferite finanziarie del Comune, che egli stesso aveva più volte sottolineato nelle passate Amministrazioni, ma ha fallito anche in questo, per cui ha dovuto accettare il dissesto, chiara prova del suo fallimento.

Ieri il Consiglio ha discusso la mozione di sfiducia, presentata da otto consiglieri. Alla luce della cronaca amministrativa di questi ultimi tre anni essa era un'occasione per difendere il Paese da ulteriori danni, ma non è stata approvata. I dodici consiglieri, che hanno dato la loro fiducia al Sindaco, nonostante tale cronaca, saranno ancora considerati angeli dai cittadini? O s'invertiranno le parti con i sette, che invece hanno votato sì? Ci daranno una risposta le elezioni prossime. Noi, intanto, resteremo a guardare, soffrendo, un Sindaco tanto supponente, che sfogherà la sua ira proprio su di essi, che subiranno ancora in silenzio e che per tale silenzio riceveranno di tanto in tanto una caramella. Una caramella, però, che avrà l'amaro della disistima dei cittadini, fra i quali non pochi loro elettori.

Commenti

Consiglieri che hanno votato SI alla mozione di sfiducia al sindaco: Giovanni Cassata, Marco Larosa, Vincenzo Liberto, Pasquale Messina, Patrizia Messina, Francesco Riggio e Mauro Scialabba.

Consiglieri che hanno dichiarato di astenersi ma che, non essendo prevista l’astensione, hanno, di fatto, votato NO: Santi Cortina, Rosario Giardina, Giovanni Iuppa e Mauro Lombardo.

Consiglieri che hanno votato NO alla mozione di sfiducia al sindaco: Gioacchino Barranco, Pasquale Fatta, Antonio Franco, Vincenzo Garbo, Giuseppe Genovese, Nicolò Pizzillo, Vincenzo Terrasi e Daniele Tumminello.

Costituisce protervia, "altrimenti detta arroganza ostinata, sfrontata, petulante, spesso accompagnata a ira e a rancore", anche quella di organi di "stampa" (autonominatisi tali) che si ritengono depositari di Verità indiscutibile, rappresentata da indiscussa capacità di leggere e interpretare atti, ferrea logica nel ragionamento su comportamenti e azioni altrui, assoluta competenza persino su ogni recondito anfratto culturale, sociologico o politologico. Chi non condivide? Poveri ebeti o perversi lecchini, sodomiti dell'agire politico, utili idioti di mostruosi furbastri... Tutto ciò ovviamente a costo di mistificare ad ogni ora di ogni giorno tutto quel che accade in Città, tacere o minimizzare l'impegno dei governanti di Cefalù per il Bene di tutti (e non di qualche potente e/o occulto amico) o i pochi ma significativi risultati positivi che, con fatica immane per antecedenti e palesi colpe altrui, si riescono a conseguire. Inutile cercare di spiegare, argomentare le proprie scelte, rivendicare quanto limpida sia la propria coscienza e tanto onesto il proprio agire da permetterci di dormire (quel poco che ci è concesso dalle responsabilità) con serenità. Con i più atti e fatti che senza pietà smentiscono illazioni, sospetti e degenerate elucubrazioni.  Questi campioni dell'opinione libera (ovvero in libertà), invece, con l'unica responsabilità di accendere un pc e stare in sua solipsistica e autoreferenziale confidenza per le lunghe ore delle loro tristi giornate senza provare altro sentimento se non l'odio per non essere altro che il poco che sono e il rancore per non avere ricevuto quel che volevano, si sono autoeletti efori spartani di questa Città: dimenticando di non possedere né l'autorevolezza di un credibile passato come gli efori né il coraggio del confronto con l'agire come gli Spartani; vivono invece nel totale relax del pettegolezzo da poltrona... chiacchiere e distintivo ma senza distintivo, perché ignoti sono i loro princìpi, occulte le loro relazioni, indistinti i loro scopi: sconosciuti rimangono alla parte migliore dei cittadini, ai più operosi, onesti, intelligenti, generosi e buoni tra i Cefaludesi, che delle loro chiacchiere non si curano e, tutt'al più "guardano e passano". Mai accettare le loro "caramelle al veleno" da questi "sconosciuti" perché si rimane intossicati dalla loro protervia. E dalla malignità. Basta cogliere il tono e il fine sottotraccia del "prezioso" elenco fornito dall'Arch. D'Anna (come se non fosse reperibile ovunque quale notizia neutra senza tale tono): somiglia alle "liste di proscrizione" d'infausta memoria, che Silla o altri despoti del passato o dell'età contemporanea hanno redatto fra gli avversari alle loro "idee", per consegnarli al braccio violento di chiunque pensasse di essere da loro a compiere esecuzione sommaria.

...sono lieto di essere il destinatario di questo commento, grondante odio a ogni rigo. Non credevo di essere meritevole di un, seppur negativo, sentimento da parte di cotanta cultura. Me ne servirò per vantarmene, acquisendo così quel distintivo, che mi mancava.

Non so con quale “tono” il Presidente del Consiglio Comunale di Cefalù, Prof. Antonio Franco, ha letto, Lui, quello che, invece, per me, è un elenco, in rigoroso ordine alfabetico, dei Consiglieri Comunali suddivisi in base al voto espresso in merito alla mozione di sfiducia al Sindaco Rosario Lapunzina.

Una notizia della quale, proprio perché reperibile ovunque, ho voluto lasciare traccia, per completezza di informazione, anche nel Blog Quale Cefalù, come ho, più volte, fatto, sin dai tempi de Laltra Cefalù, per l’esito del voto di altri dibattiti.

Nessuna “caramella al veleno”, nessuna “lista di proscrizione”.

Soltanto uninformazione in più, nella quale, per la sua assoluta asetticità, soltanto menti “intossicate dalla protervia e dalla malignità” possono “cogliere toni e fini sottotraccia”, che non contiene.

Nel 1215 il Concilio Lateranense IV emanò il documento detto Firmiter. In esso si legge il seguente principio dottrinale: "Il diavolo e gli altri demoni sono stati creati buoni da Dio, ma da se stessi si sono trasformati in malvagi. L'uomo ha poi peccato per suggestione del demonio".

Spero che ci sia chi afferra il senso correttamente.

Nessun odio, nessun rancore, neppure rabbia... solo un piccolo moto d'indignazione e un conato di vomito pur esso contenente "scienza" (mai resipiscenza): nobiltà dipendente dalla propria alimentazione! L'odio è solo di chi, ad ogni momento, vomita menzogne e rancore, evidentemente perché si nutre di queste cose; non è certo di chi, una tantum, risponde agli incessanti colpi di bazooka con qualche stilettata di fioretto: questione di stile! Già, stile: quella dell'insigne architetto sarebbe stata informazione se non fosse stata messa a post dopo un commento offensivo verso il Consiglio comunale, cioè se fosse stata - appunto - notizia neutra; messa come post - e conoscendo i rancori per niente asettici del personaggio che lo mette - diventa, ipso facto, una lista di proscrizione. I successivi gridolini di giustificazione non riescono a ingannare proprio nessuno. A chi poi parla di "mortificazione del Consiglio comunale" dico che l'unica "mortificazione" avvenuta in queste sedute di Consiglio è stata quella dei possibili "consiglieri dei Consiglieri", che eventualmente potrebbero pure essere chiamati, se lo desiderano, "consigliori": del Consiglio e dei Consiglieri, della cui libertà di pensiero non ho motivo di dubitare, non colgo mortificazione alcuna. A chi, infine parla di "repubblica delle banane", gli ricordo l'unica, vera "repubblica delle banane" documentata per la nostra Città: quella caratterizzata da falsi in bilancio, marasma contabile, debiti fuori bilancio, grasse consulenze ben foraggiate, giri di valzer fra le poltrone, allegro luna park con clown, ballerine e saltimbanchi, ecc.; mi pare che in quella "repubblica delle banane" quel "chi" non fosse un privato cittadino, ma un rappresentante dei cittadini e, quindi, amministratore del loro Bene Comune. Ma non mi pare che i suoi interventi fossero così acuti, penetranti e denuncianti: dove volgeva lo sguardo e il cervello?? All'Angelo che, solo per tal motivo, pensa di poter parlare, a sproposito, di diavoli (reperiti su Wikipedia), rispondo - con assoluta serenità - che certo io angelo non sarò, ma neppur diavolo... homo sum (a me humani nihil alienum puto); suppur proprio diavolo dovessi essere, esser vorrei, per rispondere alla supponente protervia di tale pessimo Angelo, il dantesco Barbariccia (Inferno, XXI 139).

Nessun “rancore” ma una grande delusione, ben presto, sostituita dalla serenità di non avere alcuna responsabilità nella vita amministrativa di questi ultimi due anni.
D’altra parte “Humanum fuit errare, diabolicum est per animositatem in errore manere” (Sant’Agostino d’Ippona, Sermones, 164, 14) e io, da tempo, ho compreso il mio errore.

Dove,  ai tempi dei "falsi in bilancio, del marasma contabile, dei debiti fuori bilancio, delle grasse consulenze ben foraggiate, dei giri di valzer fra le poltrone, dell'allegro luna park con clown, delle ballerine e dei saltimbanchi, ecc. ",  "volgeva lo sguardo e il cervello" quel "chi" che oggi "parla di repubblica delle banane" è agli atti delle sedute del Consiglio di quei tempi.
Gli "interventi, acuti, penetranti e denuncianti", in tali materie, a quei tempi, erano di qualcun altro.

Su ciò, poco e di scarso rilievo per il Bene Comune, cui quel "chi" ha volto lo sguardo, le argomentazioni di quel "chi" sono agli atti.
Sono argomentazioni, che potevano, e possono ancora oggi, essere o non essere condivise.
Di quelle argomentazioni tutto si poteva dire a quei tempi, tutto si può dire oggi e tutto potrà dire  chiunquein futuro, dovesse leggerle.
Tranne che in esse vi siano affermazioni e passaggi degni di un rappresententante dei cittadini in un comune della repubblica delle banane.

Chi è stato degno pienamente di rappresentare i cittadini di Cefalù non lo giudichiamo noi su noi stessi (neppure incrociando reciproci giudizi), con parole più o meno cariche di "stile", ma i documenti che fanno la storia di una Città: e questo potrà farlo, sine ira et studio, chi verrà dopo di noi; al momento, i dati in nostro possesso parlano abbastanza chiaro su quelli che hanno, politicamente e tecnicamente, causato il dissesto di questa Città e su quelli che sono stati a guardare, per negligenza, pavidità o interesse più o meno personale. Certamente il sottoscritto non può essere annoverato tra questi e lo dimostrano scritti pubblici e atti consiliari che chiunque può consultare. La dignità è elemento troppo soggettivo per essere valutato da un chicchessia: gli antichi Greci sostenevano che fosse costituito da onore familiare (timé), gloria personale (klèos) e valutazione della comunità (aidòs); quindi, ben al di là della chiacchiera giornaliera... Sul piano dello "stile" scelgo di interloquire con voi proprio perché so che non avete paragoni in questo campo: lo avete ampiamente dimostrato ogni giorno grazie allo "stile" con cui valutate la "persona" di alcuni Consiglieri, del Presidente del Consiglio, del Sindaco e degli Assessori, nonché di qualche funzionario: tutte persone (non bestie, non idioti) che, lo hanno capito benissimo tutti, avete l'intento di distruggere, in conto proprio o, forse, in conto terzi. Effettivamente le lezioni di stile, da parte di ognuno di voi, ogni giorno, più volte al giorno, sono davvero imperdibili...

Che sbadato!
Non ci avevo, manco, pensato!

Già, a giudicare "chi è stato degno pienamente di rappresentare i cittadini di Cefalù" non siamo "noi su noi stessi".
A giudicare, sono "i  documenti che fanno la storia" di Cefalù.
Documenti che saranno, ove non lo siano già, impietosi con me che, notoriamente, sono stato uno di "quelli che hanno, politicamente e tecnicamente, causato il dissesto di questa Città", "standomene a guardare" non già "per negligenza o per pavidità" ma "per interesse più o meno personale".
Anzi "per interesse personale".
Senza più e senza meno.

Già, a "valutare la dignità" di uno come me, privo di "timé" e, sopratutto, di "klèos", sarà "aidòs".
Ed il giudizio della comunità sarà più impietoso dei documenti.
Sia con me e sia con quanti altri, nel tempo, come me, si sono occupati della Cosa Pubblica.
La comunità, quella attuale, su alcune vicende degli ultimi anni, sulle quali tanto clamore si è destato, non ha, neanche, bisogno di "consultare atti consiliari" e documenti. Troppo fresco è il ricordo, solo per fare alcuni esempi, di "autorizzazione sanitaria al potabilizzatore", di "richieste di rescissione del contratto di potabilizzazione", di "auto costrette ad arrampicarsi sulla via Vazzana, per uscire dal lungomare", di "reintroduzione del doppio senso di circolazione lungo la via Roma", perché la Comunità abbia bisogno di consultare atti consiliari o resoconti di dibattiti pubblici.

Quanto alla "valutazione della "persona" di alcuni Consiglieri, del Presidente del Consiglio, del Sindaco e degli Assessori, nonché di qualche funzionario" non è nel mio "stile", personale, farne.
Il mio "stile" personale è quello di argomentare sulle Loro scelte e,  sulle argomentazioni con le quali le sostengono. 
Quando ne forniscono, ovviamente.

Sui "tecnici" il mio comportamento è stato sempre univoco.
Di Loro, non ho, mai, detto e scritto "a giorni alterni".
Un fatto è inconfutabile: mai, mi sono "vergognato di avere la laurea", solo perchè quella mia "è messa sullo stesso piano di quella di persone che giocano e guadagnano dieci volte più di me".
(pag. 6 della deliberazione originale del Consiglio comunale n° 12 del 7 febbraio 2008).