Giudecca: irrimediabilmente compromesso "il belvedere della dogana"

Ritratto di Saro Di Paola

26 Marzo 2015, 05:58 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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“Belvedere della dogana”, così Pasquale Culotta ha chiamato quel luogo.
Sì, perché, in quel punto della via Giudecca, vi era “la casa del dazio”.
E della fondazione di quella casa, nel corso dei lavori di realizzazione del camminamento a mare da S.Antonio al molo, l’Architetto, in quel punto, trovò una pietra.
La lasciò dov’era.
La fece sagomare a mò di sedile e la fece mettere su una base, di pietra.
Pietra su pietra.

Da quel punto il rapporto con la Giudecca e con il mare è straordinario.
Unico. 

Ieri, Peppe Aquia, commettando un post di Aldo Mento sulla pagina facebook del gruppo “AMICI DELLA GIUDECCA E DINTORNI”, mi ha chiamato in causa per “una consulenza”, stimolandomi così a fare “un sopralluogo” nel belvedere.
Aldo Mento aveva pubblicato il suo post dopo che, sulla stessa pagina, il 22 marzo, Peppe Aquia, aveva segnalato il pericolo di una frana innescata, proprio in corrispondenza del belvedere, da una perdita d’acqua dal tubo che alimenta le due fontanelle 

e dopo che, Serny Parisio, il 24 marzo, si era compiaciuto per l’immediato intervento degli uomini della Protezione Civile, che, a seguito della segnalazione di Aquia, ne avevano disattivato l'alimentazione idrica.

I segnali nel belvedere sono di gravità estrema:

     

     

      

persino la ringhiera è visibilmente deformata, in tensione.

Sono segnali che non lasciano dubbi.
Il “belvedere della dogana” è irrimediabilmente compromesso.

Le condizioni della scarpa di terra tra la scogliera ed il piano del belvedere sono tali da rendere inevitabile il suo definitivo scivolamento a mare.
Inevitabile perché nulla può essere fatto per impedirlo.

Oramai, è solo questione di tempo.
Fatale potrebbe una pioggia intensa.

     

Anche il “sedile dell’Architetto” potrebbe scivolare sugli scogli.

Sì, è vero, l'architettura è peritura.
Ma noi ci abbiamo messo del nostro!

Non ci resta che transennare.

Saro Di Paola, 26 marzo 2015

Commenti

Nelle due foto della scarpata, si riesce ad intuire quanto,  ieri, di presenza era abbastanza evidente.
Cioè che, nella porzione di scarpata lungo la quale la terra è, già, scivolata sulla scogliera, vi era una striscia talmente imbibita d'acqua da grondarne ancora.
Quasi un "rivolo" con acqua viva che continuava a percolare.
L'ho evidenziato col rosso pieno nella foto, che ho manomesso e nella piantina a curve di livello.
Il che avvalora quanto scritto su facebook da Peppe Aquia e confermatomi da un mio conoscente, che lavora stabilmente in uno dei magazzini più vicini al belvedere e che mi ha riferito che, da alcuni mesi, si sentiva il rumore di acqua, che, a pressione, fuorusciva dal tubo dell'acquedotto, che alimentava le fontanelle e che l'anomalia era stata più volte segnalata, come scritto, ancora da Aquia, dal Signor Gianì, che gestisce una attività commerciale in altro magazzino accanto al precedente.

Tutto, perciò, lascia ritenere che la frana sia stata causata dall'acqua, che si disperdeva nella scarpata.
Non conoscendo le modalità di smaltimento dell'acqua dai chiusini delle fontanelle non si può escludere che, anche, questa si disperdesse nella scarpata-.

Anche i resti delle veccchie mura sono state puntellate...

Questo puntellamento gareggerà con gli altri presenti a Cefalù..... per la sua vetustà????

Con la situazione tragica della gestione dell'acqua pubblica, voluta dai nostri politici.... che non ne hanno mai azzeccata una, con i vari ATO, APS ecc., il belvedere della dogana sarà destinato a franare..... così come i resti delle mura...

A proposito del degrado  e dell'abbandono  che investono piccole e grandi città, Vi consiglio la lettura del libro di Paolo Berdini: "Le città fallite".

Buona lettura.

"Il futuro del paese passa per il recupero della città pubblica che, sola, è in grado di garantire integrazione sociale e rimettere in moto le energie migliori della società mortificate dalla cultura individualistica che ha trionfato in questi ultimi decenni".