Da GUINESS dei primati: inizia alla prima rotonda del lungomare e finisce al Museo Mandralisca

Ritratto di Saro Di Paola

28 Luglio 2015, 08:56 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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La scritta inizia nel primo gradino della prima rotonda del lungomare,

     

prosegue lungo il marciapiede del lungomare,

     

sulla Piazza Cristoforo Colombo,

     

lungo la via Bagni di Cicerone,

     

     

     

lungo la Via Vittorio Emanuele,

     

svolta per la Via Mandralisca,

     

     

sino a raggiungere il Museo, per finire davanti al magazzino dell'olio

     

Il tutto per una sviluppo di circa 500 metri.
Il tutto in ottima grafia.
Il tutto per un "messaggio", del quale non sono, ancora, riuscito a cogliere il significato.
Il tutto per farmi chiedere come sia stato possibile che nessuno sia riuscito ad impedire questo clamoroso schiaffo alla Città di Cefalù.

A restarmi impresso è stato il "desiderio" di don Francesco Ventimiglia di Castelbuono, al quale, sceso dal convento di Gibilmanna alla Cattedrale di Cefalù e rimasto colpito dalla "maestosità" e dalla "potenza" del Cristo Pantocratore, sarebbe "piaciuto essere Dio".

     

Saro Di Paola, 28 luglio 2015

Commenti

Precisiamo che, come è possibile leggere nel comunicato stampa della Fondazione Mandralisca di Cefalù (http://www.qualecefalu.it/node/17562), si tratta di un percorso di parole per un’esposizione d’arte: «Per 460 metri alcune strade del centro storico di Cefalù riporteranno il brano di un libro di Giuseppina Torregrossa, “Manna e miele”. Le parole, riprodotte dall’artista Stefania Galegati Shines con tempera bianca traspirante, partiranno dal lungomare e arriveranno fino all’ingresso del museo Mandralisca. Il testo, che andrà via con il calpestio e con schizzi d’acqua o le prime piogge, condurrà tra le sale dove sarà allestita una mostra di arte contemporanea “Ce l’ho / Mi manca” ispirata al tema del collezionismo.»

D’altra parte, certamente, molti, non essendo a conoscenza di questa iniziativa, saranno portati a porsi tante domande ed a fare delle legittime considerazioni simili a quelle dell’amico Saro Di Paola.

"Fa parte di un progetto"!
Così mi ha precisato il Sindaco Lapunzina con un suo sms.
Non sono riuscito a capirlo.
Come tantissime altre persone, che, stamattina, guardavano, incredule, la scritta, la cominciavano a leggere e protestavano contro l'autore.
Ma il problema è mio e di quelle altre persone: SIAMO LIMITATI.

Dopo la precisazione del Sindaco mi è tornata alla memoria una gigantografia di Cefalù dei primi anni settanta.
Faceva da fondale al ring che venne allestito sul campo di basket dell'arena del Seminario, per un incontro di pugilato trasmesso dalla TV nazionale e valevole, se non ricordo male per il titolo di campione europeo.
Su quella gigantografia, in bianco e nero, che, poi per anni, restò appesa sulla parete di fondo della Sala delle Capriate, campeggiava la scritta in francese :
A CEFALU' VOUS TROUVEZ  L'ETE! (senza i due accenti acuti sulle E di ETE)
A CEFALU' VOI TROVATE L'ESTATE!

Fu un pubblicitario a suggerire all'Amministrazione del tempo di non mettere gli accenti acuti sulle "e" di "ete".
Avrebbe colpito i telespettatori.
Avrebbe attratto il loro interesse su Cefalù, alla Città del CLUB MED!

FU UN CLAMOROSO FIASCO!
SERVI', SOLTANTO, A FARCI PRENDERE, TUTTI, PER IGNORANTI!

Per questa scritta non riesco, neanche, ad immaginare come potranno giudicarci gli ospiti di Cefalù, che vi si imbatteranno.
Leggerla è stato difficile, persino, alle sette di stamattina:
A strada deserta.
Le due o tre persone che, stamattina, avevano cominciato a seguirmi nella lettura, non si sono, affatto, appassionati.

Dopo qualche decina di metri vi hanno rinunziato.
 

Mi permetto di precisare che nella lingua francese quando si tratta di MAIUSCOLE non si pone nessun accento.
Per il resto scritta ed esposizione, mi riservo un giudizio, non avendola ancora vista, da critico e storico dell'arte.
Spero vivamente che l'esposizione sia dotata di strumenti didattici tali da consentire ai visitatori una soddisfacente fruizione.

Gentile Signora, infatti, nella gigantografia la scritta era in minuscolo: "ete" .
Sono stato io, a metterla in maiuscolo nel mio commento.
Anche se una sola volta.
Le assicuro che mentre la mettevo in maiuscolo ero consapevole che qualcuno avrebbe potuto "darmi sulla voce".

Le chiedo scusa, ma non ero in torto. Nella cronaca, nel giornalismo occorre sempre essere precisi. Con simpatia e amicizia.

Da quando la Cultura è diventata "spettacolo" tout-court" asservita alle logiche del business turistico, ogni trovata fa "brodo".
Rassicurati! dal comunicato che ci informa che le scritte andranno via con il calpestìo, con schizzi d'acque e le prime piogge, evitando di considerare lo schifo a cui sarà possibile assistere lungo tale processo di degrado delle stesse, evitando di chiederci a quanti arriverà il "messaggio" - considerato che difficilmente potrà essere letto per intero -, e "cosa", consideratone il contenuto inaccessibile ai più, ci chiediamo con quale autorevolezza, d'ora in avanti, si potranno censurare analoghe compulsioni ad imbrattare il nostro centro storico da parte dei tanti, troppi, grafomani e graffitari circolanti impunemente nella nostra città.
Vagli a spiegare che questa è "cultura" e che i loro "interventi" invece non lo sono!

Il testo, che andrà via con il calpestio e con schizzi d’acqua o le prime piogge - See more at: http://www.qualecefalu.it/node/17566#sthash.go4i7UQH.dpuf

Pittura a tempera o tempera traspirante, perché c'è una grande differenza.
La tempera non è altro che calce bianca diluita con  sola acqua o con l'aggiunta di colla di pesce, per renderla più resistente, quindi, venendo a contatto con lacqua, viene via facilmente.
Invece, la pittura traspirante subisce delle lavorazioni con l'aggiunta di aggrappanti e fissativi, quindi resistente all'acqua.
In parole povere: la tempera è quella chi si usava una volta per imbiancare le pareti di casa, la tempera traspirante, invece, è quella preferita oggi perché lavabile.

Improvvisamente mi accorgo di come le parole Cefalù e dabbenaggine creino una rima imperfetta degna degli inavveduti copisti toscani che trascrissero le liriche dei poeti della corte ferediciana. Qualcuno potrebbe obiettare non ci sia alcuna identità di suono tra le due parole, eppure il collegamento è forte, pregnante, linguisticamente e ontologicamente.