Il comunicato del Sindaco, l'incompiuta del lungomare ed il "castello" dell'ingegnere Duca

Ritratto di Saro Di Paola

26 Settembre 2015, 12:06 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

Ieri, sulla sua pagina facebook, il Sindaco Lapunzina ha pubblicato il seguente comunicato:
“Compiuto un passo importante per il completamento di un complesso alberghiero presso il Lungomare di Cefalù. Si eviterà che il luogo si trasformi in un’altra “area Micciche”.
Con parere favorevole del 11.09.2015 del Settore Edilizia Privata, il Comune di Cefalù ha dato, in sede di conferenza di servizi, parere favorevole al completamento del complesso alberghiero le cui strutture sorgono tra il Lungomare Giardina e le Vie Vazzana e Pintorno.
La decisione dell’Ente scaturisce dal fatto che l’impresa privata proprietaria dell’immobile ha recepito le osservazioni avanzate dall’ufficio, ponendo in essere una concertazione che ha consentito di salvaguardare l’interesse pubblico e tutelare i diritti del privato.
Il Provvedimento Unico di Concessione, in corso di rilascio, permetterà la realizzazione di un Hotel con n. 38 camere per complessivi 78 posti letto. L’albergo avrà un vasto spazio a verde attrezzato di uso pubblico, prospiciente il Lungomare e le Vie Vazzana e Pintorno, di oltre 500 mq e sarà dotato di piscina e di un parcheggio privato di 800,00 mq.”

Non so quali siano stati, e siano, i termini della “concertazione che ha consentito di salvaguardare l’interesse pubblico e tutelare i diritti del privato”.
So, per certo, che, il 23 settembre del 2014, quando, per la prima volta (http://www.qualecefalu.it/node/14427) mi sono occupato della “incompiuta del lungomare” avevo indicato nella concertazione lo “strumento fondamentale per conciliare lo jus proprietatis con lo jus communitatis”.

Una indicazione, quella mia, che faceva a pugni con la “DETERMINAZIONE”, con la quale, il 18 settembre del 2012, il Responsabile del settore lavori pubblici ed edilizia privata del Comune di Cefalù, ing. Ivan Joseph Duca, aveva “avviato il procedimento di rigetto della domanda di sanatoria e dell’annullamento in autotutela del permesso di costruire n° 52 rilasciato il 30/11/2005 per la costruzione dell’edificio da adibire ad albergo”, motivandola con la “imperiosa necessità, per la collettività, di perseguire l'assetto urbanistico congegnato nel momento della variante approvata con il piano particolareggiato”.

Un assetto urbanistico, quello del piano particolareggiato, per il cui “perseguimento”, come ebbi a scrivere, “il lotto di terreno -intercluso- , nel quale ricade l’edificio, nessun altro tributo alle urbanizzazioni secondarie avrebbe potuto pagare se non quello, previsto dal PP, di destinare ad uso pubblico 510 mq della sua superficie”.
Superficie, che altra non è se non quella rimasta libera tra il fronte occidentale dell’edificio ed i marciapiedi del lungomare, della via Vazzana e della via Pintorno.

Una superficie, la cui destinazione ad uso pubblico, come aggiunsi, non veniva, affatto, pregiudicata dal piano interrato dell’edificio, che il privato aveva esteso sotto di essa, per realizzare una parte degli 800 mq di parcheggio privato di cui si legge nel comunicato del Sindaco.

Una superficie, che, per esserci oggi come c’era, già, prima del 2012, faceva apparire “assolutamente infondato l’avvio del procedimento di rigetto di cui alla determina dell’ing. Duca rendendo “obbligata la via”, che il Comune avrebbe dovuto “seguire”.
Quella del ”rilascio del permesso di costruire per il completamento del fabbricato”.
Una via, che era “addirittura, oppostaa quella, che il Comune aveva intrapreso.
Come conclusi nel mio scritto del 23 settembre del 2014.

È la stessa via, sulla quale, come si legge, oggi, nel comunicato del Sindaco,” il Settore Edilizia Privata del Comune di Cefalù, l’11.09.2015, ha dato, parere favorevole in sede di conferenza di servizi”.

Alla luce del comunicato del Sindaco, la vicenda dell’incompiuta del lungomare è definitivamente risolta.
Nel lungomare di Cefalù “non ci sarà un’altra area Miccichè”.

Eppure, come scrissi il 6 ottobre del 2014 (http://www.qualecefalu.it/node/14774), il castello sugli “spazi pubblici equiparabili alle cosiddette zone bianche” e sulla “incontrovertibilità” dell’assunto, che “il Piano Particolareggiato del lungomare nel suo complesso costituisca variante al PRG”, che l’ingegnere Duca aveva costruito a supporto della sua determina e che egli aveva consolidato nella relazione di chiarimenti, che il TAR gli aveva chiesto con l’ordinanza del 21 agosto 2014, “aveva ingenerato confusione persino negli stessi magistrati amministrativi.”

Come aggiunsi in quello stesso scritto, “il castello” di Duca, era “edificio senza fondamenta”, per di più, fatto di “chiacchiere”.
Perciò, edificio destinato a crollare”.

L’ingegnere Duca mi ha querelato per diffamazione, anche, per avere scritto questo ed altro sull’incompiuta del lungomare.
Io me ne fotto.
Ho la coscienza a posto.

Saro Di Paola, 26 settembre 2015

___________________________________________________________________________________________________________________

Articoli correlati:

Commenti

Non sapevo della querela.

E mi spiace. Non solo sul piano personale, in quanto conosco la Tua preparazione in materia che - nonostante le eventuali e personali diverse "idee" - non può essere disconosciuta.

Invece in questa Cefalù la QUERELA è diventata il nuovo "mezzo di confronto", probabilmente con la malcelata speranza di irretite il proprio interlocutore per costringerlo ad un assordante silenzio.

Se questa è la scelta, ciascuno si assumerà la propria responsabilità.

Che non sarà soltanto penale perchè per quella, fortunatamente, esiste un Giudice (terzo) in grado di valutare.

Esistono anche altre responsabilità, in primis politiche, che nulla hanno a che vedere con la "politica".

E tentare di mischiarle rischia, soltanto, di creare un mix pericolosissimo che tutto rappresenta tranne che quel concetto per il quale intere generazioni hanno combattuto: DEMOCRAZIA !

Oggi risulta quasi inutile dire che la concessione edilizia per il completamento dell’albergo bisognava rilasciarla a suo tempo e tutta la costruzione del “Castello”, così come definito da Saro Di Paola, ha generato solo perdite di tempo e non solo. Io personalmente ho avuto un grave danno umano, professionale ed economico.