La decadenza di Cefalù

Ritratto di Angelo Sciortino

8 Novembre 2015, 15:31 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Ridotta come una stoffa sfilacciata, Cefalù ha bisogno di essere rammendata. I troppi strappi subiti la rendono quasi inutile a proteggere i suoi cittadini. È come una vecchia nobile signora, ormai decaduta e affetta di Alzheimer, incapace di dare ancora qualcosa a se stessa e agli altri.

Occorrono un buon medico e un buon sarto, il primo per guarirla dal terribile male, che la rende ottusa di fronte alle sue necessità; il secondo per ricucire quegli strappi, che hanno tolto qualità al suo tessuto sociale, economico e urbanistico.

Nessuno sembra rendersi conto di questa necessità. I cittadini, in maggioranza, vivono come in attesa di un miracolo dall'alto e non dubitano del diritto di Cefalù di essere considerata ancora la Perla del Tirreno e intanto si preoccupano delle inezie o, come diceva Totò, delle pinzellacchere. Vivono alla giornata e intervengono nel dibattito raramente e troppo spesso con opinioni faziose. In ogni caso, senza alcuna consapevolezza dei problemi veri di Cefalù.

Accade, infatti, che anche l'Amministrazione, non si capisce se in buonafede o in malafede, copre con attenzione il vero stato di Cefalù, nascondendolo agli stessi cittadini con il velo della sua prosopopea, intesa nel suo significato spregevole: Aria d’importanza, gravità affettata e ridicola, che spesso si accompagna a sussiego, presunzione, arroganza. In nome di questa sua prosopopea è pronta a tutto per difendere l'apparenza di civiltà, persino all'azione giudiziaria della querela. Sembra non accorgersi che ormai la verità di una città sbrindellata è sotto gli occhi i tutti e che solo la visione faziosa di pochi può negarla. Allo stesso modo nessuno si lascia convincere dai sussulti di una ormai inveterata abitudine di accusare gli altri delle proprie responsabilità.

Al netto delle dichiarazioni pro domo sua e delle promesse di soluzioni, rimane dell'attuale Sindaco soltanto la sua agitazione. Rimane, cioè, soltanto la prova quotidiana che egli si muove a seconda delle sollecitazioni del momento, dimenticando subito dopo che le sue parole hanno lasciato intatto il problema. Presentatosi come un demiurgo, si è dimostrato alla prova dei fatti un incompetente.

Quando la cronaca della sua Amministrazione passerà alla storia, chi la studierà vi vedrà soltanto il buio del fallimento di una città, che per le sue ricchezze avrebbe avuto il diritto di continuare a essere un riferimento internazionale dell'attività turistica, soprattutto in un momento favorevole come l'attuale.

Chi studierà la storia di questo quinquennio, vi troverà il suo sindaco a cercare rilancio turistico nelle fredde steppe russe e non laddove stava rinascendo; in quell'Occidente del quale la Cefalù greca, latina e normanna è figlia. Un errore di visione geopolitica ed economica, al quale potrebbe porsi rimedio, se non fosse pure e soprattutto un errore storico e culturale, al quale non sarà facile porre rimedio in poco tempo.

Ecco, né l'incompetenza né l'arroganza e la sicumera hanno causato l'agonia di Cefalù, ma l'aver dimenticato la sua storia e le sue tradizioni, per lasciare spazio ai calcoli di spicciola economia della cattiva casalinga. In nome di tale economia spicciola abbiamo assistito a una continua corrosione della nostra vera ricchezza, per far spazio alla speculazione di iniziative provinciali e arretrate, con l'intento di coprire l'assenza di scelte razionali, che invece avrebbero permesso di rifare di Cefalù la Perla del Tirreno.

Oggi, chiunque si guarda attorno vedrà sempre un paesaggio bellissimo e invidiabile, ridotto però come la nobile signora colpita dalle rughe, impoverita per la prodigalità passata e presente, ma soprattutto colpita dall'Alzheimer, che le impedisce persino di pulirsi. Una signora alla quale rimane soltanto l'affetto dei suoi figli, che soffrono nel saperla affidata ad assistenti incapaci d'aiutarla.

Signori assistenti, signor demiurgo, grazie di tutto!

Commenti

...di alcuni "assistenti" ho capito che essi sono stati colpiti soltanto dalla foto, che si riferisce a un altro momento della storia del decadimento di Cefalù, al quale si è posto rimedio, riparandola e cancellando le scritte sui muri. Sarebbe stato più corretto che avessero risposto agli argomenti sviluppati nell'intervento, che forse non hanno letto. La foto dimostra che nulla a Cefalù da tempo può dirsi al sicuro dal vandalismo e dalla distruzione. Finché si guarderà con tanta superficialità alle critiche, non ci saranno speranze che le cose cambino.