In che cosa possiamo sperare?

Ritratto di Angelo Sciortino

19 Gennaio 2016, 14:32 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Il PD, il partito cosiddetto democratico, non mi pare che abbia grandi meriti verso l'Italia e i suoi cittadini. A tutti i livelli dove gli elettori gli hanno dato l'onere di amministrare: nei comuni, nelle regioni e nello Stato. Non alludo, come ormai si fa da tempo, alle questioni morali, ma alla incompetenza dei suoi uomini e all'assenza di una meta futura.

Questi uomini credono che il problema sia soltanto morale e s'impegnano a dimostrare che coloro che li accusano di connivenze e persino di ladrocinio non sono spesso immuni dalle stesse accuse. Ciò li porta a cogliere ogni possibile suggerimento per attaccare il M5S, che è, fra gli accusatori, il più determinato, nella speranza di minimizzare le loro responsabilità.

Lo stesso Papa Francesco ha negato l'esistenza dell'Inferno, per cui a nessuno dovrebbe essere dato il diritto di ergersi a giudice dei propri simili. L'Inferno, però, più o meno esistente, è un problema che riguarda il Giudice Supremo e la vita dopo la morte. Noi poveri mortali, invece, abbiamo bisogno di conoscere i nostri simili per decidere di fidarcene e, soprattutto, di affidare loro il governo della nostra società. Per questa ragione abbiamo creato il Diritto e la Legge e scegliamo i giudici per obbligare tutti equamente al loro rispetto. Consapevoli della piccolezza degli uomini, che talora cadono in inganno nel giudicare, abbiamo istituito tre gradi di processo a garanzia delle false accuse.

Non mi sembra che quando il M5S accusa anche i suoi seguaci e li espelle, lo faccia con tre gradi di giudizio e con un pubblico dibattito. Consiglierei a Casaleggio e a Grillo la lettura dell'Orestea di Eschilo, che proprio in questa tragedia dimostrò cosa dovesse farsi per passare dalla società primitiva e barbara a quella civile e rispettosa di tutti gli uomini. Immaginò, quest'uomo da giudicare uno dei meno di dieci geni dell'umanità, che le Erinni vendicative non potessero entrare nel tempio della Ragione e che avrebbero dovuto sottostare al giudizio di alcuni uomini scelti per giudicare e della stessa dea della ragione, Atena. Certamente non immaginò che il giudizio dovesse essere riservato a un Olimpo mediatico, arroccato in un sito web!

Lo stesso dicasi per il PD, che ritiene di sfuggire al giudizio, accusando il suo accusatore delle sue stesse nefandezze. Anche se queste venissero provate, esso non sarebbe meno colpevole. Si tratta di un gioco al massacro morale, che disorienta i cittadini e li rende privi della garanzia del Diritto e della Legge, ma soprattutto che toglie loro ogni consapevolezza delle capacità degli uomini, che sarà costretto a scegliere per essere governato secondo Giustizia.

L'onestà è una qualità obbligatoria per tutti, ma ciò non renderà chiunque capace di governare. Per governare è necessaria la competenza non tanto su tutte le azioni per ben governare, ma almeno nel saper scegliere coloro che devono collaborare e consigliare.

In questo momento, essendo diffusa l'abitudine di dimenticare che per governare occorre competenza, per la quale occorre a sua volta più onestà intellettuale che materiale, spero con tutte le mie forze che arrivi nel panorama politico italiano qualcuno in grado di dar vita finalmente a una politica come quella che fu dei grandi statisti come Cavour e come De Gasperi. Quest'uomo, però, mai potrà affermarsi in un Paese in cui non si guarda ai veri problemi della società e si pensa, erroneamente, che essi siano problemi nati dalla disonestà dei politici, quando invece sono nati dalla nostra personale disonestà intellettuale, che ora si vuol coprire più o meno in buona fede con il reddito di cittadinanza del M5S o con il regalo di 500 euro del PD. Così nulla cambia della politica sciattona, che ha reso l'Italia la Cenerentola delle nazioni civili e i suoi cittadini dei poveri sudditi.

Se ne tenga conto a Cefalù, dove è vivo più che mai l'esempio della politica sciattona.

Commenti

"Lo stesso Papa Francesco ha negato l'esistenza dell'Inferno"... ammetto di essere rimasto un tantino perplesso di fronte ad una affermazione così lapidaria, nunc et semper. Giusto per averne contezza - sono un tantino limitato di comprendonio, fondo le mie certezze su quello che ricade sotto i miei sensi, ho effettuato un controllo su www.vatican.va per un riscontro che, almeno su questo punto, ha dato esito totalmente negativo. Non ne dubitavo in realtà, ma se qualcuno pensasse ad un improvviso mutamento del magistero papale può riprendere questo testo datato 2 novembre 2014 in occasione dell'Angelus: il testo

La preghiera citata dal Papa penso non lasci adito a dubbi di alcun genere.

Adesso smetto di fare il teologo e torno ad occuparmi di questo mondo in cui anch'io "povero mortale" vivo e dove mi confronto con i miei simili, almeno di tutti quelli che, come il sottoscritto, sono cefaludesi. Parlo di uomini e donne, giovani e meno giovani, con laurea o con le "scuole vascie", e non posso fare a meno di constatare che veramente l'inferno è giunto in mezzo a noi. Quando davanti alle porte della Caritas si accalca la gente in attesa di un aiuto materiale o attende il parroco perché non riesce a stare dietro ai bisogni quotidiani, dovrei forse gioire? Per nulla! Quando fino a pochi giorni addietro per le feste di Natale ho rivisto amici di cui avevo perso le tracce - quelli che ti dicono "Sono andato al nord, sai una cattedra..."; o ancora "ho spedito il curriculum dopo la laurea e ho avuto un contratto in Germania, qui niente...", ho motivi per gioire? Non ho motivi per gioire, non ne ha nessuno! Se all'inferno, come scrive San Tommaso nella Summa, il demone tormentatore ti prende in consegna e si incarica di farti scontare la pena eterna in mezzo alle fiamme che non consumano, cosa hanno - o meglio: cosa abbiamo - fatto di male gli uomini e le donne di questo tempo per essere tormentati da un nemico senza fattezze visibili, privati, loro e noi, di un lavoro e di una speranza? Questo stato di quotidiana indigenza e privazione può dirsi giusto e meritato? Devo guardarmi allo specchio per trovare un colpevole o inondo facebook (e i giornali telematici locali) prendendomela con la attuale classe politica? Da cittadino farò le mie valutazioni in occasione delle prossime elezioni, ma non nascondo di essere deluso da almeno un ventennio buono di politica inconcludente e parolaia. Anche di questa amministrazione? I bilanci si redigono alla fine del mandato - dal governo nazionale fino a quello locale passando per quello regionale - e sono anche memore del fatto che l'albero buono si riconosce dai frutti. E' tempo di concludere e lo faccio all'insegna della speranza evangelica, con una esortazione non mia quanto ad elaborazione concettuale ma che sento rivolta anche a me. Per tutti quanti noi, governanti e cittadini, credenti e non credenti,  valga l'esortazione che Papa Francesco inserisce al n. 19 della Bolla "Misericordiae Vultus":

"Il mio invito alla conversione si rivolge con ancora più insistenza verso quelle persone che si trovano lontane dalla grazia di Dio per la loro condotta di vita. Penso in modo particolare agli uomini e alle donne che appartengono a un gruppo criminale, qualunque esso sia. Per il vostro bene, vi chiedo di cambiare vita. Ve lo chiedo nel nome del Figlio di Dio che, pur combattendo il peccato, non ha mai rifiutato nessun peccatore. Non cadete nella terribile trappola di pensare che la vita dipende dal denaro e che di fronte ad esso tutto il resto diventa privo di valore e di dignità. È solo un’illusione. Non portiamo il denaro con noi nell’al di là. Il denaro non ci dà la vera felicità. La violenza usata per ammassare soldi che grondano sangue non rende potenti né immortali. Per tutti, presto o tardi, viene il giudizio di Dio a cui nessuno potrà sfuggire".

E ancora: "Lo stesso invito giunga anche alle persone fautrici o complici di corruzione. Questa piaga putrefatta della società è un grave peccato che grida verso il cielo, perché mina fin dalle fondamenta la vita personale e sociale. La corruzione impedisce di guardare al futuro con speranza, perché con la sua prepotenza e avidità distrugge i progetti dei deboli e schiaccia i più poveri. E’ un male che si annida nei gesti quotidiani per estendersi poi negli scandali pubblici. La corruzione è un accanimento nel peccato, che intende sostituire Dio con l’illusione del denaro come forma di potenza. È un’opera delle tenebre, sostenuta dal sospetto e dall’intrigo. [...] Per debellarla dalla vita personale e sociale sono necessarie prudenza, vigilanza, lealtà, trasparenza, unite al coraggio della denuncia. Se non la si combatte apertamente, presto o tardi rende complici e distrugge l’esistenza. Questo è il momento favorevole per cambiare vita!"

“Con umiltà, ricerca interiore e la contemplazione della preghiera, abbiamo guadagnato una nuova comprensione di certi dogmi. La Chiesa non crede più all’inferno, dove la gente soffre. Questa dottrina è incompatibile con l’amore infinito di Dio. Dio non è un giudice, ma un amico e un amante dell’umanità. Dio non cerca di condannare, ma solo ad abbracciare. Come la storia di Adamo ed Eva, vediamo l’inferno come un espediente letterario. L’inferno è solo una metafora per l’animo isolato, che, come tutte le anime alla fine sarà unita in amore con Dio”.

Ringrazio per aver riportato questo breve inciso che, ovviamente, non può che essere parte di un ragionamento più articolato espresso dal Papa in una determinata circostanza.

Trattasi di documento ufficiale, omelia, meditazione in occasione di un Angelus o di una udienza del mercoledì, risposta scritta ovvero orale a qualche domanda posta da un giornalista? In quale contesto è stata formulata?

Io non trovo nulla sul sito web della Santa Sede; ma i mezzi di cui dispongo, parlo di quelli derivanti dalle mie conoscenze e competenze, sono quelli che sono...