Dov’è la giustizia in questo caso ? Ditemelo voi !

Ritratto di Pino Lo Presti

17 Agosto 2012, 06:02 - Pino Lo Presti   [suoi interventi e commenti]

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Di questo caso, cioè della chiusura del "Mercatino etnico" - per molti, certo - minimo, me ne sarei occupato lo stesso perchè, in generale, sono stato sempre favorevole alla sua istituzione, non necessariamente concentrata in un sol luogo, come unica e civile soluzione di quello che era diventato (e tornerà ad essere) un problema, e cioè quello dell’afflusso incontrollato di venditori ambulanti, semi-fissi, sul Lungomare; generando ciò intralcio alla libera circolazione dei pedoni e spesso degrado estetico e igienico, e talvolta anche problemi di ordine pubblico.
Ma me ne sono voluto occupare in modo particolare perchè, all’interno di questa storia particolare delle vicende amministrative del comune di Cefalù, vi è almeno un caso particolare di un uomo che per due volte ha sentito gelido accanto a sè l’alito della ingiustizia del particolare sistema d’Ordine di questa città; e ciò alla faccia di quanto scritto nella Ordinanza del Sindaco n°37 del 25-06-2012, istitutiva del cosiddetto “mercatino etnico del lungomare”.

Nelle considerazioni che precedono tale ordinanza è scritto: “(considerato) che, gli ambulanti sono per la maggior parte extracomunitari e che quindi occorre dare un forte segnale allo scopo di promuovere la massima integrazione con gli operatori comunitari e con la cittadinanza; ...”
(dò per scontato che il senso sia: di promuovere la massima integrazione tra gli operatori extra-comunitari e la cittadinanza”).

"Il protagonista" della storia è un signore che vive, con la moglie - anche lei di origine extracomunitaria -, da oltre vent’anni a Cefalù (dove sono regolarmente residenti e con Carta d’Identità rilasciata dal  nostro Comune); dove da sempre hanno lavorato onestamente,  pagando tasse e affitti come tutti, e facendo laureare la figlia (che ha oggi un ottimo lavoro), dai modi sempre civili e gentili.
Questo signore - sopravvenuti problemi al cuore - ha desiderato intraprendere una attività di vendita di artigianato del suo paese; ma non è facile senza sufficienti capitali intraprendere una attività del genere a Cefalù, e poi con gli affitti dei locali che ci sono!

Questo signore - certo un pò stanco anche del “nero” che deve aver conosciuto a sufficienza qui a Cefalù - sarebbe stato felice di intraprendere una attività in proprio senza cioè dover più dire sempre sì a chi bene non sempre ti tratta.
Questo signore, nei suoi rapporti umani-sociali è perfettamente integrato nella nostra città; il suo desiderio era ora di “integrare” finalmente anche la sua condizione lavorativa con le leggi e le regole delle istituzioni cittadine.

La Ordinanza n° 37, del 25 giugno (Vedi allegato: ordinanza n° 37.pdf), è stata per lui ed almeno altri 7 extracomunitari residenti a Cefalù una occasione desiderata e preziosa, toccata con mano il 10 luglio (all’atto della approvazione della graduatoria dell’ “Elenco Operatori Residenti” che avevano partecipato al Bando per l’assegnazione - per un totale di 28 - dei “posti” al costituendo “Mercatino etnico); ma per pochi giorni soltanto!

Tredici giorni dopo, il 23 luglio, infatti ecco presentarsi l’Isp. Capo della P.M., Riccardo Liberto, il quale riferisce (con note prot. 3497/PM del 23.07.2012 e n. 3553/PM del 25.07.2012) di inosservanze diffuse delle clausole di concessione delle autorizzazioni.

Di quelle note, la sig, M.C. Di Fatta, Responsabile del Settore APPP del Comune, nella determina n° 214 del 27-7-2012 di revoca di tutte le autorizzazioni (Atto obbligatorio in quanto in esecuzione della Ordinanza del Sindaco, n° 46 dello stesso 27 luglio), riporta: (Vedi allegato: Determinazione n° 214.pdf)

A seguito di tale comportamento sono stati ritirati n. 2 autorizzazioni la n° 21 e la n° 25. A tale trasgressioni si aggiungono situazioni di rischio igienico/sanitario, dovute alle abitudine di buona parte dei titolari di autorizzazioni di bivaccare e dormire sotto i banchetti utilizzati per esporre la merce, inoltre il mancato rispetto della distanza dal marciapiede lato monte crea situazioni di disagio tra i fruitori del parcheggio a pagamento costretti a veri e propri contorcimenti per aprire gli sportelli ed uscire dalle autovetture impediti dalle cataste di merce”.
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Mi pare di ricordare che, nel nostro Ordinamento giuridico, le responsabilità siano individuali; eppure, per quanto (a parte le due autorizzazioni ritirate) non siano stati emessi verbali di infrazione a nessuno, sembra - a quanto mi si riferisce - che, la stessa mattinata, l’Ispettore abbia intimato a tutti i concessionari di andarsene entro venerdì, pena il sequestro della loro merce.

Quel venerdì, 27 giugno (quattro giorni dopo), il Sindaco emette la Ordinanza di revoca (Vedi allegato: Ordinanza n° 46.pdf), basandosi sostanzialmente su generiche segnalazioni di cittadini (in effetti c’è stata su qualche blog locale una serie di segnalazioni), sui due ritiri di autorizzazione operati dall’Ispettore di P.M., e sulle sue notazioni e pareri.

Dice pure: “...sono state segnalate a questa Amministrazione, e più di una volta, infrazioni da parte degli assegnatari circa il pieno rispetto delle prescrizioni contenute nei provvedimenti autorizzativi”.
Ma, cosa significa “segnalate ...infrazioni”, che sono state accertate da pubblici ufficiali? Non è chiaro!
Agli atti non si sa, quali infrazioni, a livello individuale, siano state accertate ai sensi di legge; in particolare riguardo al Signore, attorno a cui gira questa triste storia, il quale asserisce peraltro di essere stato in regola in tutto: pure per quanto riguarda la tela “ecrù”!

Questo signore, come gli altri, hanno pagato 156 euro per il suolo pubblico e 30 di bollo, per una autorizzazione valevole sino al 30 settembre; una autorizzazione ottenuta partecipando ad una debita graduatoria con tutte le certificazioni in regola.


Quasi tutti loro hanno investito dei soldi per la merce da vendere in questi mesi; qualcuno ha persino rinunciato a qualche lavoro estivo.

E’ legale ritirare a tutti una autorizzazione, legalmente ottenuta, per infrazioni eventualmente commesse da altri, oltre a quei due a cui è stata ritirata l’autorizzazione?

E’ tutto poco chiaro, inusuale, approssimativo, pretestuoso, sembrerebbe persino alla fine “razziale” ma, se qualcosa del genere aleggia comunque nell’aria, tutto forse potrebbe avere una più semplice spiegazione.

Ho chiesto ad una addetta al Settore APPP, se quando viene autorizzato un mercato - benchè non alimentare -, l’Ente che autorizza ha l’obbligo di verificare se, oltre alle condizioni di sicurezza, vi siano le condizioni igieniche e a provvedere con opportune infrastrutture in loro assenza.
Mi è stato risposto che certamente è così.
Ho chiesto se siano stati indicati da qualche parte, in forma scritta, quali siano state le infrastrutture utili a garantire le condizioni igieniche per lo svolgimento del “Mercatino etnico”; in altre parole: i bagni, di cui avrebbero dovuto usufruire gli operatori ed eventualmente i frequentatori.
Mi è stato risposto che è stata data, agli operatori, solo una “indicazione a voce” di quali “servizi” avrebbero potuto usufruire!

E’ normale che non siano indicati chiaramente nel “progetto” dell’area del Mercato, insito nel suo Atto istitutivo?

Nel caso del mercatino, cosiddetto “delle logge”, che si è tenuto a piazza C. Colombo durante le festività del SS. Salvatore, erano stati indicati “a voce” i bagni pubblici di Largo di Giorgi; nel caso del “Mercatino etnico” erano stati indicati i due bagni chimici di proprietà (sembra) delle  “giostre”.



Sembrerebbe, da questo nastro che delimita l’area loro assegnata, che i due “bagnotti” siano in effetti nella loro pertinenza.



Un esercente della zona mi conferma che è proprio così, e aggiunge che la proprietà non era affatto d’accordo a farli usare agli operatori del “Mercatino”.
Di fatto, come si vede dalla foto sembrano essere chiusi (“sempre lo sono stati” mi dice il Signore delle cui tristi vicende ci occupiamo).



Come può una Amministrazione “autorizzare” un mercato, che dovrebbe svolgersi tutti i giorni sino al 30 settembre, “indicando a voce”, per un indispensabile utilizzo, infrastrutture non nella propria disponibilità e, ancor più, senza accertarsi se tale utilizzo sarebbe, poi, potuto esserci ?
 


A parte lo schifo in cui sembrano versare questi due “servizi” (?) che avrebbero dovuto garantire le condizioni igieniche per lo svolgimento del “Mercatino”, sembra proprio che ci si trovi di fronte ad una grave leggerezza della Amministrazione e dei suoi Uffici, di cui forse si sapeva (ricordiamo la risolutezza e l’urgenza con la quale si era cercato di affrontare il problema dell’incontrollato afflusso di venditori sul Lungomare).

Ma, forse a fronte della minaccia verbale di un Esposto (da parte di un cefaludese tra i più esagitati al riguardo alla presenza di extracomunitari), ci si deve essere resi conto che non si poteva più “galleggiare”.
Se così fosse, quei comportamenti da “punizione di massa” che sono sembrati per certi versi emergere, troverebbero una più semplice spiegazione in un precipitoso ritiro, da parte della Amministrazione, di un Atto che non poteva essere- così come è stato - compiuto.

Nulla di male a ritirare qualcosa di sbagliato, che non si poteva fare, ma, ora, i danni a chi si è trovato vittima di questa “imprudenza”, chi li paga?
Basta scrivere nella Ordinanza sindacale: “(riferendosi alle citate note dell’Ispettore di P.M.) ... con le quali viene evidenziata l’assoluta inosservanza, da parte degli assegnatari ai posteggi, delle prescrizioni ...” per essere a posto nei confronti dei singoli a cui nessuna infrazione è stata rilevata con Atto di un pubblico ufficiale?
Il Signore, di cui ci occupiamo, mi dice che non gli è stata neppure notificata la Ordinanza di revoca , notifica che - mi dice l’addetta comunale alle APPP - deve essere fatta singolarmente agli interessati e da loro controfirmata!

Molti, dei 28 concessionari di autorizzazione, si sono, al riguardo, rivolti ad un avvocato di Termini Imerese.

Quel Signore non ha partecipato, amante della pace comè, a questa rivendicazione legale, per quanto - fra tutti - sicuramente è stato la vittima più innocente di una “leggerezza” amministrativa che parrebbe si sia poi voluto nascondere usando, come alibi, le note dell’Ispettore, coperti (ma forse anche minacciati) da un clima di intolleranza nei confronti degli operatori extracomunitari, abbastanza diffuso nella città.

Quel Signore semplicemente è tornato, il lunedì successivo, al suo precedente posto presso la chiesetta di S.Anna all’inizio di via Giudecca, assieme ad altri due o tre suoi compagni di sventura!

Ma, verso le 11.30 ecco arrivare ancora una volta un Vigile che ordina ai presenti di sgombrare.
Il nostro amico, da buon Abele, se ne torna a casa sua meditando su cosa fare e su come pagare la merce comprata; gli altri tre tornano.
Attorno alle 14.30 è questa volta il Sindaco in persona a presentarsi e ordinare loro lo sgombero del suolo pubblico, in quanto in possesso della sola licenza di commercio ambulante.

Secondo me siamo di fronte alla seconda ingiustizia, il cui alito freddo ha certo fatto rabbrividire, per la seconda volta, quel Signore ma anche me!

Sembrerebbe tutto normale, nella sua conseguenzialità, questo ulteriore atto:
Che, pur rispettando i principi atti a garantire la massima integrazione degli operatori comunitari con il resto della popolazione è stato opportuno scegliere un indirizzo di rigore ...” (Ordinanza n° 46).



(è proprio cosi indecoroso ed indecente?)

Ma, intanto vi voglio presentare questo Signore, mio amico.
Come ho detto risiede a Cefalù, ha una sua più che dignitosa casa (non dorme sotto la bancarella quindi o fa i suoi bisogni nei pressi), ha un suo furgone nel quale tiene, nei pacchi, la merce (che non è quindi accatastata sul marciapiede), non ha la tela “ecrù” sino al suolo è vero ma è tutto qui il crimine?
No, certamente: sta occupando abusivamente il suolo pubblico; e, questo si sà, a Cefalù, è un reato particolarmente attenzionato e perseguito (sic)!

Se fosse stato solo per la ingiustizia subita per il “bluff” del “Mercatino etnico” non mi sarei indignato tanto; avrei capito la precarietà della situazione della Amministrazione, anche se, al posto suo, gli avrei almeno chiesto scusa invece che metterlo nella massa di coloro i cui comportamenti “vanificano gli sforzi della Amministrazione tendenti a creare uno spazio dedicato, piacevole e gradevole a frequentarsi dove i commercianti ambulanti extracomunitari in regola possano svolgere la propri attività nel rispetto delle Leggi e dei Regolamenti” (Ordinanza 46).

Ciò di fronte a cui non riesco a trattenere la mia indignazione è - in questa seconda parte della storia - il fatto che esattamente il marciapede di fronte è proprio quello da me segnalato più volte (“Rispetto delle Regole”? Cos’è? - del 29 giugno, http://www.qualecefalu.it/node/109) come un esempio di occupazione abusiva continuata di suolo pubblico, a fronte della quale ancor più ora mi risulta incomprensibile cosa intenda per "rispetto delle norme e delle regole" chi dovrebbe farle rispettare e ancor più chi di questo rispetto dice di volersi fare onore e vanto.
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L’ultima delle considerazioni, addotte alla ordinanza n° 46, dice: “ -Vista la Ordinanza n° 37 del 26/06/2012 ed in particolare l’ultimo capoverso della parte esecutiva”.

Naturalmente - ma, solo per curiosità - volevamo vedere quest’ultimo capoverso della 37° ma, cercando “Ordinanze” nel Sito del Comune, siamo riusciti a trovare solo questo:




A mio parere, in tema di chiarezza delle norme e trasparenza c’è ancora molta confusione, improvvisazione e qualche omissione.

 

Commenti

Ecco un esempio della grande differenza tra agitarsi e agire. Gli extra comunitari saranno qualche volta "incivili", ma noi riusciamo a essere peggiori. Tra l'altro senza l'attenuante della scarsa cultura e di una mentalità diversa e seguaci di una religione che predica di amare il prossimo tuo come te stesso.

E' triste sentirsi un po' responsabili di simili agitati comportamenti da parte di un'Amministrazione, che ho votato. Ogni ingiustizia, anche minima e commessa inconsapevolmente, uccide un poco di tutti noi. Specialmente quando si compie il delitto di agitarsi laddove dovrebbe agirsi.

Caro pino condivido in pieno il tuo punto di vista e inviterei chi per mesi  e mesi in tutti i blog cittadini ha attaccato gli extracomunitari  a farsi un esame di coscienza se a subire questa umliazione fossero  stati loro cosa avrebbero detto!!!!!!

Nessuna giustizia, è soltanto prevaricazione. Come al solito, la gendarmeria comunale, è forte con i deboli e debole con i forti. In alcune occasioni soffrono di miopia, in altre mostrano di avere la vista di un falco, al punto da notare una mosca  che vola, a dieci metri d'altezza controsenso nel Corso, mentre non si accorgono, ad esempio,   dei numerosi motorini che salgono controsenso in Via Amendola, con  un fracasso assordante. Evidentemente, qualcuno si è lamentato, ed ecco che un diritto viene cancellato, senza sapere chi ha commesso l'infrazione e cosa sia l'oggetto dell'infrazione. Cancellato PER SENTITO DIRE. Mi chiedo se il sabato quando negli stessi luoghi c'era il mercato settimanale, o nei luoghi dove attualmente lo stesso si svolge, "la Gendarmeria" non abbia ravvisato  alcuna irregolarità nella occupazione degli spazi e sulle condizioni igieniche, considerato i quintali di spazzatura che i signori "non extracomunitari" lasciano a carico dei contribuenti che pagano per la spazzatura - di qualsiasi genere -  civilmente abbandonata per terra. La faccenda puzza, non tanto per le regole "tradite"  dagli extracomunitari, quanto per il pregiudizio razziale che alberga nelle menti di chi dovrebbe far rispettare le regole. A proposito, il sabato, durante il mercato settimanale, i bisogni corporali, in quali luoghi autorizzati vengono "espletati"?

Avendo vissuto abbastanza da vicino la questione del mercato "etnico", tenterò di dire la mia in merito, visto che anche io sono molto amareggiato dal triste epilogo.

Come premessa è d'obbligo dire che la decisione del mercato è stata presa abbastanza in fretta anche perchè la proposta iniziale era quella di prospettare ai titolari di licenza ambulante, di utilizzare lo spazio del parcheggio sterrato. Quando ovviamente gli ambulanti hanno fatto notare che la sotto non ci sarebbe andato nessuno per comprare la loro merce, l'Amministrazione si è convinta che si poteva tentare la collocazione delle bancarelle nel marciapiedi spartitraffico.

E' chiaro visti i tempi, che si  trattasse di una sperimentazione, che con pazienza doveva essere affinata nel tempo, progettando delle bancarelle standard, tipo quelle che sono state predisposte per il mercato contadino, un sistema di illuminazione  non rumoroso e un'immagine gradevole e coordinata di questo mercatino.  

Dopo l'assegnazione dei posti, a fronte di esibizione di tutta la documentazione richiesta e del pagamento del suolo pubblico, le cose non sono andate come dovevano. Non solo però, per il mancato utilizzo di uno stile unitario, ma soprattutto per l'assoluta mancanza di controllo e repressione dei tantissimi venditori non autorizzati, al punto che i 28 titolari di posto fisso hanno cominciato a domandarsi che convenienza avesse avuto far parte del mercato che, anzi, li aveva costretti ad ammassarsi e a ridurre notevolmente la superficie di vendita. Non vi è traccia infatti di repressione degli abusivi, nè tantomeno di sequestri. Mi si dice che non vi fossero abbastanza forze per provvedere al controllo

Tralascerei il discorso dei servizi igienici, in primo luogo perchè anche i commercianti locali a posto fisso non ne dispongono in sede e pertanto suppongo si debbano appoggiare a qualche altra attività; in secondo luogo perchè mi è stato detto dagli stessi ambulanti che i bar del posto non avevano nessun problema a consentire l'uso dei bagni, anche in considerazione del fatto che stando per oltre 12 ore al sole, erano soliti consumare pasti e bevande proprio in quei bar; in terzo luogo perchè mi potrebbe stare bene la clausola di utilizzo dei bagni pubblici, anche se lontani, posto che se ne facessero anche al lungomare sarebbero di giovamento anche per turisti e bagnanti. (chi usufruisce della spiaggia libera, infatti, dove dovrebbe andare alla toilette?)

E' chiaro che tra i 28 ambulanti qualcuno a trasgredito le regole, tant'è che due licenze sono state ritirate.

Ed è proprio in quella direzione che si doveva continuare... Revocando la licenza a chi dormiva sotto le bancarelle, a chi le rendeva indecorose e a chi compiva atti osceni. Sarebbero così rimaste le poche persone per bene, che possibilmente sono coloro che hanno famiglia a Cefalù, pagano l'affitto, la Tarsu e le tasse, mandano i figli a scuola e comprano nei nostri negozi, come il signore oggetto dell'articolo.

Invece no... probabilmente sotto pressione di chi proprio gli "extracomunitari" non li può vedere, ecco che arriva la revoca per tutti, notificata di venerdì pomeriggio, perchè aspettare il lunedì e consentire di lavorare almeno per l'ultimo weekend proprio non si poteva.

Il Sindaco però, in un incontro tenuto con gli ambulanti il sabato mattina, ha precisato che a partire dal lunedì successivo i controlli sarebbero stati ferrei per verificare il rispetto dell'Ordinanza di sgombero.

Ma allora le forze necessarie ci sono???!!! Pare di si. Infatti, non da lunedì come detto dal sindaco, ma dallo stesso sabato pomeriggio, la zona è stata piantonata fino a tarda notte da quattro operatori, tra vigili urbani e protezione civile, provvedendo, in serata, ad elevare una contravvenzione ad un ambulante che aveva tentato di rimontare la bancarella DI BEN MILLETRENTADUE EURO!

Sfido chiunque di noi a potersi permettere di far fronte ad un verbale del genere.

Nei giorni successivi, sono cominciati poi i sequestri.

Io devo dire che sono molto rattristato da un atteggiamento, a mio parere, non equo. Come dire.. due pesi e due misure...

Un maligno potrebbe pensare che era proprio qui che si voleva arrivare, ma io voglio credere che non ci sia una regia così cattiva dietro la vicenda.

Infine, un'annotazione/provocazione sulle ultime intimazioni di sgombero proprio al nostro amico tornato ambulante.. Ma se il suo carrello, visibile nelle foto, ha le ruote e lui ha una licenza di ambulante, dove si trova l'illecita occupazione di suolo pubblico? E' chiaro che per vendere bisogna essere fermi, mica si può chiedere agli acquirenti di correre dietro ai venditori!!! Mi pare che così si comporti anche chi vende frutta e verdura con i camion...

Ma forse mi sbaglio.

Non sei tu a sbagliare, caro Mauro, ma coloro che amministrano questo Paese. Tutto questo è il risultato di quella confusione tra agire e agitarsi, che impedisce comportamenti amministrativi equi, conseguenti e giusti.

L'idea del "Mercatino Etnico"  nasce un paio di anni fa su richiesta dell'Arcom (Ass. Art. & comm.). I commercianti hanno espresso parere favorevole a condizioni che venissero rispettate le regole economico-fiscali altrimanti si sarebbe trattato di concorrenza sleale. Questa Amministrazione oltre ad essere stata molto precoce ha escluso dal progetto tutti gli ambulanti che si sono trovati puntualmente ogni anno a dormire per le nostre vie cittadine; sono stati presi soltanto 8 residenti, 5 artisti e tutti gli altri erano "facce nuove" per un totale di 33 postazioni. Soltanto qualcuno tra gli esclusi non era in possesso dei requisiti minimi. Avendo capito l'errore L'Amministrazione comunale fa un passo indietro e per l'inosservanza delle regole da parte di un paio di ambulanti chiude per la stagione in corso il Mercatino progettandolo per il prossimo anno.

Inviterei i lettori e/o qualche commentatore a non accusare nessun commerciante perchè la colpa non è nostra e lo dimostra il fatto che non sono stati messi neanche i bagni chimici e le fioriere come era stato detto. Possiamo attribuire la colpa solamente al poco tempo a disposizione e alla troppa fretta. Cordiali saluti.

ricorda i tanti "camion" ambulanti-fissi (h/24) ma anche i tanti frutta e verdura "ambulanti con baracca-fissa" da tanti anni che non rispettano neanche la distanza dagli incroci.
Mi dispiace infine che non si sia "notata" - anche da parte dei commentatori - la palese doppia misura della"severità" nei confronti degli extracomunitari rifugiatesi presso la chiesa di S.ta Anna, da una parte,  e della totale tolleranza (si può dire: Complicità?) nei confronti di chi occupa abusivamente da anni il marciapiede di fronte, dall'altra!

La Giustizia dovrebbe essere sì cieca ma non "guercia"!

I soldi agli ambulanti gli sono stati restituiti. Ci sono piccoli negozianti che a Cefalù pagano 20/30.000 euro all'anno per gestire un'attività commerciale. Conosco persone che vivono nel silenzio e hanno venduto il magazzino di deposito per pagarsi le spese e non dichiarare fallimento.... ...poi ci sono anche gesti estremi di chi non ce la fa più, fino al 4 Maggio 2012 si sono tolte la vita 73 piccoli imprenditorie ma lo Stato non interviene; Questa è la vera vergogna.  

Quel mercatino "etnico" che si è impiantato sul lungomare in effetti era una "baraccopoli". Non fingiamo di non aver visto. Non tutti avevano la concessione e tra l'uno e l'altro si infiltrava l'abusivo. La superfice occupata poi era più del doppio di quella autorizzata. Si dormiva e si consumava cibo sotto le bancarelle. La biancheria intima  veniva lavata sotto le docce delle spiagge libere usando anche detersivi  e messa ad asciugare di buona mattina sul  parapetto che delimita il marciapiedi dalla spiaggia. Qualcuno aveva addirittura costruito sulla sua postazione, il tetto con profilati plastici antipioggia.Non negatelo, era il secondo lato Palermo appena dopo il negretto che vendeva sculture africane! Uno di quei giorni, non potendo transitare sul marciapiedi stracolmo di sacchi, borsoni, sedie ecc ecc, venni apostrofato con la frase: " che devi passare? perchè non passi sulla strada? (cioè sulla corsia delle auto).Concludo che sarei anche daccordo per un mercatino , ma nel rispetto   di tutte le norme di Legge così come viene richiesto ad ogni cittadino di nazionalità italiana.

Anch'io, come lei, sarei "... daccordo per un mercatino , ma nel rispetto   di tutte le norme di Legge .." (anche da parte del Comune).
Come me, credo che anche lei sia d'accordo che sia compito delle autorità preposte fare rispettare le leggi anche ai cittadini di nazionalità italiana.
Come me, credo che anche lei sia d'accordo che le responsabilità debbano essere perseguite a livello individuale.

Qui la questione che ho posto non è se nel suo complesso il "mercatino" sia diventato una baraccopoli o meno, ma se intanto il Comune ha fornito le infrastruttue igieniche necessarie a che certi sconci non si verificassero; secondo, se sia giusto, perseguendo i comportamenti scorretti di alcuni, punire tutti, cioè se per eliminare l'acqua sporca sia giusto buttare via anche qualche "bambino"; terzo se la occupazione abusiva di suolo pubblico (lasciando ora perdere il "mercatino") valga solo per gli extracomunitari!

Non mi sembra che abbia letto interamente e con attenzione il mio articolo; la invito a rileggerlo.

Gentile Sig Lo Presti, 

il mio intervento sul mercatino "etnico" non era inteso come una accusa rivolta indistintamente a tutti gli espositori , ma ad una parte consistente di essi. Chi non ha avuto rispetto delle Norme, comprese quelle igienico/sanitarie,  chi ha fatto il furbetto abusando, deveva essere sanzionato. Certamente il Signore che Lei presenta nel suo articolo sarà una persona onesta e meritevole di ottenere un regolare permesso per svolgere la sua attività di ambulante, anche se stagionale. Purtroppo, se in un paniere pieno di mele,  ce ne sono alcune marce, allora riesce difficile scartarle una ad una.Ciò in  considerazione dei tempi stretti e del caos che era stato creato in precedenza dagli oltre cento espositori abusivi che hanno riempito con le loro bancarelle i marciapiedi che vanno da Piazza C. Colombo (P.Marina) fino all'incrocio con via Vazzana. Il Sig. Sindaco e l'intera Amministrazione  non hanno ben valutato in tempo dove creare adeguati spazi, magari numerando i posti,( richiamandone il numero anche sulla concessione). Mi dispiace per la multa di cui si parla e spero  venga revocata. Infine,sono daccordo che il controllo sugli ambulanti, ma anche sugli "stazionari" venga fatto indistintamente su tutti a prescindere dal loro paese di origine. Troppe aree pubbliche vengono abusivamente occupate (non sono da meno alcuni posteggi "riservati" ad personam o/e a strutture alberghiere per uso dei loro clienti). CHI VIGILA EFFETTIVAMENTE? Su questo tema sarebbe opportuno ritornarvi altrimenti Cefalù rimarrà la cittadina dei "furbetti".

Siamo d'accordo sig. Maggio, solo in una cosa no: quella del paniere con le mele marce; se c'è n'è qualcuna sana bisogna difenderla come una risorsa e destinarle il posto dovuto. Alla fine perché non lasciare l'autorizzazione a chi era in regola; avrà valuto dire che il "Mercatino" autorizzato sarebbe stato magari di cinque o di uno. Perchè no se era in regola?