“Pasquale Culotta è benemerito dell’Università di Palermo perché, da ricercatore, da didatta e da maestro ha incarnato lo spirito dell’Istituzione”

Ritratto di Saro Di Paola

30 Luglio 2016, 18:19 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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L’Università di Palermo ha conferito alla memoria del Prof. Pasquale Culotta l’onorificenza di “Benemerito” Panormitanae Studiorum Universitatis.
La cerimonia si è svolta ieri, 29 luglio, nella ricorrenza del 76° anniversario del nascita del Nostro.

Pasquale Culotta è benemerito dell’Università di Palermo perché ha incarnato lo spirito dell’Istituzione.
Da ricercatore.
Da didatta.
Da maestro.
Onorare la sua figura è onorare l’idea stessa dell’Università.
Per trasmetterla alle nuove generazioni.
L’Università, che è ricerca perché è costruzione del sapere.
L’Università, che è didattica perché è trasmissione del sapere.
L’Università, che è maestra perché è costruzione, organizzazione,equilibrio e governo di un gruppo, di una scuola, di un sistema
”.
Queste le parole, con le quali il Magnifico Rettore dell’Università di Palermo, Prof. Fabrizio Micari,

ha introdotto la cerimonia.
Nella solenne e gremita cornice dell’Aula Magna di Palazzo Steri.

    

Dopo il Magnifico, è stato il Prof. Maurizio Carta, già allievo di Culotta ed oggi Presidente della Scuola Politecnica dell’Università di Palermo, a sottolineare il senso ed il valore di quel conferimento.

Carta lo ha fatto citando Gustav Mahler:
Tradizione non è culto delle ceneri ma custodia del fuoco”.
Il conferimento dell’onorificenza a Pasquale Culotta non è, solo, rendere omaggio alla memoria di un grande Uomo, di una persona straordinaria ed impegnata, è, soprattutto, coltivare il fuoco che ha animato la sua vita di uomo e la sua umanità di docente, costruttore di ponti e mai irrispettoso degli altri”

Il Prof. Andrea Sciascia, anch’egli allievo di Culotta ed oggi Direttore del Dipartimento di Architettura dell’Ateneo di Palermo,

ha “fermato il suo sguardo su un particolare della vita del Maestro.
Sull’elemento, nel quale Pasquale trovava la capacità, la forza e le energie che spendeva, tutti i giorni, per relazionarsi con gli altri.
Su un segreto della vita, di cui Pasquale era profondo conoscitore
.
Per Pasquale, ogni persona, ogni occasione, ogni progetto, ogni giorno era un’opera d’arte”.
Proprio come il suo ultimo giorno.
A Benevento.
L’8 novembre del 2006.

L’ultima giornata di Pasquale con Riccardo Florio, il Professore, titolare della Cattedra di Disegno dell’Architettura della Facoltà di Architettura di Napoli “Federico II”, che, dal 2002 al 2006, insieme a Culotta, partecipò a concorsi di progettazione nazionali ed internazionali.

Florio, ad un anno dalla improvvisa dipartita di Pasquale, scrisse una mail a Sciascia.
Per “rendere vera la realtà”.

Una mail, nella quale Florio “tratteggiò, trasformando in ricordi, in riflessioni, anche in battute, i mille pezzettini, frantumi di una volontà, che, un anno prima voleva opporsi alla realtà”.

Alla mail Sciascia rispose con un’altra mail.
“A distanza di molti mesi perché la sua volontà ha lottato con la realtà invano per molto tempo riuscendone, alla fine, irrimediabilmente sconfitta”.

Florio e Sciascia hanno pensato di riunire e rendere pubbliche le due mail, insieme, nell’opuscolo, che, ieri allo Steri, è stato distribuito a quanti abbiamo presenziato alla cerimonia.

Quell’opuscolo è “una testimonianza piccola e parziale della amicizia nei confronti di Pasquale”, che, nella cerimonia di ieri, Florio e Sciascia, hanno reso leggendo l’Uno la mail dell’Altro.
Sì, perché, per i due allievi divenuti colleghi del Maestro, “l’ultima giornata di Pasquale, gigante di umanità e amico indimenticabile, è la sintesi di una vita intera”:
 
A conclusione della cerimonia, il Magnifico ha consegnato alla Signora Culotta, una riproduzione del sigillo “PANORMITANAE STUDIORUM UNIVARSITATIS”.

   

Dopo i ringraziamenti di Rosalinda Brancato,

è stato il piano del Maestro Salvatore Punturo

 

      

ad augurare “Buon compleanno” a Pasquale.

Il Maestro, nipote del Maestro, è arrivato al cuore dei presenti con le struggenti note di "Golliwogg’s Cakewalk" e di “the little shepherd” di Claude Debussy.
Le stesse note, che Pasquale gli chiedeva di suonare alla fine di tutti i convivi di famiglia.
Le stesse note, che Salvatore suonò, per Pasquale, alla fine delle sue esequie.

Saro Di Paola, 30 luglio 2016

Commenti

Caro Saro
voglio pubblicamente ringraziarti per il toccante e profondo articolo sulla cerimonia del 29 luglio a Palazzo Steri, sede del Rettorato dell'Università di Palermo, dedicata alla memoria di Pasquale Culotta, "cefalutano".
Ma altri blog celudesi, che a cadenza quasi giornaliera pubblicano elenchi e graduatorie di cefaludesi che hanno ben meritato o che giustamente ben meritano per avere illustrato Cefalù con la loro arte e con qualsiasi altra forma di ingegno, non hanno mai scritto parola su Pasquale, che con la sua opera ha portato Cefalù nel mondo e non solo in Sicilia o solo a Cefalù. Ove fosse necessario basterebbero le parole del Magnifico Rettore, Prof. Micari, dei docenti a capo di apicali incarichi direttivi delle Università di Palermo e di Napoli, Professori: Maurizio Carta, Riccardo Florio, Andrea Sciascia, che hanno fatto conoscere al folto pubblico che gremiva l'aula magna dello Steri,le qualità umane, didattiche, di ricerca e professionali di Pasquale. Per noi famiglia è stata una grande emozione. L'Università di Palermo e il Dipartimento di Architettura non hanno dimenticato il loro collega ed amico. E molte altre manifestazioni sono in preparazione per il decennale della sua morte. Dobbiamo citare il detto latino "nemo profeta in patria.".
La mia non vuole essere una rancorosa presa di posizione "pro domo mea" ma una semplice e non critica  constatazione.
Grazie per l'ospitalità.

                                                                                                      Rosalinda Brancato Culotta

Mi sento onorato di essere stato testimone oculare di un evento di tale portata in memoria del prof. Pasquale Culotta e voglio anch’io fare un plauso a Saro Di Paola, perché con il suo constante contributo mette al centro dell’attenzione le questioni più significative della vita della nostra piccola comunità.

Certo, fa un po’ di tristezza constatare che tanti non danno la dovuta importanza a questo tipo di  eventi, mi conforta, però, che l’università non ha la memoria corta  e manifesta di continuo l’infinita stima che conserva per il prof. Pasquale Culotta, una stima sincera che i relatori hanno condiviso con tanta emozione e commozione.