“Il Palazzo” e l’ing. Palazzo

Ritratto di Saro Di Paola

23 Ottobre 2016, 08:30 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Il prossimo 26 novembre sarà passato un anno da quando, nel Palazzo di Città, si è svolto il primo degli incontri pubblici organizzati dall’Amministrazione comunale per presentare alla Città il progetto del raddoppio della tratta ferroviaria Ogliastrillo-Castelbuono e della fermata sotterranea di Cefalù.

In quella occasione per RFI è intervenuto l’ing. Filippo Palazzo, direttore territoriale di Palermo, che, su eventuali opere di compensazione da realizzare per Cefalù, ha detto, quasi testualmente, “che Cefalù sarà, già, compensata dalla eliminazione dell’attuale linea in superficie e dalla nuova piazza della stazione, che sarà un nuovo centro di aggregazione di cui a lavori ultimati la Città potrà disporre”.

Subito dopo la conclusione dell’incontro ho pubblicato, su “Quale Cefalù”, il post (http://www.qualecefalu.it/node/18360 ), nel quale ho scritto che, per  SALVARE IL SALVABILE, quella piazza deve essere cancellata dal progetto esecutivo.

    

Quella piazza deve essere cancellata perché, davanti all’imbocco della galleria d’ingresso alla fermata “il centro di aggregazione” all’ombra delle palme, a Cefalù, non serve.
A Cefalù, in quel luogo, serve ben altro.
A Cefalù, dal passaggio a livello di Gallizza al bivio Ferla, serve una strada, un VIALE URBANO.
L’unico che, ancora, può essere realizzato e che la nuova piazza disegnata nel progetto “esecutivo”, comprometterebbe irrimediabilmente.
 
Non ho dato, invece, alcun peso alla compensazione, che, secondo Palazzo, per Cefalù, sarebbe costituita dall’eliminazione dell’attuale linea di superficie.
Non sono, infatti, talmente sprovveduto da ritenere che FFSS prima e RFI dopo abbiano progettato di eliminare la linea esistente per rendere benefici  al territorio di Cefalù.
Quella linea verrà soppressa per esigenze tecnico-progettuali imposte dall’obiettivo di migliorarne le caratteristiche di percorrenza.
Da quelle attuali a quelle di linea ad alta velocità prima e di linea veloce dopo. 

A non dare alcun peso alle “compensazioni” dell’ing. Palazzo e, meno che meno, all’allarme che ho lanciato con il mio post è stato “il Palazzo” di Piazza Duomo.
Almeno sinora.
Se è vero, come è vero, che i suoi attuali inquilini non hanno ritenuto di spendere una sola parola sulle “compensazioni” di cui ha parlato Palazzo e, meno che meno, sull’allarme, che ho lanciato sulla piazza della nuova stazione.
 

Devo ritenere che per gli inquilini del “Palazzo” di Piazza Duomo non ci sia nulla da salvare.
Eppure, il professionista incaricato dal “Palazzo” per progettare sulle aree di risulta dell’attuale stazione e della linea ferrata, che, peraltro, è stato la guida tecnica del Comitato “Cefalù Quale ferrovia”, commentando il mio post “SALVARE IL SALVABILE”, così ha scritto, su facebook:
Sono d’accordo.
Quella piazza non serve anzi è dannosissima.
La sua planimetria è stata disegnata da chi non ha nemmeno lontanamente l'idea di cosa sia la progettazione urbana, né conosce un'acca di Cefalù, dei suoi bisogni, dei suoi problemi.

Oltre a ciò il suo disegno è velleitario, schematico, qualunque.
Cefalù si merita ben altro di uno schizzetto irriflessivo.
È perciò che questa "piazza" va cancellata, eliminata senza pensarci un secondo.
La viabilità e il progetto organico di Cefalù non potranno che trarne miglioramento e vantaggio
.”

Eppure, sulla questione sono tornato a scrivere altre due volte.
Il 14 dicembre 2015, con il post (http://www.qualecefalu.it/node/18493 ): “Due esigenze da sottoporre ad RFI ed alla TOTO costruzioni
Il 12 settembre 2016, con il post (http://www.qualecefalu.it/node/19863 ): “Il raddoppio ferroviario, due questioni irrisolte ed il disinteresse dei politici di Cefalù”.

Mi chiedo:
a Piazza Duomo, “il Palazzo” c’è ancora?

Cefalù, 23 ottobre 2016

Commenti

Rivedendo le foto di quell'incontro, oggi, dopo quasi 5 anni, provo delusione, rammarico ed amarezza.
Non perchè mi rendo conto di essere stato usato a fini elettoralistici, ma per la speranza che nutrivo per il quinquennio amministrativo, che andava ad iniziare.
Speranza in ciò che quel quinquennio sarebbe stato ed avrebbe rappresentato per Cefalù e che, invece, non è stato e non ha rappresentato.
E non soltanto dal punto di vista urbanistico.