Cefalù capofila di una ribellione

Ritratto di Angelo Sciortino

25 Gennaio 2017, 07:40 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Ut sementem feceris ita metes” cioè, “Mieterai a seconda di ciò che hai seminato”, dicevano gli antichi Romani. L'adagio vale per ogni uomo, ma ancor più vale per tutti quei politici, che, avendo rappresentato i cittadini nelle Istituzioni elettive, tornano alla scadenza elettorale a chiedere il voto. Certamente accade talvolta – e in Italia accade spesso – che i candidati mentano, mistifichino e usino le parole per annebbiare le menti, con lo scopo di essere rieletti, carpendo con l'inganno la fiducia dei cittadini. È un esercizio, che fino a qualche anno fa ha dato la possibilità a uomini ignoranti e incapaci di ricoprire cariche elettive retribuite lautamente a spese dei contribuenti. Fino a qualche anno fa, perché adesso finalmente i risultati negativi della loro incapacità a governare sono compresi e giudicati da un numero sempre maggiore di cittadini, essendo tali risultati concretamente rappresentati da una sempre più diffusa povertà e da disoccupazione.

Purtroppo non sempre questa consapevolezza comporta scelte intelligenti, essendosi ormai radicata l'abitudine di tanti cittadini di scegliere senza riflettere o di rifiutarsi di scegliere o di affidarsi con poco giudizio a chi falsamente interpreta la sua rabbia. Si tratta di comportamenti destinati ad aggravare i problemi creati dai politici, nei quali giustamente non si crede più.

Quanto detto finora vale per l'Italia tutta e riguarda un problema della moderna democrazia. Il suo esame comporta, però, una conoscenza della politica, che purtroppo va oltre la cultura media degli Italiani e della loro capacità di essere informati. In fondo, dall'Atene del V secolo ai giorni nostri, questo è stato il problema vero di ogni democrazia, che per funzionare ha bisogno di cittadini informati. Un rimedio c'è e si chiama Comune. Se esso saprà gestirsi in piena autonomia, i suoi cittadini sapranno scegliere, perché conosceranno direttamente i problemi della loro città e già solo per questo saranno quei “cittadini informati”, senza i quali non esiste una democrazia. Non solo, le loro scelte saranno una palestra per esercitarsi nell'esercizio della democrazia, che li aiuterà poi nelle scelte, che vanno oltre la vita del loro piccolo comune. Così facendo, i politici simili agli attuali perderanno ogni possibilità d'ingannarli.

Allora, abbandoniamo per un momento il panorama politico nazionale e dedichiamo la nostra attenzione a Cefalù, della quale tutti conosciamo i problemi e le esigenze, ma soprattutto conosciamo da chi e come è stata amministrata finora, in particolare negli ultimi cinque anni, per cui può decidersi con cognizione di causa se gli amministratori uscenti meritano di essere riconfermati.

A una prima riflessione generale deve ammettersi che questa Amministrazione è venuta meno al suo compito principale: la difesa dell'autonomia comunale, basilare se si vuole una vera democrazia. In ogni occasione essa ha preferito abdicare ai suoi doveri e si è appellata e ancora si appella alla Magistratura di ogni ordine e grado; alle Istituzioni regionali e nazionali. Spicca per la sua inazione in attesa che altri decidano al suo posto e non si preoccupa che così facendo ha ridotto Cefalù a una misera servetta da regina che era. Soltanto un cieco non si accorgerebbe di quanto sia cresciuto il ruolo di diversi Comuni madoniti, che un tempo guardavano a Cefalù come alla città capofila.

E dovrebbe essere non solo cieco, ma anche sordo, chi non si accorgesse di quanto si è perso in soli cinque anni quanto a uffici importanti come il Tribunale. Questo depauperamento sociale ne ha comportato anche uno economico, fatto di povertà e di disoccupazione crescente, a causa della diminuzione d'investimenti. Stavamo per perdere persino l'ospedale, che non questa Amministrazione ha salvato, ma la Dirigenza della Fondazione, che è riuscita a dargli una strategia di sviluppo e di crescita, sostenuta dall'impegno dell'intero corpo sanitario, dal più umile addetto alle pulizie al medico più famoso. Una strategia ogni giorno più evidente, di fronte alla quale ha dovuto chinare il capo la politica regionale e nazionale.

Concludo, quindi, che nessun cittadino, che non sia cieco e sordo, potrà rinnovare la fiducia a questa Amministrazione e a pochi consiglieri comunali, che anche all'opposizione si sono dimostrati troppo tolleranti persino alla dichiarazione di dissesto, che non è stata né sarà mai fonte di chiarezza nella contabilità comunale, almeno finché si continuerà a gestire l'attività in forza di comunicati, di interventi di somma urgenza e di chiacchiere.

Rinnovarle la fiducia nel prossimo maggio equivarrebbe a fare un danno non soltanto a Cefalù, ma, per quel che ho cercato di spiegare, alla democrazia dell'Italia tutta.

Commenti

Coincidenze, solo coincidenze...
Un porto che sta sempre più affondando, abbandonato a se stesso... Coincidenze, solo coincidenze...
La diatriba sull'acqua... Coincidenze, solo coincidenze...
Il multipiano... la gestione parcheggi... il mercatino... il violento incendio, mal gestito... la galleria... l'area Miccichè... il centro storico... la viabilità... la carenza cronica di vigili urbani.... e tante altre COINCIDENZE, solo coincidenze...

Caro Angelo, sono coincidenze che... coincidono con i pensieri che in molte menti circolano. Coincidendo, con le coincidenze...
Coincidenze????
Lo scopriremo solo vivendo, cantava Battisti...
A maggio, vedremo se le coincidenze coincideranno ancora.