VALLONE SANT’OLIVA: è stato “disboscato” l’alveo

Ritratto di Saro Di Paola

28 Ottobre 2017, 14:11 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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L’alveo del vallone Sant’Oliva a monte dell’ARMCO, nel quale, per completare la cosiddetta strada intercomunale Cefalù-Castelbuono, venne intubato il tratto del Sant’Oliva contiguo all’eliporto, e che, un mese addietro, era imboschito da canneti, rovi e macchia mediterranea, (http://www.qualecefalu.it/node/21218)

  

nei giorni scorsi è stato "disboscato".
Responsabilmente.

 

 

Il “disboscamento” dell’alveo mi ha permesso di entrare, stamattina, nell’ARMCO, nel quale ero potuto entrare, per l’ultima volta, il 24 aprile del 2015, (http://www.qualecefalu.it/node/16860)
quando avevo avuto modo di constatare che, in corrispondenza dei montanti in ferro, che puntellano lo schiacciamento della volta verificatosi nel 2002, al pannello di lamiera che i montanti medesimi bloccavano, già il 26 aprile del 2013, si erano aggiunti la carcassa di uno scooter e detriti di altra natura.

  

Mi ero permesso di suggerirne la rimozione (http://www.qualecefalu.it/node/18546).
Per ovvie ragioni.

Il mio suggerimento del 2015, non è stato, però, recepito.
Quei detriti, stamattina, erano ancora là.

  

Mi permetto di ribadire il suggerimento.
Ancora una volta.
Per le stesse, ovvie, ragioni che avevo, già, ribadito all’indomani della tragedia di Livorno dello scorso 10 settembre.

Ma non solo.
Avendo notato, da lontano, un’anomalia alla regolarità del fondo dell’ARMCO ed essendomi ricordato dell’ossidazione della lamiera, che, nel 2015, avevo riscontrato nei pannelli che ne compongono lo sbocco, lato valle,

  

con la cautela, che lo scorrere dell’acqua ed il fondo scivoloso mi imponevano,

ho percorso, in discesa, tutto il canale ed ho rilevato due segni, che, a mio giudizio, non possono essere sottovalutati.

Il primo segno è nella mezzeria del fondo dell’ARMCO, ed è rappresentato dal sollevamento dei pannelli.

Una fenomenologia, che nel 2015 non avevo riscontrato e che è, assolutamente, identica a quella che, il giorno dell’Immacolata del 2002, alla fine della cerimonia dell’elevazione della corona alla statua di Maria in San Pasquale, mi indusse a far fare un sopralluogo a Francesco Dolce, allora Presidente del Consiglio, a Giuseppe Guercio e Roberto Corsello, allora Assessori della Sindaca Vicari, per fare sentire, con le proprie orecchie lo scricchiolio delle lamiere del canale, che aveva cominciato a schiacciarsi nella parte più prossima al suo imbocco lato monte.

Il secondo segno è lungo l’attacco del fondo del canale alla volta ed è rappresentato dal grado di ossidazione dei pannelli e dalle scaglie che hanno intaccato l'integrità della lamiera.

Una fenomenologia, più avanzata rispetto a quella che avevo riscontrato nel 2015, che è, assolutamente, identica a quella che tanti interventi ha richiesto nell’ARMCO che sottopassa la via Pietragrossa.
(http://www.qualecefalu.it/node/2333, http://www.qualecefalu.it/node/1789, http://www.qualecefalu.it/lac/node/7772)

Entrambi i segni non possono essere sottovalutati perché sono premonitori dello schiacciamento dello sbocco, lato valle, dell’ARMCO del Sant’Oliva.
Uno schiacciamento, cui, in quel punto, seguirebbe lo smottamento del rilevato, sul quale è stato realizzato il tratto contiguo della “Cefalù-Castelbuono”.

  

Saro Di Paola, 28 ottobre 2017

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I lavori sono in corso e il canale sarà liberato da ingombranti. Le condizioni di stabilità dello stesso canale saranno oggetto di una relazione che sarà inviata agli uffici competenti.