Amarcord (parte 1ª)

Ritratto di Pino Lo Presti

28 Agosto 2012, 08:55 - Pino Lo Presti   [suoi interventi e commenti]

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Il Sindaco salutando rapidamente la manifestazione, atteso alla ferla per la S. Messa e la Processione per la Festa della Maria Addolorata, si lascia però prendere da qualche nostalgia:

“Com’era Cefalù una volta, già ad iniziare dalla facciata del Comune ... - mi scuseranno poi coloro i quali magari l’hanno fatta in un modo diverso -, che  io gradirei in quel modo. Chissà quando ci potrà tornare ... perchè sicuramente è più facile anche da custodire”.


 
Ribadisce l’impegno della sua Amministrazione ad invertire “la caduta libera” di questi ultimi anni per farla tornare a vivere con la collaborazione di tutti, una collaborazione di cui vede ogni giorno dare prova a tantissimi cittadini.



Cristina
Testimonia del nuovo spirito attivo collaborativo che anima la città indicandone a prova la attiva disponibilità di tanti (molti si sono rammaricati di non averlo saputo in tempo) a contribuire a questa mostra.

Abbiamo voluto concludere la rassegna di quest’anno di Incontri d’Estate, giunta quest’anno alla V edizione, restituendo alla comunità di Cefalù, attraverso questa mostra, una immagine di questa città che molti di noi portano nel cuore e che è la Cefalù degli anni '60 e '70.



“Amarcord” (sottotitolo: “m’a ricuordu”) non per guardare indietro con nostalgia ma per riproporre una memoria storica (è passato da allora quasi mezzo secolo) che per quelli di una certa età ha significato un tuffo nel cuore ma per molti giorni ha significato anche una scoperta di qualcosa di cui hanno sentito parlare dai loro genitori: cos’era Cefalù in quegli anni, da quali personaggi importanti era frequentata, quali aspettative erano presenti nella coscienza collettiva, e purtroppo anche di quanti “treni” si sono persi.
L’idea non è quella di guardarsi indietro piangendo ma di “fare tesoro” delle potenzialità e delle risorse che questa città ha, sia dal punto di vista naturalistico, storico-artistico e paesaggistico, sia dal punto di vista delle risorse umane, per riappropriarci del suo destino.



 Ma, questa è una prima esperienza; con l’assessore alla Cultura A. Marinaro, ci siamo riproposti di riproporla, migliorandola, anche nei prossimi anni. L’obiettivo resterà sempre quello di contribuire a fare crescere, nei cefaludesi, l’amore per la loro città da dimostrare attraverso le azioni concrete: non limitandosi soltanto al compiacimento per abitare in un bel posto ricercato ma ad essere attivamente “propositivi”, ognuno artefice di un progetto che contribuisca al Progetto di una intera  Comunità.



Nicola Chisesi del Gruppo degli “Apaches 91”, uno dei primi “complessi” musicali degli anni '60.
Ha parlato degli strumenti: di una chitarra che risale al 1967, una “Meazzi Hollywood”, e di un’altra identica a quella appartenuta a John Lennon, il cui prototipo fu costruito nel '62. Di questa chitarra ne esistono solo 5 esemplari in tutto il mondo.
Ha sottolineato che questa sera suoneranno con l’attrezzatura (spesso artigianale) che la ditta Cammarata mise loro a disposizione in quegli anni, una attrezzatura oggi di valore veramente storico.
Un “mangiadischi”, il primo giradischi portatile che rivoluzionò la feste fuori-porta dell’epoca.



Ciccio Liberto, il “calzolaio” dei campioni della Targa Florio e non solo
Sottolinea che il presente non ha alcun rapporto con quegli anni per la qualità e la tipologia degli ospiti che allora la frequentava, e ricorda con orgoglio le sue tante soddisfazioni professionali, anche per la “Moda mare”.
Conclude (con una battuta) di sentirsi un individuo molto realizzato per  aver “fatto le scarpe a tutti”.





Enzo Cesare, giornalista
Ricorda quegli anni d’oro del turismo nascente e di una informazione - resa ricca dai tanti corrispondenti locali - che veicolava, a che a livello nazionale, ed internazionale la nostra città, come fu appunto nel caso di alcune battaglie civilissime sul piano sindacale, ambientale, di costume etc...
“E’ uno spunto per l’Amministrazione in carica per riaccendere quell’entusiasmo che c’è stato in quegli anni '60 e '70 e potere rilanciare Cefalù in un’ottica non di turismo di massa ma più qualificato e destagionalizzato”.





Adriano Cammarata, tecnico al servizio della “Voce” dei cefaludesi sia nel campo della informazione, politica, sportiva e civile, sia nel campo della cultura e dello spettacolo.
Ha presentato e descritto la varia strumentazione messa a disposizione dalla sua ditta, per Cefalù, negli ultimi cinquant’anni; a partire dalla “tromba esponenziale” (anno di costruzione 1948) con una gittata di tre kilometri, a un giradischi per diffondere gli inni durante i comizi, con il quale fa ascoltare - in omaggio  a Cristina - un breve saggio di “Bandiera rossa”, passando per il registratore a bobina utilizzato nella”Moda mare” per diffondere i sottofondi, un microfono utilizzato da Domenico Modugno a piazza Duomo nel '73 lanciato alla fine nella folla, un microfono a carbone del '34 per la prima in diretta in occasione dell’insediamento di mons. Cagnoni a Vescovo di Cefalù e tanto altro ancora nel campo delle trasmissione radiofoniche e delle tecniche di illuminazione.
Si augura che questo risveglio cefaludese possa proseguire per farla tornare agli anni d’oro del '65 (ndr - il particolare contributo della ditta Cammarata sarà oggetto di uno specifica relazione della nostra Laura Miceli).



Antonella Scicolone
Ricorda gli anni in cui la concessinaria Simca di suo padre, assieme alla Michelin organizzarano una manifestazione, rimasta unica a Cefalù, di un rodeo automobilistico al Lungomare





Mario Lombardo, giornalista, corrispondente dell’Ora di Palermo per 33 anni (6000 articoli in 40 anni di giornalismo)
Ricorda le tante battaglie, condotte anche con Cristina, per il teatro Comunale, il Porto, lo sciopero dei Pescatori, la Rocca (quando una ditta di Milano la voleva comprare per realizzarvi villette, alberghi ed un Casinò), l’Ospedale.
Ma anche l’impegno profuso, assieme a Michele Bellipanni ed Enzo Cesare, nel seguire - anche nei preparativi -, per mesi, la Targa Florio e nel seguire la vita della città nei suoi vari aspetti anche di costume e di mondanità, oppure curiosi come l’episodio della Banda musicale multata perchè andava in controsenso, che ebbe eco nazionale ed internazionale.
Rivendica, assieme a E. Cesare, l’amore e la passione e il coraggio di quell’impegno non sempre senza rischi, e la soddisfazione - che si vuole mantenere - dei giornalisti di Cefalù di aver dato qualcosa alla città.





Il sig. Lo Gioco, collezionista (oltre 50 pezzi) da oltre 20 anni, e restauratore, assieme al fratello, di “Lambrette”
Presenta un modello del '66



Luca Cesare
Perla dei suoi ricordi fotografici del noto locale Eucaliptus, del padre, e della sua importanza mondana e della nostalgia della natura diversa (più passione e semplicità) delle persone dell’epoca.



Enzo Cesare, giornalista
Riprendendo i ricordi di Mario Lombardo, sottolinea le iniziative intrapresa a salvaguardia del nostro territorio: dell’autostrada (per farla passare in Galleria nell’attraversamento delle colline di Cefalù), con il coinvolgimento (ben quattro articoli sul Corriere della Sera) di personalità del calibro di Cesare Brandi, noto storico dell’Arte.
Il primo sciopero al Club Mediterranèe nel '77 per i diritti sindacali che portò al primo contratto di lavoro; la battaglia per l’accesso delle donne al Circolo Unione ripresa dalla stampa nazionale.
Ricorda le questioni aperte del raddoppio ferroviario e della salvaguardia del promontorio della Calura in relazione alle problematiche del Porto.



Saro Cinquegrani, particolarmente attivo nella organizzazione della mostra
Sottolinea come per i tempi e la pubblicità della iniziativa  non si è avuto modo di raccogliere tutte le disponibilità dei cittadini. Si augura, per l’anno prossimo, di poterla organizzare meglio.

Cristina ringrazia coloro che produrranno traccia di una manifestazione che certo meritava una durata di più giorni e non di poche ore, non solo per lo sforzo organizzativo ma per il valore di riflessione sulla nostra storia che tale iniziativa ha voluto avere.

Ricorda il valore della Stampa ai tempi delle tende in piazza Duomo per le Case Popolari ma anche di coloro che con i siti telematici oggi consentono ad eventi, che esaurirebbero la loro portata nell’arco di poche ore e nello spazio di un numero limitato di partecipanti, di protrarla nel tempo a in un circuito maggiore di persone.



Antonino di Vincenzo, cefaludese che abita a Roma
Complimentandosi, sottolinea però l’assenza di ricordi dei Cavernicoli, con Nico Marino, che tanto hanno fatto per diffondere il nome di Cefalù a livello nazionale

Lombardo ne ricorda il valore e che il primo articolo su di loro, quando ancora erano sconosciuti, l’ha scritto proprio lui e che non sono stati dimenticati anche in questo momento.



Angela di Francesca
Ricorda che negli anni passati aveva già organizzato una mostra “Feste e Fasti degli anni ’60”; da lì è nata l’idea di riprendere il tema in occasione della chiusura del ciclo degli Incontri d’Estate di quest’anno, ampliandolo con articoli e foto nel senso di di un approfondimento della riflessione con un occhio al futuro.
Ricorda la sua personale partecipazione a quel momento locale (anni ’70) della “lotta femminista” epocale di quegli anni, relativo alla iscrizione delle donne al Circolo Unione, sin’allora solo “per uomini”.



Rosario Giardina, consigliere comunale
Cefalù si sta piangendo addosso troppo. Con le sue menti e professionalità può oggi tirare fuori il meglio che c’è e riprendere il ruolo di Faro di tutte la Madonie. 
Spera che la nuova Amministrazione con il supporto di una Opposizione propositiva, di cui è esponente, possa riuscire in questo intento.



In serata il breve montaggio di Franco Turdo di spezzoni di servizi televisivi su Cefalù della Cineteca RAI, e il concerto degli “Apache”.

Commenti

non una occasione per compiacenti nostalgie ma una occasione per riflettere sul percorso che da quegli anni ci ha condotti a questi, con gli attuali risultati in termini di degrado ambientale, urbanistico, sociale e infine turistico.
Sarebbe perciò conseguenziale, il prossimo anno, non solo ampliare il bacino - certamente ricco - di contributi che potrebbero venire dai cittadini e dalle istituzioni (vedi ex AST), come è naturale per ogni buona idea che dopo i primi passi si avvii ad una più robusta crescita, ma organizzare, attorno alla mostra ed agli eventi di intrattenimento, un serio seminario di studi sui vari particolari aspetti sociologici, economici, politici e culturali che hanno condizionato la nostra storia, a partire da quegli anni e su quegli altri loro particolari aspetti che la condizionano oggi impedendole o sostenendo possibili sviluppi futuri.

Per quanto riguarda il passato, io credo che occorrerebbe considerare il ruolo determinante che può avere avuto l’autostrada nella rottura di quel certo tipo di crescita turistica di Cefalù che oggi con nostalgia ricordiamo.
La pressione della vicina Capitale, Palermo e del suo interland, che da quel momento si è creata sulla nostra città ha certamente ridotti gli spazi di qualità ricercati da chi, in maniera mirata, veniva a Cefalù da lontano, inducendo, negli anni, ad una ipertrofia del cosiddetto turismo ”balneare” e del “mordi e fuggi”, in danno di quello alla ricerca delle suggestioni della naturalezza di un luogo antico e ricco di magia.

La politica cittadina, condizionata da una cultura economica di corto respiro, non ha saputo porre un argine a questa invasione, prontamente addattandosi con un proliferare di pizzerie, ristoranti e negozi di “artigianato” di basso livello, vedendo nella “quantità” una opportunità per una ricchezza più a portata di mano.

Già un divieto di accesso alle macchine dei non residenti nell’area urbana, fermandole in apposite aree di parcheggio esterne a pagamento, avrebbe potuto e ancora potrebbe costituire un argine, un filtro a tale massa “appiattente”, ma anche la politica urbanistica che tanti villini ha permesso di costruire a tanti burocrati, funzionari regionali etc.... ha avuto, io credo, la sua grave responsabilità, non solo nel contribuire alla massificazione del fenomeno turistico ma inevitabilmente nella distruzione del paesaggio e delle miniere di suggestioni dei luoghi del suo territorio.

Un eccesso di "ospitalità" indifferenziata ed acritica sollecitata da una imprenditoria da bottega ha visto nella autostrada una disponibile alleata che però si è rivelata troppo soffocante e, io credo, alla fine,"mortale"!

“Com’era Cefalù una volta, già ad iniziare dalla facciata del Comune ... - mi scuseranno poi coloro i quali magari l’hanno fatta in un modo diverso -, che  io gradirei in quel modo. Chissà quando ci potrà tornare ... perchè sicuramente è più facile anche da custodire”.

Così il Sindaco, penso in modo maldestro e frettoloso, definisce la  facciata della nostra casa comunale oggi.

Gli dispiace per quelli che "l'hanno fatta" (io direi meglio progettata), ma lui la preferisce com'era!!! Ma come era? Era davvero un pezzo di architettura storica da custodire attraverso un opera di restauro (che assicuro così non sarebbe stato  più facile da custodire) o piuttosto un falso retaggio  di un edificio  che sì di storia ne aveva avuta, lunga, fatta di fasti, di rovina e di stravolgimenti, che nel 1985, quando i progettisti incaricati del restauro, Pasquale Culotta e Giuseppe Leone, iniziarono il lavori,  era completamente mutato, negli interni e nella facciata, che non rispondeva più alla spazialità interna, in quanto ricostruita nella prima metà del 900, quando l'edificio prese la funzione di Distretto militare.

Mi preoccuperei piuttosto che di farla ritornare com'era negli anni cinquanta, di  operare una profonda ripulitura e un restauro che la riporti al 1995, quando furono ultimati i lavori, che diedero ai progettisti lustro internazionale nel mondo dell'architettura, facendo della casa comunale di Cefalù meta di studio per molti, tanti studiosi e studenti di architettura del mondo.

Cara Tania,

io ci ho scritto, come tu sai, un libro intero, per illustrare le ragioni del "nuovo" municipio, però mi rendo conto che non tutti hanno avuto l'opportunità, il tempo, la voglia di leggerlo, dunque i pre-giudizi restano inestirpabili. Credo che non ci sia nulla da fare, se non insistere, finché o l'una o l'altra parte si stanchi.

Se qualcuno interessato me lo chiedesse, gli regalerei l'utima copia in più che me ne è rimasta, agli altri invierei il pdf, col permesso della casa editrice. Ma forse si trova anche su e-bay, a prezzo scontato.

Ciao

Marcello

Caro Marcello, l'ho letto, ma devo dirti che, come diceva Einstein, è più facile disintegrare un atomo che distruggere un pregiudizio.