Se fossi sindaco di Cefalù

Ritratto di Angelo Sciortino

17 Settembre 2019, 00:17 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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È solo un gioco; uno di quei giochi come quand'eravamo bambini e immaginavamo di essere un coraggioso comandante di truppe, che combattevano contro un nemico pericolosissimo, o lo stesso presidente della Repubblica, quando non pure uno dei tanti personaggi storici, che avevamo conosciuto leggendo quei libri della materia che non si studia più, la storia.

Come allora, quindi, voglio per un momento immaginare di essere un sindaco, il sindaco di Cefalù. Che cosa farei, se lo diventassi, pur non avendone voglia?

Per prima cosa riconoscerei che i compiti di un moderno sindaco sono tanti e tali, che un uomo da solo non potrebbe sostenerli, a meno di avere una onniscenza divina o un'arroganza fuori dalla media. Sarebbe quindi giocoforza che chiedessi la collaborazione di altre persone, delle quali mi fido per la loro intelligenza, la loro capacità professionale, la loro cultura e ultima, ma non ultima, la loro onestà materiale e intellettuale. Questi uomini sarebbero sicuramente i miei assessori e dovrebbero impegnarsi nei campi per i quali hanno ricevuto la delega, ma dovrebbero pure impegnarsi in una collaborazione più ampia nelle riunioni di giunta.

Poi, siccome non basterebbero i quattro assessori, cercherei altre collaborazioni, scelte a seconda dei problemi propri di ogni comunità come quella di una cittadina a vocazione turistica, ma non per questo priva dei problemi tipici di ogni comunità comunale.

Do per scontata una maggioranza consiliare composta da eletti responsabili del loro ruolo e mi rivolgo all'altro strumento, senza il quale nessuna amministrazione comunale può governare: la cosiddetta burocrazia comunale, nelle cui fila spiccano per importanza l'ufficio tecnico e la polizia municipale. Il primo deve essere composto certamente da uomini diversi dagli attuali e la seconda deve avere finalmente un comandante vero...

No, scusate, neanche con l'immaginazione riuscirei a vedermi nei panni di sindaco di un paese ormai in agonia. Da troppi anni tutti indistintamente, amministratori e cittadini, hanno sistematicamente agito per distruggerne tutto quello che invece doveva essere conservato. E le opere di distruzione non hanno soltanto interessato i paesaggi e l'economia, ma anche le sue tradizioni e il carattere dei suoi abitanti. A nessuno dotato delle sole forze umane è dato di risolvere i tanti problemi di Cefalù. Servirebbe uno sforzo corale di tutti i cittadini, ma questo non c'è mai stato né mai ci sarà. Allora? Allora consiglio ai giovani di allontanarsi da Cefalù e di cercare fortuna altrove. Qui resteranno soltanto i vecchi come me e quando infine moriremo finirà l'agonia di Cefalù.

Nessun sogno, quindi; nessun desiderio di fare qualcosa, perché ne sarei incapace; nessuna aspirazione a cariche, che possono essere conquistate soltanto con il sostegno di troppi, che non stimo, per cui, se ne ottenessi il sostegno, a pensare che l'averli eventualmente convinti è forse una prova che il mio disegno era sbagliato e che sicuramente nel giro di poco tempo mi volgerei indietro e scoprirei di essere stato lasciato solo. No, soltanto un arrogante con la mente piccola e con altri scopi, diversi dalla difesa di Cefalù, potrebbe aspirare a esserne sindaco, com'è avvenuto negli ultimi decenni.

Perciò, buona fortuna, io me ne resto con i miei libri e aspetto che finalmente finisca questa sofferenza.

Commenti

Caro Angelo, In effetti non Le converrebbe diventare sindaco di Cefalù: troverebbe un altro Sciortino rompipalle!La saluto con molta cordialità.

Infatti, questo è un altro dei motivi ostativi a una simile insana aspirazione: non trovare un altro "rompipalle" come me, capace di farmi aprire gli occhi e aiutandomi a correggere i miei errori.