Che cosa manca a Cefalù

Ritratto di Angelo Sciortino

26 Gennaio 2020, 21:41 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Mi chiedo da tempo che cosa manca a Cefalù per essere la città che oltre un cinquantennio fa sembrava pronta per esercitare un ruolo trainante del turismo culturale. Me lo chiedo come ci si può chiedere dove abbiamo sbagliato al punto di perdere un bene al quale eravamo profondamente affezionati e che avremmo voluto che sopravvivesse persino a noi stessi. È accaduto, però, che invece dell'affetto abbiamo provato ogni giorno di più il desiderio. Il desiderio di possederlo questo bene, non accorgendoci che per possederlo ne abbiamo distrutto l'armonia e l'anima, che ne facevano un luogo incantato.

Ecco che cosa manca oggi a Cefalù, l'armonia e l'anima della sua bellezza. Cefalù è ormai come una sinfonia o una sonata senza armonia, per cui, quando proviamo a suonare i suoi strumenti, viene fuori un suono disarmonico, una vera e propria cacofonia. È un suono che non ci commuove più, perché non ha un'anima e non tocca la nostra anima.

Pensiamoci un po'. A che cosa possiamo paragonare Cefalù senza acqua potabile, senza parcheggi e quindi con un traffico caotico, con una burocrazia comunale incapace, con un paesaggio offeso oltremodo dalla speculazione edilizia? A che cosa, se non alla disarmonia musicale, come se i suoi strumenti fossero suonati da bambini incapaci di leggere uno spartito? Tra l'altro lo spartito, nel nostro caso un disegno amministrativo, manca?

A nulla vale che in una simile situazione ci si illuda che il problema sia quello di cambiare il direttore d'orchestra, perché neppure von Karajan o Toscanini sarebbero in grado di dirigere un'orchestra con professori incapaci di suonare un qualsivoglia strumento, per di più senza avere uno spartito da leggere. Insomma, a Cefalù anche coloro che non conoscono i segni musicali applicano il bemolle, che un tempo si applicava soltanto all'unica nota alterabile, il si, abbassandolo di un semitono. Cosa diversa sarebbe il diesis, che invece rende più acuta la nota a cui si riferisce. Quindi, tutti dicono il loro si sottovoce, quasi nascondendosi, mentre invece urlano in modo acuto il loro disappunto. Per meglio capirci, in tanti sottovoce chiedono favori e quelli che si lamentano di non averlo ricevuto con voce acuta protestano.

Chi mai potrà rendere l'armonia, che colpisce l'anima, con una simile orchestra? Nessuno! Ecco perché sono convinto che il destino di Cefalù è quello di una continua regressione, che presto la condurrà verso il baratro, chiunque ne sia in futuro il direttore d'orchestra; meglio, il sindaco. Ci vorranno anni e anni, forse generazioni, perché si riesca a dare uno spartito musicale, un disegno di crescita, che tutti saranno in grado di capire e di suonare. Se, però, si continuerà così, con un'opinione pubblica refrattaria all'apprendimento dei rudimenti della musica e della politica, ogni armonia scomparirà e Cefalù perderà definitivamente la sua anima.

Commenti

Mi spiace ma, dissento completamente da quanto da te affermato (stavolta!). Da quel poco di insegnamenti musicali che ho ricevuto e da quanto appreso in vita, NESSUNA "ORCHESTRA" potrebbe definirsi tale se non ci fosse un DIRETTORE che la sappia dirigere. Hai mai sentito un'orchestra suonare bene se non ci fosse un buon direttore? E per dirla alla siciliana:  è u pisci fieti ra tiesta. O no?