Impudenza del monopolio della cultura

Ritratto di Giuseppe Riggio

12 Febbraio 2020, 20:44 - Giuseppe Riggio   [suoi interventi e commenti]

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Corre voce che il Sindaco della Città di Cefalù sia stato rimproverato e bacchettato dal pro-vicario vescovile per avere osato organizzare un evento culturale su Ruggero II (Sala delle Capriate – 8 Febbraio u.s.) senza prima chiedere ed ottenere l’autorizzazione da parte del Vescovado. Un bell’esempio di ‘Chiesa in uscita’, caso da manuale! Intanto spero che il signor Sindaco abbia fatto una rimostranza formale su tale ingerenza alla Nunziatura Apostolica e alla Presidenza della CEI, perché anch’egli deve onorare e difendere l’istituzione che lui è. E’ finito da tempo il cesaropapismo e vorrei tanto che i laici non fossero più clericali dei chierici.

Carneade… chi era costui? Un quilibet che si sarebbe trovato meglio in partibus infidelium, ove non avrebbe trovato limiti al suo potere e soprattutto non avrebbe fatto sprofondare la gloriosa Chiesa cefaludense nella notte più buia dell’ultimo secolo, durante il quale, invece, avevano fatto corona ai Vescovi eccellentissimi che vi si succedevano personaggi, quelli sì, come Misuraca, Blasco, De Maria, Campo, Caldarella, Di Martino, Barcellona, Quagliana, Cicero… e taccio sui più vicini nel tempo, che non si sono mai serviti delle loro posizioni a fini di potere personale, ma hanno messo in tutti i modi a servizio di questa Chiesa se stessi e le proprie competenze!

La grave interferenza del pro-vicario vescovile sul Sindaco della città suggerisce diverse considerazioni:

Manca, innanzitutto, il senso ed il rispetto delle istituzioni e la giusta consapevolezza del proprio ruolo;

La cultura non è monopolio di alcuno, mentre gli uomini di cultura sono ben felici di vedere qualsiasi iniziativa di qualità che aiuti tutti a crescere, perché nessuno può considerarsi ‘arrivato’;

Ruggero II non è proprietà della Chiesa cefaludese mentre questa è sua creatura e pure Cefalù è creatura di Ruggero, anche se preesisteva.

Non esiste e non può esistere un copyright sulla Cattedrale, la quale è patrimonio dell’umanità non da ora per riconoscimento dell’UNESCO ma fin dalla sua fondazione…ben 9 secoli di storia ci hanno fatto usucapire il diritto di ammirarla, goderla, interpretarla, studiarla, difenderla, pubblicarne studi ed immagini, senza dover chiedere autorizzazione (il problema si era già posto in occasione della pubblicazione del libro sulla chiesetta di San Biagio, opera postuma del Dr Rosario Ilardo) né pagare pizzo ad alcuno. Il signor pro-vicario è arrivato troppo tardi e nella storia della Cattedrale e di Cefalù lui non rappresenta nemmeno un jota.

Chiudo con una domanda a S.E.il Vescovo Marciante: perché fa fare il vescovo al suo pro-vicario? E un’altra ai Presbiteri della Diocesi: anziché rodervi il fegato e mugugnare, perché non esprimete liberamente al Vescovo quel che ne pensate? Credetemi, in caritate.

11.02.2020

                                                                                           Giuseppe Riggio

Commenti

Mi è venuto in mente Ernesto Nathan, che fu sindaco di Roma dal 1907 al 1913, quando l'Italia era ancora uno Stato laico e non aveva firmato i patti Lateranensi, con i quali l'Uomo della Provvidenza di Pio XI la prostrò di nuovo al potere temporale della Chiesa. Quel Nathan, che durante la sua sindacatura vietò le processioni a Roma.