In tanti ci provano, Cefalù perché no?

Ritratto di Angelo Sciortino

26 Ottobre 2020, 20:14 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Credo che a Cefalù ci sia un'associazione dei ristoratori; credo che sia pure una associazione degli albergatori; credo che ci sia anche una Chiesa cattolica con un Vescovo; credo che non manchi un Municipio con un Sindaco. Credo, insomma, che non manchi nulla, affinché la sua popolazione sia composta da uomini che si considerano cittadini e non sudditi, a condizione che ciò che non manca faccia il suo dovere di difensore dei diritti e della dignità di costoro.

Le recenti decisioni sia del Governo nazionale e sia di quello regionale hanno determinato una situazione pericolosissima non soltanto per il sistema economico, ma anche per la stessa sopravvivenza dei cittadini. Di primo acchito questo secondo aspetto può apparire esagerato, ma tale non è, se si considera che il perdurare delle improvvisazioni, alle quali qualcuno vuole dare la parvenza scientifica di necessità, finirà con l'abbassare notevolmente la preparazione scolastica dei giovani; con il distruggere imprese e conseguentemente ogni spirito imprenditoriale, da sempre motore della crescita economica; abituerà i giovani a vivere di sussidi e ne addormenterà ogni desiderio di migliorarsi, impegnandosi nel lavoro; non saranno rari, infine, i casi dei più deboli, che tenteranno di sfuggire al destino di falliti con il suicidio violento o con l'inedia. Tutto ciò nonostante non vengano resi pubblici i dati sugli ingressi in terapia intensiva, che sono fondamentali per capire se le nuove misure restrittive delle nostre libertà sono efficaci nel contenere il contagio.

Voi direte: che cosa c'entra Cefalù e soprattutto che cosa può fare Cefalù per cambiare questa pericolosa decadenza? Cefalù c'entra, come c'entra ogni parte dell'Italia, ma c'entra pure per quanto riguarda l'agire. Già Napoli, Palermo, Torino, Milano e Catania hanno fatto sentire la loro voce e ritengo che altrettanto debba e possa fare Cefalù, che tra l'altro, in quanto rinomata località turistica, riuscirebbe ad avere una maggiore risonanza presso l'opinione pubblica siciliana, nazionale e, perché no, internazionale. Si veda, per esempio, la presenza di un Club Med e di alberghi negli anni rinomati nel turismo internazionale.

Che cosa si può fare, quindi? Reagire alla finta chiusura, altrimenti detta lockdown, chiudendo veramente ogni attività. Sarebbe sicuramente un gesto efficace e intenso, specialmente se si riuscisse a darne visibilità sulla stampa nazionale ed estera, far trovare Cefalù deserta, con aperte soltanto le farmacie e tutte le altre attività chiuse, con rari turisti che girovagano come sperduti per le sue strade, assetati, perché l'acqua delle sue fontane è non potabile. A questo punto credete che il Sindaco potrebbe saziare il desiderio di vita dei suoi cittadini con un proclama o con un buono pasto inutilizzabile? E credete che basterebbe una preghiera o un'omelia del Vescovo?

No, cari concittadini, costoro finalmente sarebbero costretti a riflettere e a cercare soluzioni. Capirebbero che non possono offrirsi chiacchiere e neppure fomentare paure, per imporre le più ridicole decisioni, approfittando di queste paure. E quand'anche non fossero in grado di riflettere intelligentemente e di trovare soluzioni utili, con o senza dimissioni mostrerebbero il loro fallimento, del quale i cittadini prenderebbero atto, smettendola di sostenerli ora e in futuro. I cittadini e non più i sudditi!

Ma forse sto sognando a occhi aperti e merito per punizione una querela.

Commenti

Mi corre l'obligo di precisare che la mia non è una proposta di ribellione violenta, ma la proposta di una ribellione gandhiana, non violenta e rispettosa del vivere civile. Lo preciso, perché le recenti proteste di Torino, Milano eccetera mi trovano in completo disaccordo e altrettanto spero per chi ha letto il mio intervento.