RADDOPPIO FERROVIARIO: Cefalù ha, già, il luogo per la fermata sotterranea

Ritratto di Saro Di Paola

22 Settembre 2021, 07:28 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Cefalù ha, già, il luogo per la fermata sotterranea. 
Nella trincea di Ogliastrillo,
        
tra la galleria artificiale ad Ovest e i primi 146 metri, circa, delle due canne della galleria Cefalù.
146 metri: quelli che, per avere una fermata lunga 400 metri, si devono aggiungere ai 194 metri, circa, della trincea ancora aperta e ai 60 metri, circa, della galleria artificiale ad Est, realizzata per mettere in sicurezza la strada statale, se, come si legge in una tavola del “progetto esecutivo”, è di 254 metri distanza tra lo sbocco della galleria artificiale ad Ovest e quelli che saranno gli imbocchi delle canne della galleria Cefalù.

Sarebbe una fermata per la quale non è necessario realizzare:
- la galleria di sfollamento;
- la galleria di accesso al mezzanino con 120 metri di tapis roulant;
- la galleria del mezzanino;
- le scale di sicurezza con 17 e 23 rampe a salire;
- le scale mobili a 6 rampe;
- la centrale ed il sistema di ventilazione;
- la galleria cosiddetta “Rio Pisciotto;
Opere che richiedono oltre 15.550 mc di scavi da eseguire, ad eccezione del Rio Pisciotto,  con metodo tradizionale, oltre 476.500 mc di smarino da conferire a discarica con oltre 31.600 passaggi di mezzi pesanti da 30 mc  lungo l’asfittica rete di strade urbane di Cefalù.
Opere per la cui realizzazione nessuno, dico nessuno, può escludere la possibilità di danni agli edifici e alle opere di urbanizzazione delle aree sovrastanti.
Opere che richiedono l’impiego di decine di milioni di euro di pubblico danaro.
Opere che, qualora si riuscisse a realizzarle, comporterebbero altissimi costi di gestione che finirebbero per incidere sul prezzo del biglietti e quindi sulle tasche degli utenti.

Sarebbe una fermata per la quale è necessario realizzare:
- il completamento per 194 metri circa della galleria artificiale tra i tratti già realizzati;
- i collegamenti tra l’area a parcheggio sulla copertura di tutta la galleria artificiale ed il piano delle banchine, con ascensori a corsa breve, scale mobili e fisse di poche rampe;
- opere di attrezzaggio, o per dirla in inglese di setup, molto più semplici di quelle indispensabili per l’esercizio della fermata sotterranea a  Pietragrossa.

Oggi, a “scempio” ambientale di Ogliastrillo avvenuto, con ripercussioni molto più devastanti di quelle che avrebbe provocato il temuto, fantomatico, “parcheggio più grande di un campo di calcio di serie A”, la questione si pone negli stessi termini, nei quali si poneva nel 1987.
Termini che sviluppai nell’intervento, giocoforza chilometrico, che le accuse e i sospetti nei miei confronti, mi costrinsero a svolgere in Consiglio comunale nella seduta del 28 dicembre di quell’anno e che, come dissi allora, trovano la loro sintesi nella SCELTA DEL PROGETTO OTTIMALE, di stazione allora, e di fermata oggi, NEL LUOGO OTTIMALE, che era, ed è, rimasto OGLIASTRILLO, per le due ragioni di fondo, che, in estrema sintesi, sono:
- evita il sacco di Pietragrossa, Pacenzia e Spinito;
- consente quella ottimizzazione del tessuto viario urbano, dal passaggio a livello di Gallizza al bivio Ferla, che Cefalù potrà conseguire solo se RFI, con la fermata ad Ogliastrillo, non avrà più bisogno dell’area e dei fabbricati dell’attuale stazione, da Gallizza all'imbocco della galleria sotto la Rocca.
L’ottimalità della scelta ubicazionale di una qualsiasi infrastruttura non si misura solo col metro: la sua distanza rispetto al baricentro del suo bacino territoriale di utenza, non già rispetto alla più significativa delle centralità urbane del bacino medesimo, nel caso in ispecie la Piazza del Duomo, è solo uno dei parametri e, neanche il più importante, da prendere in considerazione nella scelta.

Quanto sin qui, oltre ad averlo detto da uomo pubblico nel 1987, l'ho, anche, scritto, da semplice cittadino, in tante pagine del mio volume sul raddoppio.
Lo ripeto in questa pagina, oggi, quando alla luce della relazione del Prof. Cafiso e delle "incompresioni" tra RFI ed il Comune, che ne sono seguite, che ancora non sono dipanate e che non si sa quando, come e se verranno dipanate, è più  che mai indispensabile una riflessione, scevra da  pregiudizi di sorta e ispirata al perseguimento dell’interesse generale al completamento dell’opera in tempi accettabili, che coinvolga tutti i livelli Istituzionali, dal Ministero al Comune, RFI, ITALFERR e la Toto.
Oggi, quando c'è, ancora,  tutto il tempo per l'elaborazione del progetto ottimale per la fermata sotterranea di Ogliastrillo, che comprenda, anche, quello della sua bonifica e del suo recupero ambientale.
Una fermata con costi di gestione minimi e con luce e ventilazione naturali, della quale i segni, maldestri e scombiccherati, che ho tracciato sulla foto danno idea.
                                                            
Una fermata che non aggiungerà i danni ambientali all'interno del centro urbano, che le opere necessarie per la fermata a Pietragrossa provocherebbero.
Una fermata che scongiurerà il rischio, molto concreto, che il raddoppio Ogliastrillo-Castelbuono si risolva nella prima e più grande incompiuta delle opere pubbliche nell'Italia del XXI secolo.
Una fermata per evitare che, alla fine, Cefalù ne abbia due: Cefalù Est a Castelbuono e Cefalù Ovest a Lascari.
Per Cefalù sarebbe una iattura: disterebbero “da Piazza Duomo” più del doppio dei “5,5 chilometri” di Ogliastrillo.
Anche questo, però, l'ho già scritto.

Saro Di Paola, 22 settembre 2021

Commenti

Saro, mi consenti una domanda? Oltre a pubblicare i tuoi eruduti inrterventi a favore della stazione ad Ogliastrillo ma, si fermano solo alla pubblicazione su "QualeCefalù" o li invii all'assessore refionale, al ministero e a tutti gli organi preposti, eventualmente, dopo i tuoi chiarissimi interventi, a cambiare parere ed intervenire per costruire la sottostazione ad Ogliastrillo e non dove dovrebbe, secondo i sapientoni, essere realizzata? Anche perché, mi rendo conto, che ei lettori interessatisono un numero limite della popolazione cifalutana ché, come al solito se ne strafotte di tutto. Continua, ti prego, con i tuoi aggiornamenti, sino a quando non sfonderai l'ottusità di chi non vuole capire . Un abbraccio

Giovanni, io sono NESSUNO.
Non ho conoscenza e rapporto alcuni con rappresentanti Istituzionali e con gli Organi preposti.
Non ho, ed è quel che conta di più, la statura professionale per evitare che i rappresentanti  delle Istituzioni e degli Organi preposti, cui dovessi inviare i miei scritti, leggendoli, qualora li leggessero, si chiedano "MA CHISTU CU E'".

L'unico rapppresentante delle Istituzioni, col quale, nel tempo, sulla vicenda della fermata di Cefalù mi sono confrontato è stato il Sindaco Lapunzina, che su tanti aspetti della vicenda è il dominus, come provato dal rifiuto ad emettere l'ordinanza sul traffico contro il quale RFI ha fatto opposizione prima al TAR e poi al CGA.
Il Sindaco, però, non ha mai perso occasione per manifestarmi la sua convinzione sull'importanza della fermata nel "centro" urbano e per ricordarmi che l'opera, per essere stata appaltata con la fermata sotterranea a Pietragrossa non può essere variata con la fermata ad Ogliastrillo, perchè una variante in tal senso inficierebbe l'aggiudicazione dell'appalto.
Tali sue posizioni sulla vicenda me le ha ribadite in un messaggio che mi ha inviato ieri, pochi minuti dopo la pubblicazione dello scritto che tu hai commentato, chiedendomi anche "perchè faccio capire che si può cambiare la fermata", quasi che io dopo aver fatto "terrorismo mediatico" volessi creare illusioni in quanti hanno fondate preoccupazioni per i danni che le opere per realizzare la fermata sotto Pietragrossa possono provocare ai loro immobili.

Confido, però, nella possibilità che, per il passa parola che internet e i social innescano, qualcuno delle Istituzioni e degli Organi preposti legga  i miei scritti.
Confido, sopratutto, nella RAGIONE, quella che finirà per mettere d'accordo tutti nel trovare  "la soluzione condivisa".
Una soluzione, che non potrà essere quella di tentare di "FARE ENTRARE L'ASINO PER LA CODA", come, in un'altra pagina del mio volume sul raddoppio, ho scritto del tentativo di realizzare la fermata sotterranea a Pietragrossa.
Ricambio l'abbraccio.