Lettera al Consiglio comunale.

Ritratto di Angelo Sciortino

21 Settembre 2012, 11:28 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Finalmente è arrivata la salvezza! Finalmente qualcuno si è deciso di aiutare Cefalù e ha mandato un suo incaricato per farlo. Gli ha concesso pieni poteri e l'ha autorizzato a parlare in suo nome e imporre le sue volontà senza discussione da parte di chicchessia. Egli ha scritto al Consiglio comunale al momento della conclusione del suo impegno e della sua lettera riporto alcune parti.

Il Municipio, cui voi succedete, ereditando dal precedente amministrativo una passività enorme, si trovò sbalestrato in una condizione anormale, rispetto allo stato economico del Paese e, compreso di giusto interessamento delle pubbliche strettezze, non ebbe a cuore di decidere gravose sovrimposte ai contribuenti […] e appresso a un improbo lavoro di riduzione degli articoli del precedente bilancio, omise di provvedere ad alcune spese obbligatorie con entrate certe; e facendo giocare un po' troppo enormi reste attive credute di difficile esazione, destò i sospetti del potere tutelare che venne agli stanziamenti forzosi dei quali la legge gli fa diritto. […]

[…] E questo pur non è tutto; ché a così grave eccesso di spesa, una rilevantissima diminuzione di entrate aggiungevasi, che alle prime congiunte venivano ad esaurire le risorse vostre, e far cagione del dissesto che il vostro Consiglio ebbe giusta paura di guardare in faccia. […] Se legittimo fosse stato il decremento delle entrate ebbi i miei forti dubbi, prima ancora sapessi da officiali documenti la natura delle disposizioni nelle quali ebbe origine.

Qualcuno potrebbe credere che il “precedente amministrativo” si riferisca alla sindacatura Guercio e che il “precedente bilancio” sia quello della sindacatura Vicari e che il Consiglio, che “ebbe giusta paura di guardare in faccia” il dissesto, sia quello della passata Amministrazione e della presente. Ma non è così. La lettera è del Delegato Straordinario Antonino Morvillo e reca la data del 27 agosto 1868! Essa fu stampata nello stesso anno 1868 dalla Tipografia della Vedova Solli, allora sita a Palermo in via del Parlamento.

Devo aggiungere qualche commento? Essa, in questi stralci e in tutte le sue parti – alcune delle quali riporterò in altri interventi – si esprime da sola e non lascia alcun dubbio. Non lascia alcun dubbio, se si pensa che il Morvillo non ebbe giusta paura di guardare in faccia i conti del Comune, come invece sembra accadere, oggi come allora, con la presente Amministrazione.

Commenti

Data la mia età, avevo casta (a causa della mia prostata) confidenza con la vedova Solli, che me ne permise lettura! Avendo poi scarsa attitudine alla comprensione, a causa del rimpicciolimento del mio cervello, ho dato lettura diretta a voi lettori.

Sono sempre stato convinto che la pratica di  "giocare con le reste attive di difficile esazione" sia più vecchia dei bilanci.
Di enti pubblici e di società private.
Sono, altresì, convinto che se si guardassero, e si facessero guardare, i bilanci  dei Comuni d'Italia come, da circa un decennio, vengono guardati, e fatti guardare, quelli del Comune di Cefalù sarebbero pochissimi i Comuni più lontani di Cefalù dal dissesto finanziario.

Accetto la teoria vichiana, ma non credo che valga nel nostro caso.

Per Vico ogni ricorso cominciava da un gradino superiore al precedente, per cui la storia finiva con il segnare un progresso, seppure lento.

Inoltre, ogni ricorso era preceduto dalla poesia e dalla mitologia, che erano una sorta di piedistallo delle filosofia e una prima intuitiva risposta alla sete di sapere dell'uomo. Dov'è oggi questa sete di sapere e di risposte, se non si amano neppure le domande? Secondo me, quel piedistallo sta per venire meno e noi saremo costretti a ripartire dalle palafitte e dalle caverne, che sostituiranno le localizzazioni. Nessuna ragione di speranza, quindi, caro Mauro.

rappresentassero, per l'uomo moderno, il gradino superiore di cui tu parli?Scherzi a parte, concordo con te che nel rileggere gli scritti di Morvillo non si vede, ad oggi, quella lungimiranza necessaria per compiere il passo avanti. La speranza nella ciclicità potrebbe coincider con l'attesa di un nuovo Morvillo, che sappia capire le esigenze della cittá e darvi una risposta coraggiosa e moderna. Io ho sperato in questa rinascita, ma dovró pazientemente attendere.

Ti assicuro, caro Mauro, che se fossi certo che un possibile commissario avesse le stesse capacità e la stessa volontà di Morvillo, lo invocherei con tutte le mie forze. Sarei disposto pure a raccogliere firme per una petizione o ad augurarmi una "dichiarazione di dissesto", perché sono preoccupato di tanta agitazione e, soprattutto, di così tante fotografie, con accanto al Sindaco un religioso, che forse gli insegna a imporre, come fa lui, di credere per fede.

Sarà questa la ragione di tanto silenzio? Sarà questa la ragione, per la quale, quando tale silenzio viene rotto, vengono recitate soltanto litanie apologetiche?