Uno sguardo al futuro

Ritratto di Salvatore Culotta

13 Novembre 2012, 18:21 - Salvatore Culotta   [suoi interventi e commenti]

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Sono, come forse un po’ quasi tutti, all’oscuro dei criteri seguiti nell’individuare tra i beni del Comune ( cioè anche miei) quelli da mettere in vendita. Suppongo siano stati scelti perché ritenuti, in base ad una qualche indagine di mercato o a concrete proposte d’acquisto,più facilmente vendibili, guardando cioè soltanto al lato economico dell’operazione.

Pur non avendo una voce minimamente autorevole, e ben sapendo quanto sarà irrilevante ai fini pratici e contingenti la mia opinione, non voglio esimermi dal dire che, in tale operazione i criteri da seguire avrebbero dovuto essere anche altri.

Sarebbe stato corretto mettere sulla bilancia non solo l’eventuale “ peso” economico dei beni ma anche la loro storia, il loro valore sociale e soprattutto quel che possono rappresentare per la crescita del paese.

Privare chi verrà dopo di una - oggi potenziale - “ricchezza” ( e non certo in senso solo economico) è una responsabilità che non si può prendere alla leggera; e, a proposito di futuro, insisto – avendolo forse già detto altrove- a dire che qualsiasi scelta andrebbe fatta all’interno di un “progetto” generale che ci dica dove vogliamo andare.

In particolare il mio presente dissenso, per quel che vale, riguarda la proposta vendita dei locali del Circolo Unione, di quelli di piazza G. B. Spinola e del Mercato di v. Amendola. Della sede del Circolo ha ben parlato A. Di Francesca in altra sede, per l’edificio di piazza Spinola rimando ad un mio precedente intervento (http://www.qualecefalu.it/node/58)  e per l’ex-Mercato del pesce voglio richiamare l’attenzione sul fatto che è l’ubicazione strategicamente più idonea per il desiderato Museo-Laboratorio del Cinema, a favore del  quale ultimo esiste un precedente impegno dell’Amministrazione e considero veramente indegno che tal posto, con tutta la sua storia e potenzialità , venga adibito a pizzeria o consimile ( ribadendo il mio rispetto per questo tipo di esercizi commerciali)  sottraendolo ad un uso pubblico.

Ribadisco che tutto ciò non nasce da insane, o sane, nostalgie ma dalla certezza che l’alienazione di questi particolari beni ( che sono anche miei) taglierà in modo pesante le gambe al nostro futuro.

 

Commenti

Il Consiglio comunale nella seduta del 12 novembre ha deciso: il Circolo Unione, i locali di Piazza Purgatorio, i locali del secondo piano della Corte delle Stelle, l'ex Mercato ittico ed il parcheggio multipiano di via Verga sono in vendita.

Vorrei dire GRAZIE ai sindaci e alle amministrazioni che con il loro operato, ma anche con il loro non operato, hanno determinato la drammatica situazione finanziaria in cui oggi il nostro Comune si trova

ma vorrei, anche, dire GRAZIE a chi ha maturato questa decisione. Sembrano così lontane nel tempo le dichiarazioni - verbali e scritte - di chi ieri, invece, ha votato favorevolmente: “Sono contrario alla vendita del Circolo Unione in quanto esso è un bene culturale utilizzabile per la città”; “Finalmente una Biblioteca: una biblioteca comunale nei locali del Circolo Unione.”; “Un "Polo museale" per valorizzare la storia e le tradizioni, comprendente … il Museo del Cinema da realizzare … utilizzando i locali … dell’ex Mercato Ittico…".

La messa in vendita del Circolo Unione non solo segna la rinuncia alla Biblioteca comunale…
la messa in vendita dell'ex Mercato ittico non solo segna la rinuncia al Museo del Cinema…
la messa in vendita di questi “gioielli di famiglia” “cancella” in un sol colpo intere pagine della Storia di Cefalù
ma, soprattutto, “cancella” pagine non scritte del futuro – anzitutto culturale – della Cefalù dei nostri figli.

GRAZIE A TUTTI VOI!!!

perchè finirò di scrivere questo commento dopo mezzanotte, Salvatore Culotta mi ha gratificato di un'anticipazione delle riflessioni che esprime in questo post.

Manco a farlo apposta trovo un articolo di un'altro blog che vi invito a leggere con attenzione, visto che è abbastanza lungo e complesso
http://www.you-ng.it/blog/4026-ecco-il-futuro-che-avanza-arriva-dalla-california-la-rivoluzione-esistenziale-nel-sociale.html

per quanto riguarda l'intervento in Piazza del Sindaco avevo intenzione di scrivere un post apposito, ma non mi trovo nella giusta tensione emotiva e cerebrale.

Quindi sintetizzo molto brutalmente.
Il comizio è stato un tipico esempio di operazione trash - mediatica finalizzata a
A) mettere le mani avanti
B) scaricare barili
C)" stagghiare" l'emorragia di consenso e, soprattutto, voti.

Ciò posto, trovo due spunti interessanti di discusione:

1. la Nemesi: Il Lapunzina di oggi parla esattamente come il Pippo Guercio di cinque anni fà, solo che per il Lapunzina di allora lo riteneva responsabile al pari, se non in misura maggiore della sua predecessora, mentre oggi egli si assolve, parlando di "situazione più grave di quella che potevo immaginarmi". Alleluhia! Il sindaco ha scoperto che fare il sindaco a cefalù è difficile, alla faccia dell'impegno e della competenza.

2. l'Urlo (vedi Munch) o il grido di dolore (vedi VE II di Savoia): il sindaco, chiama a raccolta, invoca unità e collaborazione. Tutto sommato ciò può essere accolto come un timido inizio di un percorso di partecipazione civile alle sorti della Città.

Ha bisogno d'aiuto? Abbia però, semplicemente, la forza e l'umiltà di ammetterlo. Ma chiami l'appello, perchè non c'è niente di più deprimente che elargire consigli e prospettare soluzioni a chi non vuole ascoltare e ragionare.
E, soprattutto, lo dico senza mezzi termini, cominci a scaricarsi di tutte le zavorre di cui si è caricato.

C'è ancora tempo, forse, Corte dei Conti permettendo!

Le aste che, in passato, sono state indette per la vendita di altri beni sono andate deserte : quei beni non erano, e non sono, appetibili.
Nessuno venderebbe, MAI, i "gioielli di famiglia", però, Cefalù deve vendere!
Cosa ?
Certamente, non può vendere beni che non ha!
E' DOLOROSISSIMO MA E' COSI'!
Oppure no ?

quanto già detto da chi mi ha preceduto, aggiungerei solo di fare attenzione a chi eventualmente si proporrà come compratore: se cioè fra questi (anche attraverso società appositamente create) vi fosse qualcuno dei cosidetti "grandi debitori" verso il Comune.
Sarebbe il colmo se con i soldi non versati al Comune e debitamente messi da parte, qualcuno di loro si comprasse (a prezzi peraltro scontati) ciò che il Comune si sta trovando a dover vendere anche per colpa loro.