Il Granchio di fiume è presente nei torrenti cefaludesi

Ritratto di Gianfranco D'Anna

16 Novembre 2012, 15:00 - Gianfranco D'Anna   [suoi interventi e commenti]

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Per qualcuno, soprattutto per chi ha ormai alcune decadi alle spalle, non sarà una sorpresa ma per tanti altri, me compreso - che di decadi ne ho comunque già quattro -, è stata, invece, una cosa inaspettata il sapere che il Granchio di fiume è presente nei torrenti cefaludesi.

Le immagini seguenti, fornitemi da un amico, ne sono una testimonianza. Sono state scattate in contrada Santa Barbara e immortalano un granchio che, evidentemente, è risalito dal Torrente Sant’Oliva per decine di metri sino a raggiungere le abitazioni - ma la presenza del Granchio di fiume mi è stata anche confermata nel Vallone Gallizza, in prossimità della SS 113.

Il Granchio di fiume (Potamon fluviatile Herbst, 1785) è un crostaceo decapode di acqua dolce che raggiunge considerevoli dimensioni, poiché, a zampe estese, supera 20 cm di lunghezza.
Questo Potamide colonizza sia acque stagnanti sia ruscelli e fiumi dalla bassa collina alle zone montane non troppo elevate. Predilige i corsi d’acqua con presenza di vegetazione che ne garantisce la sopravvivenza anche in caso di siccità mantenendo alto il valore dell’umidità, tuttavia è in grado di vivere anche in zone con scarsa copertura vegetale a patto che sia presente una discreta portata d’acqua durante tutto l’anno.
Trascorre buona parte della giornata in tane scavate nella terra umida, sotto sassi e radici in prossimità delle rive, dalle quali esce la sera per andare in cerca di cibo dentro e fuori dall’acqua. È, infatti, sufficiente che le sue branchie siano bagnate affinché avvengano gli scambi gassosi e ciò gli consente di lasciare il corso d’acqua e di addentrarsi nell’ambiente terrestre a caccia di lombrichi o chiocciole che cattura con le sue chele robuste.

Il granchio di fiume un tempo viveva in gran parte dei paesi del bacino del Mediterraneo. Attualmente la sua presenza è confermata in Grecia, Albania, Croazia, Malta ed,  ovviamente, in Italia dove è stato censito dalla Sicilia fino all’Appennino Ligure-Tosco-Emiliano nonché in Sardegna e nella Liguria orientale.

Negli ultimi anni, però, le popolazioni del granchio di fiume hanno subito una notevole riduzione e la specie è totalmente scomparsa da alcuni corsi d’acqua in cui era storicamente presente. Ciò è dovuto in massima parte all’impatto antropico responsabile dell’inquinamento dei corsi d’acqua, particolarmente in vicinanza dei centri abitati. Anche i cambiamenti climatici stanno contribuendo alla riduzione degli habitat della specie.

In Sicilia la di­stribuzione del granchio di fiume non è pienamente conosciuta ed ag­giornata.
Grazie all’istituzione delle riserve, oggi, la presenza di tale specie è registrata nelle Forre laviche del Simeto, nell’omonima R.N.I., ed in altri piccoli corsi d’acqua della Provincia di Catania, nelle pozze d'acqua dell’Abbeveratoio di Contrada Acci nella R.N.O. dello “Zingaro” (Provincia di Trapani), nel canyon del Vallone Landro, attraversato dalle acque dell’omonimo - affluente minore del Fiume Belìce - all’interno della “Riserva Zangara”, (Provincia di Trapani), in alcuni bacini fluviali dei Monti Iblei e in particolare nella R.N.O. “Pino d'Aleppo” in Provincia di Ragusa, lungo il Vallone del Ponte all’interno della R.N.I “Grotta di Sant’Angelo Muxaro” (Provincia di Agrigento), nella R.N.O. “Pantalica, Valle dell'Anapo e Torrente Cava Grande” in Provincia di Siracusa.

La presenza di questo Potamide nei torrenti cefaludesi - al di fuori, quindi, di aree protette - rafforza la speranza che la cementificazione non ha, ancora, avuto la meglio sul nostro territorio.

Commenti

ma sul resto credo - anche dai recenti segnali di questa Amministrazione - che la cementificazione non solo abbia vinto ma sia decisamente avviata al trionfo in questo nostro sfortunato territorio.