Il Club Med e il pericolo di un altro scempio

ritratto di Angelo Sciortino

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In un paese come Cefalù, dove spesso i fatti si sono verificati “inaspettatamente” agli occhi del cittadino comune, ma non altrettanto per coloro che li hanno preparati con pazienza nel chiuso di circoli cospiratori, non è male porsi con sospetto di fronte a silenzi o a inattività quasi inspiegabili.
Una di queste situazioni riguarda il Club-Med. Da alcuni anni non è più aperto, perché lo si vuole rinnovare e restaurare per farne un club a cinque stelle. Un progetto di massima in tal senso è sbarcato in Consiglio comunale dopo lungo tempo e qui è stato approvato, nonostante le sue molte incongruenze, come con un eufemismo chiamo i suoi tanti lati oscuri.
Non sono meravigliato del voto di quasi tutti i consiglieri, perché costoro hanno chiuso un occhio, o entrambi, in quello che ritenevano un interesse superiore del Paese. Sono meravigliato che costoro continuino a tacere, nonostante a oltre due anni da quell'approvazione non siano cominciati i lavori. Possibile che a nessuno venga in mente che qualcosa non funziona? Possibile che non si azzardi un'ipotesi? Specialmente che a nessuno venga il sospetto che il Club forse non ha più intenzione di investire a Cefalù? Anche alla luce del fatto che ormai non ha più denaro sufficiente per farlo?
Per il momento sono soltanto domande e ipotesi, ma se si dimostrassero vere queste ipotesi di ritiro, si aprirebbero nuovi scenari, che non sarebbe male prevedere, per approntare idonee soluzioni per impedire eventuali scempi di uno dei pochi promontori rimasti a Cefalù e fors'anche per impedire che interessi privati prevalgano ancora una volta su quelli della comunità.
Inutile aspettarsi risposte da questa Amministrazione, claudicante e sorda ai veri interessi del Paese. Soltanto l'opinione pubblica può svegliarla, come ha fatto nel caso del vecchio edificio postale di via Matteotti. Ed è a questa opinione pubblica che mi rivolgo, perché urli con quanto più fiato che Cefalù non è “al di sopra di tutto”, ma qui, posata su questo territorio, che dev'essere difeso da tutti. Oggi a muoverci non sarà l'ineluttabile, ma il sospetto che questo ineluttabile sia forse un progetto di chi considera Cefalù terra di conquista.
Ho infatti riflettuto. Se il Club non vorrà più investire a Cefalù, proverà forse a vendere i suoi diritti a terzi, che potrebbero farci qualunque cosa, persino un insediamento privato simile a quello della Baia dei Sette Emiri. Niente più realtà turistica, quella realtà turistica che fu l'antesignana di tutti gli insediamenti turistici oggi esistenti, ma un barbaro assalto per impadronirsi di ciò che è ricchezza della comunità. Se questo è un timore che ha ragion d'essere, non si vede come mai il moto di ribellione non nasce già fra i tanti operatori turistici, specie dopo i cospicui finanziamenti pubblici, che ne hanno permesso la creazione.
Aspetto qualche commento a quel che ho scritto. Aspetto smentite ai miei sospetti, sia da parte degli interessati all'amministrazione del Club che da parte della amministrazione comunale. Se verrà una smentita, questa non servirà soltanto per tranquillizzare me e i cittadini tutti, ma anche per impegnare coloro che oggi tacciono irresponsabilmente, come tacquero quando si preparò la cessione delle vecchie poste.

ritratto di Pino Lo Presti

In verità

circolano anche i nomi di tre possibili acquirenti dall'area. Tra questi quello di una "semi-dea" i cui prestanomi sono presenti in altre spregiudicate operazioni di "requisizione" di altre aree e beni "ad alto valore aggiunto", del territorio cefaludese, che si tenta - secondo una logica da colonizzatori - di sottrarre al "ritorno" pubblico per riversarlo in quello privato (di una rete di privati).
E' ovvio che sono tra quelli che non ha elementi per "fare nomi" ma soltanto - credo - abbastanza attenzione per percepire una situazione di allarme.
Nell'ultimo Consiglio comunale, si è svolta una battaglia - sul filo giuridico-amministrativo - per togliere la destinazione d'uso "residenziale" da due Beni comunali da "alienare": l'ex ufficio di collocamento di via Borgo (oggi sede del C.A.I. e del Gruppo comunale di Protezione Civile), e dell'ex sede del Consiglio di quartiere di S. Ambrogio, per lasciarvi solo la destinazione "turistica o turistico-mista".
E, ciò per tenere lontane possibili speculazioni immobiliari a favore di investimenti che avessero un ritorno più "socializzato".
Se per volontà politica o perchè prigionieri di una macchina kafkiana (non sono in grado di giudicarlo) si è comunque conservata la destinazione "residenziale".
Il caso della vecchia Posta, ma anche della nuova (sui cui interventi al piano superiore vi è una indagine della Magistratura: mini-appartamenti al posto di uffici), assieme a tanti altri, danno il senso di un clima di assedio alla città dei cittadini, da parte di interessi di bassa speculazione provenienti da, poi, non tanto lontano!

ritratto di Angelo Sciortino

L'assedio

Caro Pino, siamo proprio assediati, ma sarebbe ora che tentassimo una sortita, se non vogliamo morire d'inedia fra le mura della città.
E la sortita, caro Pino, è e sarà sempre quella d'anticipare i nemici barbari e distruttori, togliendo loro la maschera.

ritratto di Saro Di Paola

Per evitare un altro scempio

Al "Club Med" più che "l'intenzione di investire" manca, a mio giudizio, il denaro per farlo.
E' chiaro, pertanto, che prima o dopo, più prima che dopo, l'area e l'impianto verranno ceduti ed, ovviamente, con il progetto approvato in variante al PRG.
Cioè con una normativa che prevede, non più "capanne" ma costruzioni stabili nell'ambito, comunque, di un unico "villaggio" turistico.
Al riguardo giova ricordare che il PRG per le aree nell'intorno del Club (zona G9 se non ricordo male) non fece altro che tradurre in normativa (tipologia costruttiva e parametri costruttivi) quanto in assenza di norme la società Club Med aveva realizzato nel promontorio di Santa Lucia.

Perchè a Santa Lucia la nuova proprietà possa realizzarvi un insediamento residenziale privato "simile a quello della Baia dei sette Emiri" sarà indispensabile che il Consiglio Comunale approvi una NUOVA VARIANTE AL PRG.

Per quanto "MAI DIRE MAI" è, a mio giudizio, molto difficile, se non impossibile, che possa avvenire.
Ciò a prescindere da quella che sarà la composizione, umana e partitica, dei Consigli Comunali che dovessero essere chiamati ad approvare la ulteriore variante che dovesse essere chiesta.

Forse, in considerazione del fatto che l'approvazione del progetto del Club Med, è avvenuta "chiudendo un occhio o entrambi" quasi come un tributo alla società ed all'impianto che avevano lanciato nel Mondo l'immagine di Cefalù città di Turismo, sarebbe il caso che il Consiglio ritornasse sulla decisione già presa.
Ciò, al fine di evitare qualsiasi "tentazione" da parte di "interessi di bassa speculazione" provenienti da più o meno "lontano" che abbiano, o che non abbiano, il patrocinio di "fate con prestanomi".

ritratto di Angelo Sciortino

Sempre in sintonia

Caro Saro, sicuramente è l'amore per questa Città a farci essere sempre in sintonia, come accade in questa occasione.
Come te, anch'io penso che è molto difficile che accada l'irreparabile. Come te, però, penso che "sarebbe il caso che il Consiglio ritornasse sulla decisione già presa, al fine di evitare qualsiasi tentazione da parte di interessi di bassa speculazione." In fondo era ed è questo il motivo vero del mio intervento.
Con il tuo aiuto e con quello di altri che si uniranno a noi sarà forse possibile costringere Consiglio e Amministrazione a una attività preventiva e non susseguente, com'è accaduto con la vicenda del vecchio edificio postale. Per non dire del nuovo, in cui la variante al PRG non è neanche passata per il Consiglio.

ritratto di Pino Lo Presti

E' stato

utile, almeno per me, ascoltarti; e in qualche modo anche rassicurante, Grazie.

ritratto di Giuseppe Aquia

gentilissimi signori

gentilissimi signori sicuramente animati da buone intenzioni,vediamo di non fare il gioco al massacro all'inverso, sino ad oggi il club med, non ha mai smesso di pensare al suo villaggio di lusso per cefalù. lo sò da fonte diretta. quindi, mi sembra prematuro che già qualcuno si preoccupi di cambiare. lo stato di oose in cui si e arrivati. aspettiamo un pò prima di cambiare le carte in tavola caro ingegnere, questo paese errori ne ha fatto molti in passato ma adesso sino a quando il club med non annuncia una decisione futura vi prego di non creare allarmismi inutili e sicuramente deleterii.

ritratto di Saro Di Paola

Caro Peppe,

che tu sappia "da fonte diretta" che il Club Med non abbia mai "smesso di pensare al suo villaggio di lusso per Cefalù" non può che farmi piacere.
Però, dopo tre anni dalla approvazione da parte del Consiglio della variante chiesta dal Club, le uniche carte rimaste sul tavolo sono proprio quelle della variante medesima.
Da parte del Club solo parole : quelle di tre annunci di date di inizio e di fine dei lavori.
Annunci dati ufficialmente dal massimo responsabile del Club in Italia.
Secondo il primo di questi annunci l'apertura del villaggio a quattro (o cinque) tridenti sarebbe dovuta avvenire all'inizio della prossima estate.
Sono stati proprio questi annunci rivelatisi soltanto "falsi all'armi" e le notizie di stampa sulla situazione finanziaria della società a "creare allarmismo".
Un allarmismo che nessuno vorrebbe perchè TUTTI VORREMMO CHE IL CLUB MED CONTINUASSE A VEICOLARE IL NOME DI CEFALU' NEL MONDO.