ACQUA: AL VIA IN SICILIA RACCOLTA DI FIRME PER GESTIONE PUBBLICA

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La Sicilia, dove le privatizzazioni nel settore idrico sono andate avanti piu' speditamente che altrove, e' anche la regione in cui i programmi di investimento procedono a rilento, il servizio non e' migliorato e sono aumentate vertiginosamente le tariffe. La denuncia e' della Cgil, del Forum dei movimenti per l'acqua e del Comitato dei 134 sindaci siciliani che si oppongono al processo di privatizzazione e che hanno lanciato oggi una doppia raccolta di firme: per chiedere il referendum abrogativo della legge nazionale che dispone la privatizzazione della gestione dell'acqua e per una legge regionale di iniziativa popolare e dei consigli comunali che ridisegna il sistema nell'isola. Il ddl popolare renderebbe nuovamente pubblici gli enti di gestione (Siciliacque e Ato), garantirebbe un sistema integrato con lo sviluppo anche della depurazione, aggiornerebbe i programmi di investimento e istituirebbe un'autorita' di vigilanza e controllo. "Noi siamo con i cittadini -ha detto Mariella Maggio, segretaria generale della Cgil Sicilia- l'acqua e' un diritto universale e inalienabile e deve pertanto essere gestito dal pubblico, perche' e' evidente che la privatizzazione non ha portato benefici alla collettivita' ma solo profitti per i gestori". Il referendum nazionale, ha spiegato Giuseppe Sunseri referente siciliano Forum, "propone tre quesiti: il primo per fermare la privatizzazione dell'acqua, il secondo per aprire la strada della ripubblicizzazione, il terzo per eliminare i profitti dal bene comune acqua. In Sicilia da ora al 21 luglio contiamo di raccogliere 60 mila firme sulle 700 mila che sono l'obiettivo in tutto il Paese". Per la legge regionale invece l'obiettivo e' di 10 mila firme. Il testo e' stato definito con la partecipazione del Comitato dei sindaci, coordinato dal sindaco di Petralia Sottana (Palermo), Santo Inguaggiato, che si e' opposto alla consegna delle reti ai privati ricorrendo anche alla magistratura. "Il risultato- ha detto Inguaggiato- e' che da noi le tariffe sono le piu' basse della provincia di Palermo (0,70 centesimi al metro cubo, contro una media di 1,37 euro)". Di segno opposto l'esperienza dei Comuni di Mazzarino e Riesi, dove la gestione del servizio idrico nel 2006 e' stata affidata alla societa' spagnola Caltaqua. "Siamo stati costretti a ricorrere al Tar -ha riferito Salvatore Marino, assessore di Mazzarino- per le bollette del terzo e quarto trimestre 2007, in taluni casi arrivate fino a 1.000 euro ognuna". "Referendum e legge regionale -ha sostenuto Antonio Marotta, consigliere provinciale di Rc, partito che partecipa all'iniziativa per l'acqua pubblica- devono procedere di pari passo. Il referendum serve infatti a bloccare il processo, mentre la legge regionale ridisegna il sistema partendo dalla ripubblicizzazione di Siciliacque e degli Ato". Nell'isola sono gia' in mano ai privati Sicilacque dal 2004 e sei province su 9 (mancano Messina, il cui Comune partecipa al movimento contro la privatizzazione, Ragusa e Trapani). Ma oltre a non essere migliorato nulla per i cittadini sul fronte del servizio e delle tariffe, hanno sottolineato i promotori della campagna, "anche gli investimenti -ha osservato Alfio La Rosa, responsabile del dipartimento territorio e ambiente della Cgil regionale- hanno segnato il passo. Si tratta di 6 miliardi fino al 2032 da varie fonti che se ben gestiti potrebbero ridisegnare il volto del sistema idrico in Sicilia a beneficio dei cittadini".
Fonte:www.agi.it