L’ACQUA DI PRESIDIANA E L’ACQUA DEL MARE

ritratto di Saro Di Paola

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La conferenza di servizi che si è svolta, ieri 4 maggio 2010 al Comune di Cefalù, era stata chiesta dal dott. Vito De Blasi, direttore del “Dipartimento di prevenzione medico”, perché a Cefalù “viene distribuita acqua non in possesso della necessaria autorizzazione sanitaria”.
Al riguardo, da cefaludese e da utente del servizio idrico, ritengo che si sia trattato della più IRRESPONSABILE delle affermazioni che possa fare la figura apicale di un servizio sanitario che è preposto alla tutela della salute pubblica.
Una affermazione che ha messo in ALLARME la Città alimentando non poca PREOCCUPAZIONE.
Una affermazione per la quale tanti, me compreso, ci siamo chiesti “MA NON FACCIAMO che in questi anni le Istituzioni preposte abbiano permesso CHE a Cefalù SIA STATA DISTRIBUITA LA PISCIA ?”

Una affermazione, quella del dott. De Blasi che, a mio giudizio, il Sindaco ha sottovalutato per il semplice fatto che Egli non ha ritenuto di fare quelle doverose PRECISAZIONI che la ASSOLUTA FALSITA’ della affermazione del dott. De Blasi avrebbe richiesto.

È, però, degli esiti della conferenza, così come resi noti nel comunicato del Sindaco, che intendo occuparmi in questo mio scritto.
ESITI SCONTATI, CONFUSI, CONTRADDITTORI e, ciò che è più grave, ASSOLUTAMENTE INUTILI rispetto alla finalità “di proteggere la salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque, garantendone la salubrità e la pulizia” che il Legislatore ha indicato nel PRIMO ARTICOLO del D. Lgs. N° 31/2001.
Quel Decreto cui, in materia di acque destinate al consumo umano, dovrebbe essere ispirata qualsiasi iniziativa delle Istituzioni preposte alla tutela della salute pubblica ed a cui si sarebbero dovuti ispirare gli esiti della Conferenza medesima.

Esiti scontati, ho detto.
Infatti, che negli stessi potesse cogliersi un segnale, sia pure minimo, di INTELLIGENTE RAVVEDIMENTO era, e sarebbe stato, assolutamente impensabile.
Ciò perché al tavolo della conferenza erano sedute quelle stesse istituzioni che hanno dimostrato di essersi “incartate” sulla individuazione di quello che sarebbe dovuto essere “l’oggetto” della cosiddetta “autorizzazione sanitaria”.
Un oggetto che la legge indica, in MANIERA UNIVOCA ED INEQUVOCABILE, NELL’ACQUA DESTINATA AL CONSUMO UMANO e che invece, nel corso di cinque lunghi anni, quelle stesse istituzioni non hanno saputo riconoscere.
Infatti, hanno riconosciuto l’oggetto della autorizzazione, inizialmente, addirittura, nell’impianto di potabilizzazione.
Poi nell’acqua di Presidiana ed in quella di santa Barbara.
Ieri, come ha precisato il dott. De Blasi nella conferenza di servizio, soltanto in quella di Presidiana o, come ad abbundantiam ha ritenuto di “sottolineare” il Sindaco, nelle acque di “tutte le altre eventuali fonti utilizzate e/o che si intendono utilizzare, ad opera del Gestore (Aps spa) da immettere anche per il tramite del Potabilizzatore cittadino".

CONFUSIONE E CONTRADDIZIONI di una conferenza di servizio!
CONFUSIONE E CONTRADDIZIONI GENERATE DALLA CONFUSIONE che quelle Istituzioni fanno tra le più elementari congiunzioni della lingua italiana : la “E” e la “O”.
SPIACE DIRLO MA E’ COSI’!
INOPPUGNABILMENTE!
Per fare comprendere il significato di ciò che dico, in aggiunta a quanto al riguardo ho già scritto, faccio un ragionamento di ASSOLUTA SEMPLICITA’, basato su fatti reali e concreti.

L’ACQUA DI PRESIDIANA e quelle di “tutte le altre sorgenti” che, a Cefalù, vengono “utilizzate ed immesse in rete per il tramite del potabilizzatore” STANNO ALL’ACQUA DESTINATA AL CONSUMO UMANO come L’ACQUA DEL MARE STA ALL’ACQUA DESTINATA ALLO STESSO CONSUMO, ovviamente nelle isole o nelle località in cui la stessa viene distribuita previa potabilizzazione.

Sostenere che l’acqua di Presidiana, a Cefalù, sia destinata al consumo umano è come sostenere che, in quelle altre località, L’ACQUA DEL MARE SIA DESTINATA AL CONSUMO UMANO.

Sostenere che l’acqua di Presidiana abbia bisogno dell’autorizzazione sanitaria per essere potabilizzata è come sostenere che della stessa autorizzazione sanitaria abbia bisogno l’acqua del mare.

Per chi dovesse continuare ad avere dubbi al riguardo, illuminante e, nella sua perentorietà, assolutamente “tranchante” dovrebbe essere quel DECRETO con il quale, il 6 aprile 2004 l’Assessore Regionale alla sanità ha rilasciato all’AMAP S.p.A. l’autorizzazione sanitaria
all'utilizzo dell’acqua della sorgente di Presidiana.
UNA AUTORIZZAZIONE RILASCIATA “IN DEROGA DEI PARAMETRI SODIO E CLORURI PER L’APPROVVIGIONAMENTO IDROPOTABILE dei comuni della fascia costiera e della città di Palermo”, con “l’obbligo all'Azienda unità sanitaria locale n. 6 territorialmente competente, di informare la popolazione circa i rischi derivanti dal consumo di tale acqua da parte di coloro che sono affetti da patologie che trovano controindicazioni in elevati valori dei suddetti parametri".

Già, IRONIA DELLA SORTE, quello stesso decreto che come, nella conferenza di ieri, l'ing. Hoffmann della APS ha ritenuto di precisare, farà “parte integrante della documentazione a corredo" della istanza che verrà presentata per l’ottenimento della autorizzazione sanitaria per Presidiana.

Già, IRONIA DELLA SORTE, quello stesso decreto che, non può non essere ben noto a tutte le Istituzioni che hanno partecipato alla conferenza di ieri.

Già, IRONIA DELLA SORTE, quello stesso decreto con il quale E’ STATA RILASCIATA L’AUTORIZZAZIONE SANITARIA che la Legge prevede debbano avere LE ACQUE per essere DESTINATE AL CONSUMO UMANO.
NON ALTRE!

Saro Di Paola, 5 maggio 2010