DI-STRETTI TURISTICI O DIS-LARGHI TURISTICI ?

ritratto di Salvatore Solaro
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La Regione, dopo aver eliminato quello che sul territorio funzionava da quarant'anni - le ex AAST e le APIT - ha inteso istituire i Distretti Turistici Regionali, ponendo le seguenti condizioni per la loro istituzione: -la presenza nel Distretto di almeno 12 comuni; una popolazione residente di almento 150.000 abitanti (i comuni del Parco delle Madonie non bastano); complessi ricettivi per almeno 7.500 posti letto ed un esercizio commerciale ogni 350 abitanti. Il Decreto, mentre indica il numero dei posti letto, non fà alcun riferimento al "patrimonio storico" delle "presenze turistiche" già presente in alcune località, fra le quali Cefalù, che da sola in un anno totalizza 600.000 presenze circa, senza contare le altre 300.000 che rimangono non censite.
I promotori potranno essere i Comuni, gli enti pubblici territoriali, ed i privati, i quali dovranno essere presenti nella misura non inferiore al 30%, senza indicare al contrario il limite che non devono superare.
Per gli elementi più importanti invece che caratterizzano il territorio, quali la tutela del paesaggio, i monumenti, i siti archeologici, i musei e la loro effettiva fruibilità, non si fà cenno.
Il Decreto è soltanto una sommatoria analitica di elementi contabili, che caratterizzano il turismo, solo sotto l'aspetto della convenienza commerciale. Sembra scritto da un ragioniere.
Se è soltanto questa la "visione" del fenomeno turismo, c'è poco da sperare. Conviene sin d'ora dare incarico ad un Veggente con la sua "palla di vetro" di adeguate dimensioni, per interrogarla e sapere quanti e dove nasceranno questi Distretti Turistici, che somigliano tanto agli ATO. Mega-strutture che ingoieranno molti soldi, in cambio di molti voti. Spero tanto di essere smentito.