Un porto lungo 388....anni!

ritratto di Angelo Sciortino

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Nel dicembre del 1622 (avete letto bene, 1622!) l'allora viceré di Sicilia Emanuele Filiberto scrisse ai giurati di Cefalù, perché coadiuvassero don Ottavio d'Aragona, da lui inviato per la scelta del migliore approdo e per la raccolta del materiale per la costruzione di un porto a Cefalù.
Non se ne fece nulla, però, perché nell'arco di un anno morirono sia il Viceré che il suo inviato.
Nel 1630 viene ricordato al Re quanto sia necessario e opportuno che Cefalù abbia un suo porto. Passano ancora dieci anni e sull'argomento torna Carlo Ventimiglia, che precisa le ragioni per le quali è opportuno e utile costruire il porto: “primo perché tra tutto il tragitto di Milazzo insino a Palermo non vi era porto nessuno e restavan solo le spiaggie scuoperte all’impetuosissime fortune da maestro e tramontana e levante, onde si perdevano ogn'anno gran moltitudine dei vascelli carrichi alle volte di formenti e le galere anco di Sicilia più volte pativano estremamente; secondo gli proposi la facilità della fabrica, essendo ivi presente in abbondanza la materia e le pietre grossissime, né d'altrove si era da cavare; terzo la commodità dell'acqua essendovi nella cala vicina, detta Prissuliana, quasi un fiume dolcissimo che ivi nel lido scaturisce; quarto il non haver necessità di far un nuovo forte in difesa del porto, essendo tutto situato sotto lo stesso Castello di Cefalù e sotto la torre di guardia, la quale si potrebbe ridurre in un forte; quinto perché da questo ne veniva l'ingrandimento della città di Cefalù del demanio di Sua Maestà, l'acrescimento anco delle entrate; sesto la poca spesa che si dava al Real Patrimonio offerendosi allora molti particolari (privati) a contribuire.”
Si giunge così, senza nulla di fatto, al 1774, quando la città di Cefalù chiede due grazie al Re: di poter costruire il suo porto e di concedere il titolo di Senato al suo consiglio comunale. La prima non viene concessa, ma la seconda sì, per cui Cefalù ha il suo senato, ma non ha il suo porto!
Nel 1781 l'ingegnere idraulico La Via prepara un progetto del porto e ne prevede l'ammontare della spesa. Anche questa occasione va perduta. A nulla vale insistere ancora nel 1887, in occasione dell'inaugurazione della stazione ferroviaria, e poi ancora nel 1908. Nel 1934 viene redatto un nuovo progetto da parte del Genio Civile di Palermo, che però resta lettera morta.
Finalmente, nel 1951, cominciano i lavori per il porto di Prissuliana. Nel 1962, però, una forte mareggiata lo danneggia e lo rende quasi inutilizzabile.
I danni provocati vengono riparati e il porto riprende la sua attività. Ma per poco, cioè fino ai giorni nostri, perché alcune travi della sua banchina hanno bisogno di essere sostituite.
Se tutta questa storia c'insegna qualcosa, quando sarà reso nuovamente utilizzabile il nostro porto? E' facile fare il conto: nel 2398!