LA BIBLIOTECA DI MONS. CAMPO : UN TESORO NASCOSTO (tre domande a Mariagrazia Portera)

ritratto di Saro Di Paola

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“Stasera torno a casa più ricco. Prima di stasera, infatti, sapevo pochissimo di Mons. Campo e di Mons. Caldarella”.
Così, il vescovo Manzella a chiusura della presentazione del volume su Mons. Mariano Campo “Lettere a Caldarella” che si è svolta al teatro Comunale di Cefalù lo scorso 14 giugno.
Sua Eccellenza, incurante della raccomandazione del medico, ha tenuto ad esprimere, pur con la fievole voce di questi giorni, la Sua gratitudine al prof. Grillenzoni, al prof. La Delfa, alla dott.ssa Mariagrazia Portera, a Mons. Crispino Valenziano e a Don Santino Di Gangi per quanto Gli avevano dato occasione di apprendere sui due Sacerdoti della Chiesa Cefaludense.
Due Sacerdoti che il Vescovo Manzella non ebbe a conoscere ma che, come Egli ha aggiunto, sente anche “Suoi” : “per Loro che sono lassù, infatti, la dimensione tempo non esiste”.

In verità, quella sera, a tornare a casa più ricchi, siamo stati in tanti dei presenti.
Con ogni probabilità tutti.
Anche quanti ebbero a conoscere e frequentare quei due sacerdoti.

I tre relatori, infatti, sono stati straordinari.
Non trovo altro aggettivo.
Sì, proprio straordinari.
L'aggettivo può sembrare banale.
È abusato.
Ma è l'unico che possa qualificarLi.
Non era facile, infatti, fare cogliere la straordinarietà delle due figure sacerdotali così come Loro la hanno fatto cogliere.
Dal punto di vista culturale e scientifico.
Filosofico e poetico.
Sacerdotale e umano.
Dal punto di vista dell'Amore.
Per la Chiesa, per lo Studio.
Per gli Uomini e tra gli Uomini.

Non è, però, degli interventi dei relatori che intendo scrivere.
Il minore dei rischi che correrei sarebbe quello di sminuirne la straordinarietà.
Anche quella espositiva.
Quella con la quale gli interventi sono giunti all'orecchio di tutti.
Quasi fossero musica.
Di quella che trasporta, che eleva, che sublima.
Il Corpo e lo Spirito.
Quegli interventi andavano goduti.
Nella loro interezza.
Andrebbero goduti.
Magari riascoltati.
Come sono stati proposti.
Se qualcuno,mai, ne avesse fatto registrazione.

Intendo scrivere, può sembrare un paradosso, dell'intervento di un politico :
l'onorevole Giannopolo,ex sindaco ed attuale vicesindaco di Caltavuturo.
Il paese in cui ebbe i natali mons. Campo.
In particolare di un passaggio dell'intervento di Giannopolo :
“Si dovrebbero muovere i primi passi perchè la Regione Sicilia dichiari BENE CULTURALE LA BIBLIOTECA DI MONS. CAMPO”.

Di quella biblioteca sapevo, soltanto, che mons. Campo ebbe a farne dono al Seminario di Cefalù.
Null'altro.
Ho voluto saperne di più.
Ho subito pensato che Mariagrazia qualche informazione avrebbe potuto darmela.
A chi chiederne, perciò, se non a lei?
L'ho conosciuta sul passeggino, in via Candeloro, l'ho vista crescere, ho seguito con interesse il suo percorso scolastico a Cefalù, la sua carriera universitaria alla Cattolica di Milano, i suoi studi dopo la laurea in giro per l’Europa.
Mariagrazia qualche minuto me lo avrebbe dedicato.
Ne ero certo.
Così è stato.

Ho chiesto a Mariagrazia:
Conosci la biblioteca di mons. Campo?

Conosco ormai da molti anni la biblioteca di Mons. Campo, conservata presso il Seminario Vescovile di Cefalù. Ne ho anzitutto appreso l’esistenza attraverso i racconti di P. Santino di Gangi, fervido custode della memoria di Mons. Campo, e poi, nell’estate di sei o sette anni fa –ancora grazie alla benevola mediazione di P. Santino –, sono finalmente riuscita a visitarla. Dico “finalmente” perché, come noto, la Biblioteca non è accessibile al pubblico, se non per deroga personalissima. Negli anni dell’Università presso la Cattolica di Milano (la stessa Università in cui insegnò Mons. Campo), io tornavo ogni anno a Cefalù alla fine di luglio per le vacanze estive, restandovi sino all’inizio di settembre. La mancanza di libri, di biblioteche, di testi di filosofia su cui preparare gli esami autunnali era davvero un grosso problema! Potete immaginare con quale gioia appresi da P. Santino dell’esistenza del lascito Campo, e con quanta “insistenza” chiesi di ottenere una visita. In certe estati particolarmente felici ebbi anche il permesso di recarmi a studiare lì, al pomeriggio, per consultare i volumi che Campo aveva raccolto nel suo “piccolo” tesoro.

Mariagrazia, quali, secondo te, i libri di maggiore interesse?

Chiunque sia appassionato di filosofia non fatica un attimo a rendersi conto della ricchezza e dell’importanza dei volumi raccolti nella biblioteca di Mons. Campo. Basti pensare che si trovano lì le edizioni critiche dei maggiori filosofi tedeschi (Kant, Fichte, Schelling, per non citare che alcuni), i più importanti testi di critica filosofica, volumi di storia della letteratura, classici di letteratura nelle maggiori lingue europee… davvero un patrimonio di valore! Un solo aneddoto che può forse contribuire a cogliere l’importanza del lascito: nel giugno del 2006, già impegnata nel lavoro di dottorato di ricerca, mi ero fatta arrivare dalla Germania un testo di critica su Friedrich Hölderlin (uno degli autori su cui ho lavorato più assiduamente), perché non riuscivo a reperirlo in nessuna biblioteca italiana. È facile immaginare la mia sorpresa quando a fine luglio, tornata a Cefalù, ho trovato quello stesso testo nella biblioteca di Mons. Campo! Nessuno poteva saperlo, dal momento che la biblioteca non è catalogata... Nessuno sa che volumi, che non si trovano in nessun altro luogo in Italia, si trovano invece a Cefalù, nella Biblioteca di Campo.

Cosa ritieni si debba fare perchè la biblioteca di mons. Campo diventi Bene Culturale e patrimonio disponibile della Cultura?

Anzitutto, com’è ovvio, una catalogazione del lascito, la conditio sine qua non per rendere il patrimonio fruibile nella maniera più sicura e funzionale. Ma catalogare non basta. Occorre tenere a mente, infatti, che si tratta di una biblioteca personale, cioè di un patrimonio di volumi che si è costituito per volontà di un singolo uomo, seguendo i suoi interessi, le sue curiosità intellettuali, le sue necessità di studio. La biblioteca, dunque, è lo specchio dei percorsi di ricerca di Campo, e l’acquisto di ciascun volume risponde alle sue esigenze di indagine scientifica, via via sempre più approfondite e vaste. Sarebbe auspicabile, dunque, un progetto di ricerca (magari con la costituzione di una apposita équipe di studiosi) che si occupasse di analizzare il patrimonio della biblioteca, di ricostruire le modalità di acquisizione di ciascun volume, di rifarne, insomma, la storia. Poiché nella storia di ciascuno di quei testi c'è un pezzetto della storia intellettuale e umana di Mons. Campo. Poi, si potrebbe pensare di inserire la biblioteca all'interno di un più ampio percorso fatto di incontri di approfondimento, di serate di lettura (magari proprio nella sede della biblioteca), di seminari e conferenze... P. Santino mi raccontava che, dopo che Campo ormai anziano era tornato al seminario di Cefalù, spesso i seminaristi si ritrovavano con lui alla sera, per delle letture dopo cena...sarebbe bello riprendere questa consuetudine, aprendola a tutta la cittadinanza! La Biblioteca potrebbe diventare il cuore di un rinnovato fervore intellettuale, a Cefalù, e attorno a quel ricco tesoro di libri potrebbe nascere un cenacolo, un circolo, un luogo di scambi di pensiero e di riflessione. Occorrerebbe, in altri termini, che la cittadinanza cefaludense potesse finalmente trarre giovamento dalla sua ricchezza, secondo quelle che erano le stesse speranze di Campo: seminare pensieri e riflessioni per la crescita culturale della sua terra siciliana.

Le risposte di Mariagrazia impongono una riflessione.
Quantomeno.

L'on. Giannopolo ha proprio ragione :
“si muovano i primi passi affinchè LA BIBLIOTECA CAMPIANA venga riconosciuta BENE CULTURALE dalla Regione Sicilia”.
È un DOVERE che la Chiesa e la Città di Cefalù hanno rispetto alla CULTURA.
È un DOVERE che la Chiesa e la Città di Cefalù hanno nei confronti di mons. Campo.

Avere intitolato, come è stato, all'insigne filosofo il Seminario di Cefalù, intitolarGli una via di Cefalù, come è negli intendimenti della Civica Amministrazione,
sono atti significativi per tramandare la memoria di mons. Campo.
Certamente!

Altrettanto certamente, però, rendere fruibile alla Cultura mondiale la Biblioteca che Egli ha donato al Seminario di Cefalù sarebbe la più meritoria delle opere che si possano fare per rendere Onore e Merito a mons. Mariano Campo.
Sacerdote.
Studioso.
Uomo.

Profilo biografico di Mariagrazia Portera

Mariagrazia Portera, dopo la laurea in Filosofia a Milano presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore (2005, 110/110 cum laude), ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in Filosofia a Modena presso la Scuola Internazionale di Alti Studi in Scienze della Cultura (2009, summa cum laude). Ha trascorso soggiorni di ricerca presso l’Università di Vienna, a Stoccarda, a Monaco, ad Aberdeen (Scozia). È autrice di numerosi articoli apparsi su riviste nazionali di Estetica e presto usciranno per la sua firma un volume su Friedrich Hölderlin e l’estetica del Settecento tedesco (rielaborazione della tesi di dottorato) e una traduzione con commento di un saggio hölderliniano (per la casa editrice ETS, Pisa). Attualmente è Cultore della materia (Estetica) presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

(Le foto sono state gentilmente concesse da Armando Geraci)
Saro Di Paola, 19 giugno 2010