IL NESSO TRA ECCESSO DI CLORITI ED ECCESSO DI COLIFORMI : PERCHE’ L’APS NON RIDUCE LA BOLLETTA IDRICA ?

ritratto di Saro Di Paola

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Nel corso del 2010 i risultati delle analisi su campioni d’acqua prelevati alle fontanelle pubbliche di Cefalù hanno costretto il sindaco Guercio ad emettere due ordinanze che hanno fatto suonare il campanello d’allarme sulla salubrità dell’acqua che viene erogata dal civico acquedotto di Cefalù.
Il 29 gennaio scorso, l’ordinanza di divieto per ogni uso alimentare dell’acqua del civico acquedotto di Cefalù per ECCESSO DI CLORITI.
Il 21 luglio l’ordinanza di chiusura delle fontanelle pubbliche di via Gibilmanna e di via Candeloro per ECCESSO DI COLIFORMI.
Due ordinanze che consentono di affermare con assoluta certezza che, almeno, per diversi e imprecisati giorni dell’anno solare 2010, l’acqua erogata dal civico acquedotto non ha avuto i requisiti minimi che, per Legge, ne garantiscono la potabilità.
Eppure, la “voce” potabilizzazione incide, eccome, sulla bolletta idrica degli utenti cefaludesi.

È di tutta evidenza che, nel servizio idrico di Cefalù, qualcosa non funzioni.
Anche sotto l’aspetto della potabilità dell’acqua erogata ed, in particolare, da quando la gestione del servizio idrico è passata alla società APS.
Quali LE CAUSE DEI DUE ECCESSI DI SOSTANZE nocive che hanno costretto il sindaco ad emettere le due ordinanze ?
Le CAUSE dei due eccessi HANNO UN NESSO ?
Sono state queste le più banali delle domande che, a seguito dell’ultima ordinanza, mi sono posto.

Ricordiamo tutti che, dopo l’ordinanza del 29 gennaio, il Consiglio comunale, con apposita mozione, ebbe ad “invitare” il sindaco a “richiedere ai NAS di Palermo l’accertamento delle responsabilità di quanto accaduto”.
Poiché, ad oggi non risulta che siano state accertate le responsabilità e, neanche, le cause di quanto allora accaduto, è da ritenere che, almeno in quella occasione,per dirla con Di Pietro, “ci avevo azzeccato”.
Così, infatti, ebbi a dichiarare a CRM lo scorso 9 febbraio :
“Chiedere ai NAS di accertare le cause dell’eccesso di cloriti sarebbe come chiedere ad un medico necroscopo di accertare le cause della morte di una persona il cui corpo era stato cremato e le ceneri disperse in mare”.

Però, per quanto i NAS non abbiamo accertato le responsabilità dell’eccesso di cloriti, l’immediato rientro nei parametri del valore dei cloriti e le modalità con le quali il rientro è avvenuto, hanno lasciato intendere, o intuire, che l’eccesso di cloriti si era potuto verificare per la commistione in rete di acque che erano state disinfettate con sostanze chimiche diverse.
Il diossido di cloro per l’acqua potabilizzata immessa in rete dalla “Sorgenti Presidiana” che gestisce il potabilizzatore.
L’ipoclorito di sodio (candeggina) per l’acqua immessa in rete dalle altre sorgenti dalla società APS che gestisce il servizio idrico.

Come è risaputo la disinfezione dell’acqua destinata ad usi alimentari si rende necessaria per garantirne la salubrità dal punto di vista batteriologico.
Cioè per evitare la presenza di coliformi o, comunque, per riportarne i valori all’interno dei parametri fissati dalla Legge.

Orbene, a mio giudizio, le risposte alle due domande che, all’inizio, mi sono posto non possono che essere trovate nel processo, o nei processi, di disinfezione che vengono adottati per le diverse acque che vengono immesse nella rete idrica cittadina.
Se l’eccesso di cloriti, accertato nel gennaio 2010, è stato causato, come ormai appare certo, dalla commistione di acque diversamente disinfettate, l’eccesso di coliformi, accertato nel maggio 2010, non può che essere causato dalle carenze, o dalla inadeguatezza, della disinfezione.
Ciò in almeno una delle acque che, provenienti da diverse sorgenti, vengono immesse in rete commistionate.
È carente, o inadeguata, la disinfezione che viene fatta per l’acqua di Presidiana e Santa Barbara dalla “Sorgenti di Presidiana” o quella che viene fatta per le acque provenienti dalle altre sorgenti dalla società APS ?
Il nesso di cause tra l’eccesso di cloriti e quello di coliformi, pertanto, c’è.
A mio giudizio, ovviamente.

Ma a prescindere da tale nesso, essendo oramai acclarato che l’acqua che esce dalle fontanelle pubbliche e dai rubinetti delle case di Cefalù, non è soltanto quella che viene sottoposta al processo di potabilizzazione ma è, anche, quella delle altre sorgenti che viene, semplicemente, disinfettata perché la Società APS non riduce la bolletta idrica degli utenti abbassando l’aliquota “potabillizzazione” ?
Calcolare la relativa riduzione percentuale della bolletta sarebbe, peraltro, facilissimo.
Basterebbe, infatti, fare il rapporto tra l’acqua immessa in rete dal potabilizzatore e quella effettivamente distribuita.

Saro Di Paola, 23 luglio 2010