Coscienze intossicate

ritratto di Angelo Sciortino

Versione stampabile

Lo diciamo da anni e ora anche il Papa, finalmente, lo ha ripetuto con forza: raccontare e rappresentare il male intossica le coscienze e fa diventare gli uomini più cinici. E quando gli uomini diventano più cinici, l'informazione segue una spirale, che la porta a sottolineare sempre più numerose e truculente notizie di cronaca nera - ci sono più morti in una pagina di giornale o in un telegiornale che in una città di milioni di abitanti – piuttosto che i fatti positivi: venti uomini che fanno la coda per donare il sangue e salvare una vita non sono una notizia, ma venti che uccidono un uomo lo sono. Se non è cinismo questo!
Chi è al potere vorrebbe che l'informazione si occupasse soltanto di fatti positivi. Forse a parole lo vogliono anche i cittadini, ma nei fatti le trasmissioni televisive più seguite sono quelle dove maggiori sono la violenza e la stupidità. Quando la notizia del male è sostituita da un'altra relativa a un fatto positivo, si trasforma in una vomitevole malassa “buonista” e viene comunque trattata con superficialità e per appagare inconfessabili curiosità morbose.
Quel che conta è esagerare sempre: sul virus stagionale o sconosciuto, sull'assassina con l'espressione di una madonna, sullo scontro tra politici, trasformatosi in rissa da periferia. Tutto dev'essere trattato a tinte sempre più forti, altrimenti i nuovi cinici non vengono attratti. Bisognerebbe cambiare, tornare a una maggiore educazione e a una vera civiltà. L'unica ad avere, però, il potere di farlo è in questo momento soltanto la televisione, ma purtroppo essa ha abdicato al suo ruolo. Essa preferisce le urla di certe deputate, i dialoghi meschini e inverosimili delle telenovele, la negazione della ragione di un Grande Fratello o la demente telecronaca di una partita di calcio: essa preferisce il profitto derivante dall'audience, che è la misura del numero degli ottusi che hanno seguito un programma e che la pubblicità può più facilmente convincere.
Mi sento proprio pessimista.