AFFINCHE’ LA MORTE NON SIA EMERGENZA ….. ANZI! (parte prima)

ritratto di Saro Di Paola

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Niente, in assoluto, è più ordinario della morte.
E nessuna esigenza è, in assoluto, più ordinaria della prima che dalla morte discende : la tumulazione dei defunti in loculi cimiteriali.
Quei loculi che, periodicamente a Cefalù, vengono a mancare determinando condizioni di emergenza cui, le amministrazioni, nel tempo, hanno fatto,e fanno, fronte con la realizzazione di nuovi blocchi all’interno di quello che, per noi cefaludesi, è “il cimitero nuovo”.

È dalla fine degli anni cinquanta, cioè da quando venne ampliato il “cimitero vecchio”, che le Amministrazioni riescono a scongiurare il pericolo che le due sale obitorio del Cimitero si trasformino in depositi di bare.
Come avviene, purtroppo, ai Rotoli di Palermo e nei cimiteri di tanti altri Comuni d’Italia.
Solo che, con la graduale realizzazione di nuovi blocchi di loculi, col tempo, si sta per esaurire la potenzialità ricettiva del “cimitero nuovo”.

La Politica, nei primi anni ottanta, attenzionò la questione ed avanzò la proposta di un ulteriore ampliamento del cimitero.
Fu l’Ufficiale Sanitario del tempo a fare accantonare quella proposta.
Infatti, secondo il parere che ebbe ad esprimere sulla proposta, con l’ampliamento si sarebbero “inquinate le acque che sfociano a Presidiana”.

Da restare increduli solo a considerare che il Cimitero di Cefalù è là, dove lo si sarebbe voluto ampliare, sin dalla seconda metà del 1800 e che, da quando è là, nessun esame batteriologico sull’acqua di Presidiana ha mai evidenziato tracce di inquinamento “da cimitero”.
Eppure così è stato : storia di ordinaria burocrazia.

La questione “Cimitero”, perciò, in quegli anni, non si propose più in termini di ampliamento di quello esistente ma, in termini di individuazione di una nuova area in cui allocare un nuovo parco cimiteriale.
Qualcuno localizzò la nuova area nel bosco comunale comunale di Gibilmanna.
Però, come spessissimo accade, dopo il gran parlare e gli inevitabili sproloqui, non se ne disse e non se ne fece più nulla.

Nel successivo ventennio sulla questione calò il velo del silenzio.
Fin quando, nel 2002, per la prima volta nella storia di Cefalù, la mancanza di loculi costrinse il sindaco Vicari alle prime dolorose estumulazioni.
Si era alla vigilia delle elezioni comunali di quell’anno e sulla vicenda fu lo
lo sproloquio della Politica a farla da padrone.

Il sindaco Vicari che sarebbe stato rieletto, per scongiurare il pericolo di altre emergenze, conferì all’architetto Ernesto Di Paola l’incarico del progetto di ampliamento del cimitero.
Il progetto esitato dall’architetto per un importo di poco superiore ai tre milioni di euro prevedeva, e prevede, più di 100 (se non ricordo male 105) lotti per Cappelle gentilizie private da dieci loculi cadauna e blocchi per un migliaio di loculi pubblici.
Oltre, ovviamente, ai servizi ed a tutte quelle opere, impropriamente dette di “urbanizzazione”, che sono indispensabili per la funzionalità dell’ampliamento (muri di recinzione, viali, piazzuole …)

Un progetto che il sindaco Vicari avrebbe voluto attuare con il sistema del “projet financing” affidandone la realizzazione a privati cui sarebbero state, anche, affidate la gestione, la pulizia, la custodia e la manutenzione di tutto il cimitero.
Vecchio e nuovo.
Fu sulle modalità di attuazione del progetto che si aprì uno dei più accesi e dei più laceranti scontri della passata consiliatura.
Furono raccolte 3200 firme di cittadini contro la proposta del sindaco che finì per ritrovarsi sola o quasi.
Come mai le capitò in tutto il suo decennio.
Contro di lei quasi tutta la Città.
Contro di lei il Consiglio comunale, con la sola eccezione di un consigliere.
È storia di ieri. Del 2005.
Eppure sono passati più di quattro anni, durante i quali, dopo tanti scontri, tanti veleni e tanto sproloquio, sulla questione cimitero, è calato, di nuovo, il velo del silenzio.
Da parte di tutti.
Maggioranza e opposizione, centro destra e centro sinistra.
Se, ancora, a Cefalù si può dire che esistano.

All’emergenza si è continuato a fare fronte con interventi necessari alla bisogna.
Con quanto è bastato per non ritrovarsi con le bare all’obitorio.
Proprio come nei decenni precedenti.
Però, come ho scritto all’inizio, le aree per realizzare nuovi blocchi all’interno del “cimitero nuovo” vanno ad esaurirsi e le estumulazioni periodiche da sole non bastano.

L’AMPLIAMENTO DEL CIMITERO E’ UNA NECESSITA’.
Nel 2009 più incombente di quanto non lo sia stata negli ultimi decenni.
Una necessità cui si può sopperire senza aspettare finanziamento alcuno.
Pubblico o privato che si possa pensare.

L’ampliamento del Cimitero è,infatti, un’opera che si può AUTOFINANZIARE.
ANZI !
È un’opera sulla quale il Comune avrebbe potuto, e potrebbe ancora, puntare per ridurre il buco del suo bilancio.

Come e di quanto ?
Lo scrivessi in questo mio post diventerebbe troppo lungo.
Per evitare che quanti lo avranno aperto lo richiudano immediatamente perché troppo lungo lo scriverò in quell’altro che mi riprometto di pubblicare sotto il titolo :
AFFINCHE’ LA MORTE NON SIA EMERGENZA…..ANZI! (parte seconda) [leggi].
Saro Di Paola, 10 dicembre 2009