Intervista all'on miccichè

ritratto di Giuseppe Aquia

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Post di redazione – da SiciliaInformazioni.com

Onorevole, è stato un divorzio o una separazione, magari consensuale?
“Ci ha provato a convincermi, ma non c’erano le condizioni…”.

Divorzio, dunque.
“Lo chiami come vuole, percorriamo strade diverse. I nostri due assessori si dimettono in tempi brevi. Non esiste alcuna possibilità che il Pdl Sicilia rimanga in un governo con la partecipazione organica del Partito democratico”.

Onorevole Miccichè, non c’è proprio spazio per una riflessione, un ripensamento, una alternativa? Il canale della trattiva si è interrotto difenitivamente?
“Sì, proprio così. Non ci piace ciò che ha deciso Raffaele Lombardo, non siamo d’accordo su nulla”.

Qual è il pomo della discordia?
“Il Pd, naturalmente. Il disastro del Pdl ufficiale ci ha costretti a cercare vie diverse per fare le riforme e governare la Sicilia. Ma una cosa è chiedere l’appoggio dei democratici sulle riforme e un’altra il governo organico con la sinistra. Non si può nemmeno immaginare che si stia insieme con il Pd…”

Ma voi così restate soli anche nel Pdl Sicilia. I finiani non vi seguono sulla strada dell’ostracismo.
“Abbiamo motivazioni diverse, capisco Pippo Scalia. I finiani hanno da tenere conto dell’ottica nazionale, dei risvolti romani della crisi siciliana. Se non ci fossero logiche nazionali, non avrei dubbi sulla loro scelta. Anche per loro è una forzatura. Credo che per Fini rappresenti anche un rischio. Se preferisce il centrosinistra, deve vedersela con il suo elettorato. Con Scalia e gli altri, tuttavia, conservo rapporti eccellenti, di assoluta serenità. Sono scelte che prescindono dalle loro volontà. Credo che vivano con malessere questa svolta”.

Avrà letto quel che dicono di lei alcuni leaders del Pdl siciliano? Non le stanno preparando un’accoglienza gentile.
“Perché mai dovrebbero accogliermi?”.

Avrebbe intenzione di non tornare a casa?
“Lo ripeto fino alla nausea. Non torno indietro, non vado nel Pdl, non ho niente a spartire con loro. Dico di più, quando leggo certe cose mi diverto. Sanno bene che non intendo tornare, sono stato invitato a farlo in tutte le salse…”.

Mi sta dicendo che in pubblico polemizzano e fanno di tutto perché lei si arrabbi, ma sottobanco le offrirebbero ponti d’oro?
“Dicono cose imbarazzanti, s’intende imbarazzanti per loro. Fanno certe figure…”.

A chi si riferisce?
“Nessuno in particolare…”.

Sembra che il Presidente dell’Ars, Francesco Cascio, il suo predecessore, sia il più coriaceo, fissi paletti molto netti, soprattutto in ordine alla sua eventuale candidatura alla presidenza della Regione.
“Sì, ho letto, credo che abbia ottenuto qualche promessa o impegno, non lo so e non ne voglio sapere. Sono affari loro. Con quelli non ci torno”.

Suppongo che Silvio Berlusconi non si affatto contento del suo rifiuto.
“E’ più importante che io faccia contenta la Sicilia in questa circostanza. Berlusconi mi invitò a tornare nel Pdl. Gli ho risposto che con quelli non voglio averci a che fare. E ho aggiunto che anche se la pensassi diversamente, non si risolverebbe niente”.

Per quale ragione, mi faccia capire.
“Semplice, se Berlusconi mi desse il partito nelle mani, come mi ha offerto, non cambierebbe niente, l’altra metà farebbe la fronda. Non ci starebbero con me”.

E’ un altro divorzio.
“Un momento, io non divorzio affatto da Berlusconi. Lui può contare sempre su di me, ha rapporti filiali con me….”

Non torna a casa, rompe con Lombardo. E poi? La strada è diventata angusta. Che cosa fa?
“Faccio il partito, naturalmente”.

Il partito del popolo siciliano o il partito del sud?
“Il partito del popolo siciliano”.

Berlusconi che ne pensa?
“Valuta con serenità questa prospettiva, sa di potersi fidare di me. La Sicilia è una cosa, il Pdl nazionale un’altra. Il mio partito non nasce contro Berlusconi e il Pdl. Troveremo un accordo alle elezioni politiche. C’è riuscito anche il Mpa con l’1,8 per cento ad entrare nelle Camere, grazie all’alleanza con il centrodestra. Sarò presuntuoso ma credo che il mio partito possa raccogliere maggiori consensi. Non spariremo di certo”.

Le faccio osservare che il partito del popolo siciliano entrerebbe subito in linea di collisione con il Mpa di Raffaele Lombardo. Questo non la turba?
“E per quale motivo dovrebbe turbarmi? Non m’interessa niente. Lui va a sinistra, io resto nel centrodestra. Non posso seguirlo. Lamenterò la scarsa attenzione del Pdl verso il Meridione e la Sicilia, ma rimango in questa area”.

Perché tanta acrimonia verso il Pdl siciliano? Non le pare di esagerare?
“Niente affatto, hanno combinato un sacco di danni i cosiddetti lealisti, non sono disponibile per loro, non lo sarò mai”.

Nascerà un gruppo parlamentare del popolo siciliano?
“Certo, nascerà presto, avremo il nostro simbolo e potremo contare su collegamenti, rapporti e solidarietà”.

E con Lombardo, come finirà?
“Offro amicizia lunga, a vita, e ognuno per la sua strada”.