All'Assessore Patanella

ritratto di Gianfranco D Anna

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All'Assessore Patanella, che dalle pagine di Cefalùnews si lamenta della ingratitudine mostrata dai Cefalutani per la Settimana musicale da lui organizzata e demanda ad un non identificato testimone le risposte alle polemiche seguite, vorrei chiedere quando provvederà a far rimuovere i cartelli pubblicitari relativi al Galà della Lirica del 03 settembre u.s. che ad oggi sono ancora attaccati ai pali dell'illuminazione nei pressi dell'Hotel S.Lucia, del passaggio a livello della Gallizza, della Via Roma, del Lungomare Giardina, etc...
Forse lasciarli lì è un modo per mostrare gratitudine allo sponsor della serata che troneggia in bella vista nella parte bassa del manifesto?

ritratto di Pino Lo Presti

E' corretto ricordare che

il festival della lirica continua il 2, 9 e 23 ottobre, quindi i manifesti probabilmente non sono "vecchi" o "dimenticati".

ritratto di Vito Patanella

comunque grazie

la sua segnalazione ci ha fatto notare che gli eventi presenti nella spalla del manifesto sono scritti con caratteri troppo piccoli. La prossima volta richiederemo al grafico di tenerlo presente.

ritratto di Gianfranco D Anna

Hai ragione Pino

Ho avuto modo di osservare da vicino i manifesti ed, in effetti, in una colonna sul lato destro sono elencati, con un carattere molto più piccolo di quello impiegato per la serata del 3 settembre, gli altri appuntamenti del Festival della Lirica.
Non condivido tanto l'impostazione grafica del manifesto ed il tipo di pubblicità perchè questi cartelloni non son fatti per resistere due mesi al vento ed alla pioggia, ma devo ammettere di essermi sbagliato.
Nel chiedere scusa anche all'Assessore ribadisco, comunque, che avrei preferito da parte Sua meno lagnanze e più risposte in prima persona alle osservazioni fatte dai concittadini.
Le polemiche e le critiche possono essere anche costruttive.

ritratto di Vito Patanella

solo per chiarire

Memori delle pregresse esperienze, abbiamo ritenuto giusto aprire il teatro a tutti i cittadini senza riserve o opzioni di alcun genere. E' ovvio, e buona creanza, che quando si riesce a realizzare una qualsiasi iniziativa, grazie e soprattutto al contributo di un soggetto diverso dal Comune, si dia a questi la possibilità di riservare al suo gradimento un numero limitato di posti. Non credo che ciò possa arrecare nocumento o scandalo; anche nella evidente considerazione che senza l'intervento economico, diverso da quello pubblico, la manifestazione non avrebbe avuto luogo.
Cosa diversa è l'attegiamento di chi, notando alcune discrepanze, suggerisce soluzioni alternative come è già successo nel passato. Sul punto potrebbe essere interessante adottare un versamento simbolico di pochi euro da parte dei potenziali spettatori per la riserva del posto da donare in beneficienza;o assegnare un numero minimo di tickets agli albergatori e i ristoratori da donare ai turisti stranieri. Ma come ognun vede ogni soluzione può avere le sue critiche ad esempio il pagamento, anche se devoluto in beneficienza, limita l'ingresso a chi non gode di reddito e nel secondo caso, chi ci assicura che gli inviti dati agli operatori non vadano a finire poi a soggetti diversi dai turisti? Ecco perchè, anche se si è verificato qualche disaggio od incomprensione, la formula adottata sin qui resta ad oggi l'unica scelta democratica ed egalitaria. Si resta sempre e comunque a disposizione di ogni e qualsisi suggerimento.

ritratto di Pino Lo Presti

Con molta franchezza

penso anch'io che pagare un biglietto che non si distacchi molto da quello che si paga al Cinema (e qualcosa in più per i palchi) non sia una scelta "antiproletaria".
Certo per alcune categorie (anziani, scuole) il Comune potrebbe farsene carico e concedere l'ingresso gratuito.
Tuttavia, tranne il caso in cui il prezzo del biglietto operasse di fatto una selezione "di classe", quanto prima detto non risolverebbe lo stesso il problema.
Per quanto si possa apprezzare - sotto vari aspetti - il Teatro "Cicero", esso rimane evidentemente più consono a manifestazioni "di nicchia" (manifestazioni cioè la cui stessa natura selezioni abbondantemente il pubblico).
Con questo Teatro, mi pare evidente, Cefalù non ha risolto affatto il Tema di un "Teatro Comunale", inteso nel senso comune di uno spazio (oltrechè a gestione pubblica, secondo un Programma ed uno Statuto) sufficientemente ampio ad accogliere un ampio pubblico di cittadini e turisti.