Cefalù, morte per overdose, dopo due anni sotto processo per "aiuto al suicidio" un pluripregiudicato di Lascari

ritratto di Polizia di Stato di Cefalù

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Dopo complesse e articolate indagini del Commissariato di Cefalù, che si sono avvalse anche del prezioso e irrinunciabile strumento delle intercettazioni telefoniche, si è fatta luce su di una triste vicenda risalente al gennaio di due anni fa, la morte per overdose di eroina di un quarantasettenne cefaludese, COLLERA’ Salvatore Federico, trovato cadavere la sera del 27 gennaio del 2008 all’interno della propria abitazione, al piano ammezzato di un fabbricato della contrada Santa Barbara di Cefalù, dove viveva da solo.

Il COLLERA’ fu rinvenuto riverso sul divano di casa con una siringa vuota nella mano destra e un laccio emostatico al braccio sinistro. In casa, nel corso degli accertamenti, i poliziotti rinvennero una piccola quantità di sostanza stupefacente, circostanza che sorprese non poco dato che le informazioni assunte dai familiari e dagli amici del COLLERA’ – che per anni, a causa dei problemi psicologici e della depressione, aveva assunto psicofarmaci - escludevano che l’uomo avesse mai fatto uso di droghe.

L’autopsia disposta dalla Magistratura accertò tuttavia che la morte del COLLERA’ era stata causata dall’assunzione di stupefacente del tipo “eroina”.

Iniziava allora una certosina attività d’indagine, dapprima coordinata dall’allora Dirigente del Commissariato, Gina Castelluzzo, poi ripresa all’atto del suo insediamento dall’attuale Dirigente Manfredi Borsellino, che aveva come obiettivo primario ricostruire gli ultimi spostamenti del COLLERA’ Salvatore Federico, che – si scopriva successivamente - aveva già in passato tentato il suicidio mediante l’utilizzo di gas.

In effetti ripercorrendo a ritroso gli ultimi giorni di vita del COLLERA’, anche attraverso l’esame del traffico telefonico del suo apparecchio cellulare e delle “celle” di riferimento da cui con una buona approssimazione potevano ricostruirsi i suoi spostamenti fisici, ricorrevano in modo evidente una serie di contatti telefonici e di frequentazioni del COLLERA’ con un soggetto, tale PERI Giovanni, di Lascari, quarantasettenne, celibe, pluripregiudicato e conosciuto come assuntore di sostanze stupefacenti.

Una parallela indagine sugli stati d’animo e le preoccupazioni del COLLERA’ evidenziava inoltre il chiaro intento di porre fine alla sua esistenza, tant’è che il giorno prima della sua morte - per raggiungere lo scopo - aveva dissimulato con la madre e con altri familiari i suoi spostamenti.

Si accertava infatti che nel pomeriggio del giorno prima del decesso il COLLERA’, in compagnia di due uomini ai quali aveva confidato il suo intento di “farla finita”, tra i quali lo stesso Giovanni PERI, aveva raggiunto la zona “Guadagna” di Palermo, fervente mercato di spaccio di sostanze stupefacenti, dove aveva consegnato denaro al PERI, conoscitore della zona e degli spacciatori che normalmente vi gravitano, il quale aveva provveduto all’acquisto di più dosi di eroina.

I tre, ritornati a Cefalù, si erano poi separati.

L’attività tecnica successivamente posta in essere sulle utenze in uso al PERI e le informazioni assunte da tutte le persone che in qualche modo potevano essere utili alla ricostruzione dei fatti non lasciavano dubbi sulla consapevolezza del PERI Giovanni dell’uso che il COLLERA’ Salvatore Federico intendeva fare – e avrebbe purtroppo fatto di li a poco - dello stupefacente acquistato. In particolare emergeva un’assoluta mancanza di scrupolo del PERI il quale, pur di ottenere gratuitamente una dose di stupefacente per se, aveva fornito al COLLERA’ un quantitativo di eroina ben sapendo che, una volta iniettata, sarebbe stata per lui fatale.

L’esito delle indagini, concluse pochi mesi addietro, è stato comunicato con un dettagliato rapporto alla Procura della Repubblica del Tribunale di Palermo (competente territorialmente in quanto la dazione dello stupefacente rivelatasi letale per il COLLERA’ si era svolta a Palermo), che, visti gli elementi di prova raccolti, ha ritenuto di chiedere il rinvio a giudizio del PERI per il reato di cui all’art. 580 c.p. “Istigazione o aiuto al suicidio”, reato per il quale rischia una pena da cinque a dodici anni.

Il 27 settembre scorso il G.I.P. presso il Tribunale di Palermo, accogliendo l’istanza della Procura, ha rinviato a giudizio innanzi alla Corte d’Assise del Tribunale di Palermo PERI Giovanni per avere agevolato il suicidio di COLLERA’ Salvatore cedendogli una dose di eroina che, una volta assunta, ne avrebbe determinato la morte per insufficienza cardio-respiratoria.

Il PERI dovrà adesso presentarsi innanzi la II^ Sezione della Corte di Assise del Tribunale di Palermo il prossimo 13 dicembre, giorno in cui è stata fissata la prima udienza del processo che lo vedrà imputato.