Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno

ritratto di Gaetano Lapunzina

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“Il riscatto e la liberazione dei giovani - degli uomini - presuppone un impegno individuale, della singola persona, il rispetto delle sue propensioni e vocazioni, delle sue specifiche preferenze e aspirazioni personali nei vari campi: ma si realizza pienamente e duraturamente solo attraverso uno sforzo collettivo, un'opera corale, una lotta comune. Insomma, ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno.”
Questo il pensiero che Enrico Berlinguer esprimeva in una intervista rilasciata, nel giugno del 1981, a “Moby Dick”, mensile della Fgci siciliana.
A distanza di trent’anni, io vi leggo una verità intramontabile: quella per cui, senza la capacità di stare fianco a fianco, di affrontare in maniera unitaria le difficoltà cui la vita sottopone, di condurre assieme le battaglie, nessuno è singolarmente in grado di realizzare quel cambiamento che pur auspica possa i verificarsi nella realtà che lo circonda.
E’ indubbio come, aldilà della profonda crisi derivante dal tramonto delle ideologie e da certi sistemi elettorali che hanno intenzionalmente ridotto il peso della partecipazione dal basso, l’unico strumento utile per chi intende promuovere il cambiamento nella vita politico sociale della propria Comunità rimane il partito.
In vista dell’Assise provinciale del 13 novembre p.v., si celebra domenica a Cefalù il Congresso del Partito Democratico, di cui sono Segretario cittadino dalla costituzione, nel febbraio 2008, ad oggi.
Una avventura impegnativa ed entusiasmante, non priva di problematicità, per via di una profonda divaricazione, in Città, nelle posizioni politiche dei soggetti che, sciogliendosi, confluivano nella nuova Formazione.
E’ toccato ai Cittadini, attraverso lo strumento delle primarie, selezionare la classe dirigente del partito e con essa la collocazione nello scenario politico locale, risultandone la ferma opposizione all’esperienza amministrativa del sindaco Guercio, sin da subito ritenuta profondamente errata e dannosa per la Città.
Posizione la cui validità è stata pienamente confermata, nel tempo, dal totale fallimento di quel progetto e dalla dissoluzione della maggioranza che avrebbe dovuto sostenerlo.
In uno scenario in cui le altre forze politiche rimaste sul campo sono direttamente corresponsabili, chi in toto chi in parte, della “disavventura” Guercio, il Partito Democratico rimane l’unica voce credibile per un progetto di reale cambiamente nel governo della nostra Città.
Una voce forte e chiara all’interno del Consiglio comunale, grazie ai Consiglieri Lapunzina, Franco e Fatta. Ma anche fuori da esso, per l’impegno, più o meno evidente, di tanti semplici iscritti.
Occorre, certo, fare di più. Portare quella voce all’orecchio dei tanti cittadini delusi dall’attuale gestione, e chiedere che anche loro si facciano portavoce della necessità di cambiare. Occorre quello “sforzo collettivo” quella “opera corale”, quella “lotta comune” che Enrico Berlinguer riteneva indispensabili per il “riscatto e la liberazione”; che, per noi, oggi è anche l’affrancamento da una classe politica che tiene questa Comunità ostaggio delle proprie incapacità o, peggio, di scelte che prediligono esclusivamente gli interessi particolari di alcuni gruppi di potere.
Occorre un forte e rinnovato impegno, con la partecipazione attiva anche di quanti, sino ad ora, sono rimasti ai margini.
Ed è fondamentale che, all’esperienza dei meno giovani, possa affiancarsi e coniugarsi l’indispensabile impegno, in termini di energia ed innovazione, che solo i giovani possono dare.
Il Congresso di domenica non vedrà la mia ricandidatura a segretario cittadino, scelta che assumo per evitare la sovrapposizione con la carica di Consigliere e Capogruppo alla Provincia di Palermo, cui il consenso di tanti Cittadini mi ha chiamato, e per il cui più proficuo assolvimento necessita un orizzonte meno ingombro da altri impegni.
Ciò servirà, oltretutto, a liberare, per la guida del Partito, energie più fresche, nelle modalità che sceglierà l’Assemblea congressuale, con la certezza che la linea politica proseguirà in un solco già tracciato, anche colmando le immancabili lacune della attuale gestione. Prima fra tutte, l’assenza di una sede.
Resta inteso che, in ogni fase, non mancherà, ove richiesto, il mio apporto.

Gaetano Lapunzina