Stalking: divieto di dimora per un piccolo imprenditore di Campofelice di Roccella

ritratto di Polizia di Stato di Cefalù

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Stalking: piccolo imprenditore edile, cinquantottenne, di Campofelice di Roccella, coniugato, denunciato dagli agenti del Commissariato di Cefalù per gravi atti persecutori commessi in danno di un’impiegata cinquantenne della stessa cittadina.

Il GIP di Termini Imerese ha disposto, sulla base di un dettagliato rapporto trasmesso in Procura dal Dirigente del Commissariato, il divieto da parte dell’indagato di “avvicinamento ai luoghi frequentati” dall’impiegata campofelicese.

Tutto ha inizio alla fine dello scorso mese di agosto quando la signora, separata e con tre figli maggiorenni conviventi, disperata e sconvolta per la vera e propria persecuzione ad opera dell’imprenditore di cui oramai era vittima da anni, si presenta in Commissariato per raccontare anni di molestie, pedinamenti, avvertimenti e minacce che le avevano generato un grave stato d’ansia e, soprattutto, le avevano fatto perdere il lavoro.

La donna, divorziata e con tre figli maggiorenni a carico, aveva sin dal 2006 consolidato il rapporto di amicizia con la famiglia dell’imprenditore il quale, malgrado fosse coniugato, aveva subito iniziato ad assillarla telefonicamente pretendendo di conoscere i suoi movimenti e le sue frequentazioni nonostante si trattasse di un mero rapporto di amicizia.

Nonostante i tentativi della moglie dell’operaio di farlo desistere da tali comportamenti, questi assumeva sempre di più atteggiamenti persecutori in danno della donna sino a piantonarla sotto casa e davanti il negozio dove era impiegata ed a lasciarle bigliettini manoscritti sul parabrezza della macchina e sotto la porta di casa, alcuni dei quali dal chiaro contenuto intimidatorio.

La donna intanto, perseguitata sin dentro l’esercizio commerciale dove lavorava, ha finito per perdere il lavoro per la decisione del suo datore di chiudere l’attività anche in seguito al comportamento ossessivo tenuto nei suoi riguardi dall’imprenditore.

Anche i figli dell’impiegata sarebbero stati vittime delle “ossessioni” dello stalker che, pur di sapere tutti i movimenti e le frequentazioni della loro madre, li intimava di riferirgli ogni suo movimento.

Se agli inizi le “attenzioni morbose” dell’imprenditore nei riguardi della vittima erano solamente mirate alla sua amicizia ultimamente avevano assunto contorni pericolosi dato che la sua semplice vicinanza fisica gli avrebbe provocato erezioni sessuali fino a masturbarsi tutte le volte che la vedeva.

Un ultimo episodio ha convinto il Dirigente del Commissariato Manfredi Borsellino ed i suoi più stretti collaboratori a stringere il cerchio intorno all’imprenditore chiedendo l’adozione a suo carico di una misura coercitiva che gli impedisse di attentare alla stessa incolumità fisica dell’impiegata: l’avvertimento, sempre con la tecnica dei fogli manoscritti sul parabrezza dell’automobile, che il giorno dopo si sarebbe fatto piena luce su tutto e si sarebbe affrontato tutto in maniera definitiva.

Alcuni pedinamenti ed appostamenti nei pressi dell’abitazione e del negozio presso il quale era impiegata la donna confermavano la presenza dell’operaio, evidentemente intenzionato a non accettare il respingimento della ex amica anche con gesti eclatanti.

Da qui il provvedimento urgente emesso dal GIP di Termini Imerese che ha applicato al costruttore cinquantottenne il divieto di dimora ed avvicinamento a tutti i luoghi frequentati dalla cinquantenne impiegata campofelicese, pena il suo immediato arresto.

Le indagini hanno anche accertato che un’altra donna era stata pochi anni prima vittima delle medesime persecuzioni da parte dell’imprenditore fino a costringerla a dovere lasciare la “porta delle madonie” e trasferirsi in un altro comune con tutta la famiglia.