I consiglieri "minus habentes"

ritratto di Angelo Sciortino

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Da tre giorni - spinto dalla mozione di sfiducia presentata, dalla lettura delle riflessioni fatte su queste pagine dal professore Riggio e dal comunicato di Lapunzina – non riesco ad allontanare dalla mia mente gravi preoccupazioni per il futuro di Cefalù.
Ma come, mi dico, per un momento sembrava che il Consiglio avesse preso coscienza del suo ruolo di promotore e garante dell'autonomia locale, di difensore di quello spirito di libertà indispensabile perché le istituzioni democratiche non siano vuote e ingannatrici, e ora, per ossequio a chi considera l'autonomia locale un suo feudo personale, troppi consiglieri – anche tra i firmatari della mozione – sentono il bisogno di avere l'avallo di questi nuovi feudatari? E si prestano forse al gioco di costoro, che vorrebbero un lungo commissariamento per controllare meglio, e senza risponderne, la vita di Cefalù?
Se esistono, questi consiglieri sottomessi, essi stanno tradendo la loro Città. Stanno operando un'inversione concettuale inammissibile: non più essi artefici della vita politica e garanti dei nostri rappresentanti nazionali e regionali, ma costoro, semmai, distributori di potere ai nostri consiglieri. Un potere utilizzato sia per fini inconfessabili sia per accrescere il potere dei loro sostenitori. Ci troviamo così di fronte a un potere non democratico, perché non nasce dal basso, dalla volontà degli elettori, ma dalla cosiddetta amicizia vantata nei confronti di un potente. Di un potente che non risponderà più a nessuno, se non ai suoi sostenitori minus habentes, ma non agli elettori. E questa, se permettete, non è democrazia.
Quando poi questi consiglieri si dimostrano incapaci anche di rappresentare i potenti di turno, costoro hanno il bisogno di sostituirli e magari di governare direttamente e dispoticamente per un certo periodo per mezzo di un commissario regionale. Quanto dev'essere lungo questo periodo non lo stabiliscono questi poveri consiglieri, ma il loro potente protettore-padrone. Nel nostro caso è sufficiente che costui convinca i suoi sottoposti a ritardare sufficientemente il voto di sfiducia, perché il commissario stia in carica non per tre mesi, ma per quindici mesi, quanti forse gliene servono per preparare il suo ingresso trionfale al momento delle prossime elezioni comunali.
E il popolo? La Città? Che importa di queste quisquilie, che non interessano neanche a coloro che rappresentano sia il popolo che la Città? A tenere buono il popolo con l'inganno e le mistificazioni ci penseranno loro.
Ci penseranno loro a far credere di essersi battuti per una migliore amministrazione e di avere allontanato chi non la permetteva. Ma le bugie hanno le gambe corte, per cui qualcuno, prima o poi, si accorgerà che la lotta non è stata fra chi voleva salvare Cefalù e chi invece la rovinava, ma tra due potenti: Simona Vicari e Gianfranco Micciché.
Apriranno gli occhi i Cefaludesi?

ritratto di Pino Lo Presti

Pare che

alla Regione, la legge nazionale sulla V.A.S sia in pericolo. Questo potrebbe significare un ritorno rapido della Variante di P.R.G. In assenza di un Consiglio comunale, un Commissario potrebbe approvare "quello che vuole". Il turno elettorale di primavera è troppo ravvicinato, ampliare il commissariamento di un altro anno, a chi avesse facoltà di nominarlo, gioverebbe molto per la gestione del futuro di Cefalù.

ritratto di Angelo Sciortino

Complimenti! Hai letto con

Complimenti! Hai letto con attenzione e hai sottolineato quanto sia grande il pericolo che Cefalù sta correndo.

ritratto di Giuseppe Aquia

bravi fate camminare queste

bravi fate camminare queste vostre idee e i vostri potrebbe, e la sfiducia non arriverà. ma voi ancora non avete capito che altri 2 anni di questa sindacatura, e sarebbe la fine o quasi di questo paese? intanto la sfiducia poi si vota e si combatta tutti assieme

ritratto di Pino Lo Presti

Caro Peppe

non ho capito in cosa non siamo d'accordo; tu semmai sei d'accordo a che si voti la Mozione prima della fine dell'anno?

ritratto di Giuseppe Aquia

si io sono d'accordo che si

si io sono d'accordo che si firmi prima della fine dell'anno. ma nello stesso tempo non ci debbano essere wcusanti per nessuno nè per la fine dell'anno ma nemmeno per i primi del nuovo anno l'importante adesso che ci si arrivi, il resto saranno solo scuse, per chiunque non la voti. la mia paura (naturalmente non per me)e che non si arrivi alla sfiducia lasciando il paese in balia del vento.caro pino siamo della stessa idea ma nello stesso tempo non creiamo alibi a nessuno come direbbe qualcuno senza se e senza ma w la sfiducia ciao