La Scuola in Sicilia, spunti e rilessioni

ritratto di Gianfranco D Anna

Versione stampabile

La Scuola in Sicilia, spunti e rilessioni

Gli spunti: due articoli pubblicati l’11 dicembre 2010 sul Quotidiano di Sicilia a firma di Michele Giuliano

“Troppi sprechi in passato, giusto porre rimedio”
La parola a Rosario Leone, direttore dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Palermo.

Ci si è scialati troppo nel passato, distorcendo un sistema che oggi ne paga aspramente le conseguenze. Il provveditore agli studi di Palermo, Rosario Leone, tra i papabili successori di Guido Di Stefano per la guida dell’Ufficio scolastico regionale, crede che i tagli alla scuola pubblica in Sicilia siano “dolorosi ma necessari” in seguito proprio ai disastri fatti nel passato. “Troppi gli sprechi del passato – afferma Leone – come nel caso degli istituti professionali dove vi erano 40 ore settimanali di studio. La nostra scuola, che non ha servizi che possono reggere un simile orario come ad esempio le mense, non è mai stata in grado di supportare questo sistema. C’erano troppi indirizzi di scuola superiore: se in passato non si fosse sprecato così tanto oggi i tagli non sarebbero tali”.
La scuola siciliana, secondo i dati del provveditorato di Palermo, si fonda attorno ad una mega struttura di personale che da sola grava sul 98 per cento della spesa: vi sono 76.000 docenti e 12.000 insegnanti di sostegno. Il calcolo è presto fatto: ogni anno questi insegnanti costano 3.750.000.000 allo Stato. “Anche l’insegnante di sostegno è stata utilizzato in maniera difforme rispetto al suo originario compito – precisa Leone – ed ecco che oggi ci si ritrova con una scuola che ha un insegnante di sostegno ogni 8 docenti. Un rapporto simile probabilmente non se lo può permettere nessun sistema scolastico”. Certo è che oggi i tagli possono anche andare oltre misura rispetto alle reali esigenze della scuola: “Sono tagli dolorosi e nessuno lo mette in dubbio – aggiunge il provveditore di Palermo -. Il mio giudizio su questa riforma? Bisogna aspettare qualche anno dall’entrata in vigore per cominciare a verificarne gli effetti”.
(http://www.qds.it/index.php?id=6133-troppi-sprechi-in-passato-giusto-por...)

“Solidali con i docenti e pronti a sostenerli”
L’Assessore Regionale alla Pubblica Istruzione Mario Centorrino si dice preoccupato.

L’assessorato regionale alla Pubblica istruzione non nasconde le sue preoccupazioni. L’assessore Mario Centorrino continua ad esternare dubbi e paure, sia dal punto di vista occupazionale per docenti e personale amministrativo, sia dal punto di vista infrastrutturale e di servizi. L’assessore in questi frenetici mesi di annunciati tagli in Sicilia ha incontrato prefetti, le rappresentanze dei precari della scuola, il sottosegretario all’Istruzione, Giuseppe Pizza ed i sindacati.
Centorrino promette il suo impegno e l’attenzione massima sulla vicenda anche se dice di avere le mani legate perché istituzionalmente non ha alcun potere decisionale. La pubblica istruzione è infatti “affare” del governo nazionale. A destare tale preoccupazione sono i tagli alla spesa dedicata alla scuola siciliana che, a dire di Centorrino, non hanno tenuto conto della particolare situazione dell’Isola, della funzione della scuola nel territorio a difesa della legalità, dell’inevitabile deterioramento dell’offerta didattica, e per ultimo, dell’esigenza di mantenimento di alcuni canoni di sicurezza negli edifici scolastici.
“Mentre in Tunisia in un solo anno sono aumentati del 20% i fondi per l’istruzione, in Italia si continua a tagliare”. “Il governo della Regione - ha spiegato l’assessore Centorrino - studierà le opportune forme per reclamare la revisione dei budget assegnati e vigilerà, inoltre, sul rispetto degli impegni assunti dal sottosegretario Pizza, secondo il quale si potrà parlare di potenziamento degli organici siciliani, utilizzando docenti in sovrannumero per realizzare moduli di tempo pieno, solo dopo la definitiva assegnazione di tutti gli incarichi”. Il governo siciliano è pienamente solidale con i docenti e il personale amministrativo in agitazione e segue costantemente l’evolversi della situazione preparandosi a utilizzare i possibili strumenti finanziari a disposizione in materia di offerta didattica.
(http://www.qds.it/index.php?id=6134-solidali-con-i-docenti-e-pronti-a-so...)

Le riflessioni: da insegnante, vorrei ricordare che se non ci sono alunni, non ci sono classi e quindi non ci sono ore di insegnamento che consentano la nomina di un docente; da insegnante di sostegno, inoltre, vorrei rammentare che se non ci sono alunni diversamente abili, non ci sono docenti specializzati.
Tutto sembrerebbe logico, matematico e regolamentato da apposito Decreto del Ministero della Pubblica Istruzione
Invece la parola d’ordine è “tagliare”.
Ma su cosa si fanno allora i tagli?:
- sulle risorse umane, continuando ad assumere personale con contratti a tempo determinato al 30 giugno senza poter garantire alcuna continuità agli alunni che ogni anno vedono cambiare la maggior parte dei propri docenti;
- sugli stipendi degli insegnanti precari, assumendoli ad anno scolastico avviato, come avvenuto in questi ultimi due anni scolastici, e non riconoscendo loro gli scatti biennali sulla retribuzione, etc.;
- sulle ore di insegnamento, facendo entrare le classi a seconda ora, o licenziandole prima o, peggio, distribuendo gli alunni di una classe in più classi per non dover nominare un supplente o pagare le ore di supplenza ad un docente;
- sulle ore di insegnamento specializzato agli alunni diversamente abili che, mentre fino a qualche anno addietro, erano affiancati da un docente di sostegno per 18 ore settimanali adesso sono seguiti per 9 ore - nel caso di disabilità gravi - sino ad arrivare ad appena 4 ore e mezzo su un orario settimanale di 32-34 ore - per le disabilità medie e lievi. E continuiamo a parlare di integrazione!!!
I tagli, quando necessari, vanno fatti altrove e non sulla qualità dell’istruzione degli alunni e sulla professionalità dei docenti.

ritratto di Giusi Farinella

tutti si lamentano della scuola e dei fondi !

tutti si lamentano della scuola e dei fondi !
ma che ci fanno 3 bidelli dicansi 3 (!) al piano di una scuola media dove, quando frequentavamo noi, ne bastava 1 per fare tutto e avendo quel piano anche oggi lo stesso numero di studenti ?
che ci fa un ricercatore per 10 anni su uno stesso tema di ricerca senza pubblicare una H ?
brava Maria Stella, avanti così !
quanto ai voti alti delle vecchie lauree chi se ne frega !
pensate a quella del Bersani piena di 30 e lode (di partito ?) ...
non risulta sia diventato un premio Nobel, anzi ... blatera a ritmi inverosimili senza cognizione di causa, qualcuno deve dare, a lui e compagni la sveglia, il 68 è finito da un pezzo e il mondo va avanti senza compagni da ben 20 anni tranne che, purtroppo, in Italia.

ritratto di Gianfranco D Anna

Il personale della scuola non è nominato a piacere!!!

Anche la dotazione organica del personale ATA, ossia Assistenti Amministrativi e Collaboratori Scolastici (ex Bidelli), è regolamentata da apposito Decreto del MIUR secondo ben precise tabelle ed anche per il suddetto personale negli ultimi anni scolastici vi è stata una notevole riduzione.
A titolo esemplificativo, nella scuola secondaria di I grado (la scuola media a Lei cara) sono previsti:
fino a 300 Alunni - N. 1 Assistenti Amministrativi e N. 4 Collaboratori Scolastici
fino a 500 Alunni - N. 2 Assistenti Amministrativi e N. 6 Collaboratori Scolastici
fino a 700 Alunni - N. 3 Assistenti Amministrativi e N. 8 Collaboratori Scolastici
e così via

Maggiori informazioni le può trovare su:
http://www.notiziedellascuola.it/legislazione-e-dottrina/indice-cronolog...

ritratto di Giusi Farinella

Ammiro la Gelmini che osa sfidare un "regime"

Gli studenti e i docenti di sinistra, quelli in maggioranza contrari alla riforma parlano di "merito".
Ma nelle Università GESTITE DALLA SINISTRA DA 63 ANNI, CIOE' DA SEMPRE, chi occupa da sempre i posti di ricercatore e associato?
Quante figlie e nipoti e cognati e sorelle e generi e amiche di Ordinari e Rettori??
Tutti meritevoli e bravi, certo: nessun altro "Bravo" sconosciuto e figlio di operaio sarà stato fregato da costoro?
E quanti posti hanno creato ad personam i sigg. Rettori e Ordinari per le loro (numerose) tro..., tanto che ci sono Università con passivi incredibili CAUSA SPRECO PER STIPENDI EROGATI PER POSTI INUTILI (E DANNOSI ALL'ERARIO)?
E quanti “ricercatori” cambiano il titolo e qualche dato a un lavoro riciclato e vecchio di decenni per far credere che hanno lavorato, mentre in verità hanno solo impiegato il tempo per leggere il giornale, andare in palestra e dal parrucchiere?
E quanti lavori ci sono i cui autori sono una dozzina, per non dire una quindicina?
Secondo voi quanti ci hanno lavorato davvero e quanti, invece, ci hanno messo solo il nome perchè fa "pubblicazione" valevole come titolo per i concorsi? Quanti tra gli "autori" sono parenti o amici del titolare della cattedra?
E quanti Ordinari non hanno MAI visto uno studente, nè hanno fatto LORO una ricerca nuova, perchè occupati a fare libera professione (cioè fare soldi) ma lo stesso percepiscono (cioè rubano) anche lo stipendio da Ordinario?
La riforma toglie loro potere e poltrone e soldi da gestire per i parenti, gli amici e le amanti.
Ecco perchè non sono contro.

ritratto di Daniele Tumminello

Quale "regime"?

Insomma questa sinistra ha mani ovunque. L'informazione: comunista! La magistratura: un covo di rossi. Ora anche la scuola e l'università: tutto in mano alla sinistra.
Delle due l'una: o Berlusconi ha vinto per brogli elettorali, oppure più semplicemente questa sinistra padrona di tutto è una cantilena stucchevole e sfacciatamente propagandistica, di cui siamo stanchi.
Quale sarebbe dunque la via per tagliare gli sprechi, secondo il Governo dell'amore e della moderazione?
Distruggere dalle fondamenta il principio che L'ISTRUZIONE E'PUBBLICA e che IL DIRITTO ALLO STUDIO E'UN DIRITTO DI TUTTI.
Certamente in questa via intarpresa dal Ministero trova perfettamente posto l'equiparazione del CEPU a prestigiose università. Se poi ci chiediamo di chi è il CEPU, comprendiamo perfettamente come intendono tagliare sprechi e privilegi.
Passiamo alla scuola: qui il peso della politica del taglia taglia lo paga economicamente la classe docente, ma in realtà la società tutta.
Come si fa a pretendere il silenzio e l'approvazione, quando un insegnante oramai di ruolo in una scuola da anni, anche un decennio, dopo essersi pefettamente inserito nell'ambiente scolastico,diventa "un perdente posto" e per poter lavorare deve fare la spola tra due istituti, anche di città diverse e lontane chilometri tra loro?
A questo si aggiunge il precariato che rimane bloccato dentro graduatorie provinciali chilometriche, con solo il miraggio di "beccare una supplenza".
Eppure in graduatoria di prima fascia ci sono solo gli insegnanti abilitati. Nel 2009 dall'ultimo ciclo SISSIS(Scuola di specializzazione e abilitazione all'insegnamento secondario), siamo usciti solo in 20 (circa) dal corso abilitante per il latino e il greco. 20 insegnanti provenienti dalle provincie di Palermo, Trapani, Enna, Caltanissetta, Agrigento e (in misura minore )Messina.Praticamente tutta la Sicilia rappresentata da una strettissima selezione.Eppure siamo tutti a spasso, nessuno che abbia preso una supplenza. Chi ha potuto, ha trovato lavoro in qualche scuola privata, a condizioni economiche non sempre dignitose, per amore del punteggio.
Se protestiamo perchè in questo modo non possiamo scommettere sul nostro futuro, perchè praticamente abbiamo una cittadinanza limitata all'anagrafe, perchè viviamo con frustrazione il peso di anni di studio e formazione, perchè ci sentiamo pronti ma nessuno ci chiama a fare il nostro lavoro, perche non viene più riconosciuto il valore sociale e civile dell'insegnamento, veniamo accusati, bene che ci vada, di conservatorismo.
Eppure siamo mille miglia lontani dall'essere conservatori. Il fatto stesso di essere insegnanti ce lo impedisce. Noi siamo obbligati a cambiare ogni giorno, perchè ci confrontiamo con persone diverse, con ragazzi che ti offrono sempre stimoli nuovi. La capacità di cambiare la si esercita sulla didattica, sul modo cioè di insegnare, su come educare meglio i nostri ragazzi, su come suscitare passioni ed interesse attraverso la cultura.
Su questo terreno noi insegnanti concepiamo l'unico cambiamento possibile. Ed è su questa strada che il Governo ha deciso di non volere discutere.

ritratto di Gianfranco D Anna

Caro Daniele

Caro Daniele
non disperare, tu sei da poco entrato a far parte dei precari e la tua posizione nelle graduatoria ad esaurimento (mentale) provinciale, alla luce della situazione attuale, non è certamente invidiabile ma ricorda sempre le parole pronunziate dal Ministro Gelmini il 10 settembre u.s. “… nei prossimi anni ci saranno tanti prepensionamenti e dunque nell’arco di sei, sette anni, c’è la ragionevole certezza che gli attuali 220.000 precari potranno essere assorbiti dal sistema di istruzione.”
(http://tg24.sky.it/tg24/politica/2010/09/10/maria_stella_gelmini_scuola_...)
Tu ci credi? Io no! ed allora, per Natale, mi sono regalato 3 bei ricorsi contro il MIUR per far valere i miei diritti.
Ecco come se ne vanno i pochi soldi di un insegnante precario: in ritenute per l’iscrizione ad un sindacato che ci possa tutelare; in ricorsi per cercare di far valere il proprio diritto al lavoro; in trattenute per adesione agli scioperi; etc…
Buon Natale e tanti auguri per un incarico nell'anno nuovo a te ed a tutti i docenti precari disoccupati.

ritratto di Giusi Farinella

Lottano e manifestano per il futuro

Lottano e manifestano per il futuro, che la perfida Gelmini toglierebbe loro lasciandoli senza speranze, in una valle di lacrime.
Lottano e manifestano per difendere lo status quo, e non se ne rendono neanche conto.
Lottano e manifestano, alla fine, per difendere e proteggere Ermellini pregiati come Luigi Frati e Renato Lauro, Magnifici Rettori rispettivamente dell’Università La Sapienza e di Tor Vergata.
I due Professoroni, vedendo che la Riforma Gelmini è ormai in dirittura d’arrivo, sono stati colti dal panico, pensando così di sistemare per bene la famiglia.

E allora, con una rapidità mai vista in Italia, il Consiglio di Facoltà di Medicina della prima Università di Roma (presieduta per quindici anni dallo stesso Frati) ha deliberato la chiamata di Giacomo Frati a professore ordinario.
Giacomo Frati è figlio del Rettore, così come Paola Frati (celebre per la sua festa di nozze nell’Aula Magna di Patologia), che già da un po’ è ordinario di Scienze Anatomiche.
Ma non è mica finita qui, perché ordinario di Storia della Medicina è la moglie del Rettore.
E che dice il Magnifico Frati? “No comment”.
Complimenti.

E come lui, seppur più morigerato nelle promozioni, è Renato Lauro, numero uno dell’Università di Tor Vergata, che ieri si è tranquillizzato venendo a sapere che il Consiglio di Facoltà di Medicina ha chiamato come Professore Associato la Signora Paola Rogliani, nella vita quotidiana sua nuora.
“E qual è il problema?”, chiede stupito Lauro, “Che colpa ha? Solo perché ha incontrato mio figlio? Sa come sono i giovani, si innamorano…”.
Sì, peccato che pure il figlio insegni lì a Tor Vergata, ordinario di cattedra.
Ma per carità, si difende il Rettore, “E’ tornato perché gliel’ho chiesto io, solo per stare vicino ai miei nipotini”.

No questo non è regime ........................